La Cappella Sistina illuminata come mai prima d’ora

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Grazie a 7.000 luci a led che permetteranno maggiore visibilità mantenendo al contempo la protezione delle opere d’arte e la riduzione fino al 90% del consumo di energia rispetto a prima

«La Cappella Sistina ospita delle opere d’arte uniche, creazioni nate dal genio e dalla creatività del grande Michelangelo. Non potevamo celebrare meglio il 450° anniversario della sua morte che donando alle meraviglie lasciateci una luce completamente nuova». Con questa dichiarazione di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, sono stati presentati i nuovi sistemi d’illuminazione della Cappella Sistina. Per Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione e responsabile dell’Agenda Digitale Europea «l’arte esiste per ispirarci e per illuminare le nostre menti. Ora che la Cappella Sistina è illuminata dalla tecnologia led, l’arte di Michelangelo potrà essere apprezzata come mai nella storia».

Il progetto pilota Led4Art è stato, infatti, sostenuto dal Programma di finanziamento europeo per ICT all’interno del Programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP-PSP). L’obiettivo del programma di sovvenzioni è di dimostrare le nuove possibilità grazie alla tecnologia led in materia di efficienza energetica e di migliore qualità della luce, conseguendo una più rapida penetrazione del mercato per tale tecnologia. Oltre a Osram, aziende tedesca leader mondiale nel settore dell’illuminazione che ha curato il coordinamento, al progetto hanno partecipato l’Università Pannonia in Ungheria, l’Institut de Recerca en Energia de Catalunya in Spagna e lo Studio di Lighting design Fabertechnica in Italia.

La Cappella Sistina è uno dei luoghi più celebri al mondo per il suo patrimonio artistico d’inestimabile bellezza e valore, i suoi straordinari affreschi attraggono ogni anno circa cinque milioni e mezzo di visitatori. A causa del basso livello di illuminazione, però, finora è stato possibile apprezzare solo in parte queste incredibili opere. Gli esperti usavano il termine “mesopico” per definire il basso livello d’illuminazione che si trovava all’interno della Cappella Sistina, che però non consentiva la corretta percezione dei colori e dei contrasti cromatici delle opere. Ciò era dovuto alle limitazioni tecnologiche della precedente illuminazione, installata negli anni ’80, pensata per proteggere le opere dalle radiazioni ultraviolette. Viceversa i nuovi apparecchi installati assicurano l’assenza di radiazioni infrarosse e raggi uv per non danneggiare gli affreschi rinascimentali, progettati prestando la massima attenzione al risparmio energetico.

Klivia Böhm

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