Al Chiostro del Bramante una grande retrospettiva dedicata all’artista olandese
Maurits Cornelis Escher non è solo un artista fra i più enigmatici e misteriosi del Novecento, ma è anche un formidabile demiurgo, creatore di mondi nei quali lo spettatore effettivamente abita, inventore di un universo fantastico dominato dalle sue proprie regole e leggi.
Merito degli organizzatori della mostra ospitata al Chiostro del Bramante aver realizzato un allestimento tanto coinvolgente, in grado di far luce in maniera scientifica e ludica al tempo stesso sugli enigmi dell’esperienza percettiva, profusi a piene mani dall’artista olandese nelle sue opere. Pannelli esplicativi e stanze appositamente costruite per ricreare le magiche atmosfere dell’alchimista Escher conducono il visitatore in un cosmo dagli aspetti multiformi, labirinti in grado di ridefinire il concetto stesso di realtà. Contemporaneamente la presenza di opere coeve create da altri artisti, come Balla, De Chirico e Monachesi, contribuiscono a sfatare il mito dell’unicità di Escher. La sua esperienza in realtà ha radici che affondano nel passato più remoto, in particolare fiammingo, si intreccia con il tessuto vivo della propria epoca e lascia un’impronta indelebile sul futuro.
Indissolubile il legame fra Escher e l’Italia. L’amore per il paesaggio della penisola traspare nelle sue prime opere, borghi arroccati su montagne inaccessibili, come nella litografia raffigurante Barbarano romano, o nei numerosi lavori ispirati dal viaggio in Calabria. Un primo sintomo della fascinazione per i luoghi altri, al limite della realtà. Anche l’arte senese, insieme alle suggestioni moresche, costituirà un presupposto fondamentale per i futuri sviluppi della sua creatività.
Nel 1927 si trasferisce da Frascati a Roma, nel quartiere di Monteverde vecchio. Il suo studio è immortalato in una delle sue creazioni più famose dal titolo Mano con sfera riflettente, in realtà un autoritratto dell’artista che i curatori hanno utilizzato come icona della mostra. Nel 1935 Escher è costretto a tornare nel proprio Paese natale causa le crescenti pressioni del regime fascista. Nel 1936 è nuovamente all’Alhambra di Granada, le cui decorazioni in stile moresco già in occasione della prima visita del 1922 avevano colpito profondamente la sua immaginazione.
Tutte queste suggestioni maturano nel suo animo, il suo mondo si complica, arricchendosi di connotazioni scientifiche e matematiche sempre più ossessive. In quest’ottica si spiega la fascinazione esercitata su di lui dai cristalli, forme la cui perfezione toglie il fiato, per usare le sue stesse parole. I minerali colpiscono la sua fantasia così come era accaduto nel secolo precedente per lo scrittore austriaco Adalbert Stifter, il quale alle Pietre colorate aveva dedicato addirittura un libro dal titolo omonimo. Per entrambi la geometrica perfezione dei cristalli è un riflesso dell’immutabilità del creato, dell’insondabile mistero della natura.
Seguitando nei paralleli narrativi, come non pensare a Jorge Luis Borges, anch’egli creatore di un universo ordinato da leggi arcane. I loro labirinti condividono l’impressione dell’illimitato, i loro specchi duplicano le apparenze in un gioco che non sembra avere conclusione. «Tutte le parti della casa si ripetono, qualunque luogo di essa è un altro luogo», scrive il narratore argentino in un suo racconto, fornendo adeguata veste verbale alle immagini dell’artista olandese. Il problema dell’infinito affascina entrambi, nonostante Escher abbia sempre negato qualsiasi aspirazione trascendente al di là della mera rappresentazione. Nota è la sua ironia nei confronti di coloro i quali si sforzavano di cogliere nelle sue opere simboli e rimandi di varia natura. Eppure il suo universo non si lascia ridurre facilmente a una singola formula. Come un abile stregone, come un funambolo in bilico sul filo della realtà e dell’apparenza, del razionale e dell’immaginifico, Escher ci sfugge sempre. La sua opera è un grande monumento innalzato all’insondabile presenza della creazione.
Riccardo Cenci
Escher
20 settembre 2014/22 febbraio 2015 – Chiostro del Bramante. Roma
Prodotta e organizzata da
DART Chiostro del Bramante / Arthemisia Group
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00/ sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
Biglietti: Intero € 13,00 ridotto € 11,00
Catalogo: Skira
Immagini:
Maurits Cornelis Escher1 . Altro mondo II 1947 litografia cm 31,8 x 26,1 Collezione privata All M.C. Escher works |
2. Giorno e notte1938 xilografia cm 39,1 x 67,7 Baarn, M.C. Escher Foundation 3. Mano con sfera riflettente, 1935, litografia 31×21,3 cm M.C. Escher Foundation 4. Belvedere maggio 1958 litografia, 462 x 295 mm Collezione Federico Giudiceandrea litografia 31×21,3 cm M.C. Escher Foundation
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