Il Raffaello ritrovato in mostra a Milano

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La “Madonna Esterházy”, rubata nel 1983 e recuperata l’anno successivo, esposta nella Sala Alessi di Palazzo Marino

Ricca è l’aneddotica legata ai furti di opere d’arte. Recentissima ad esempio la vicenda del Bambino malato di Medardo Rosso, scomparso come per incanto dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e altrettanto magicamente ritrovato in un armadietto destinato al pubblico, forse riportato indietro dal ladro stesso per motivazioni che appaiono perlomeno oscure.

La Madonna Esterházy di Raffaello, esposta dal 3 dicembre 2014 al 11 gennaio 2015 nella Sala Alessi di Palazzo Marino a Milano, ci rimanda indietro con la memoria al lontano 1983, quando venne trafugata dal Museo di Belle Arti di Budapest, insieme ad altre opere importanti fra le quali due attribuzioni a Giorgione e a Tintoretto. Un colpo che ha il sapore di un noir francese, con i ladri favoriti da impalcature erette per eseguire alcuni lavori di restauro, dileguatisi nelle notte oscura a bordo di due Trabant, le auto simbolo dell’Unione Sovietica.

Formidabile all’epoca la sinergia fra la polizia ungherese e i carabinieri. L’arresto di due pregiudicati ungheresi, Gusztav Kovács e Jószef Raffai, apre una pista italiana, confermata dalle numerose tracce lasciate dai malviventi sul loro cammino. Una nuova causalità indirizza le indagini nella giusta direzione. Un fatto di sangue legato ad un furto di quadri e mobili antichi porta gli inquirenti sulle tracce di un certo Giacomo Morini, che si rivelerà implicato nel fatto. Minacciato di estradizione nel paese sovietico, intimidazione all’epoca particolarmente efficace, Morini indicò in Ivano Scianti e Graziano Iori le menti del furto.

Come nei migliori romanzi polizieschi lo scenario si sposta in Grecia, dove le opere stavano per essere consegnate al committente, probabilmente un ricco imprenditore riguardo la cui identità si sono fatte ipotesi, ma non vi è l’assoluta certezza. Incalzati dal clamore della vicenda e dalle polizie di mezza europa, i ladri furono costretti ad abbandonare la refurtiva. Con il ritrovamento della Madonna Esterházy il mondo della cultura tirò un sospiro di sollievo.

Si tratta infatti di un’opera ariosa e raffinatissima, nella quale il giovane Raffaello rielabora suggestioni leonardesche in maniera del tutto personale. Misteriosa la destinazione, in quanto non se ne conosce il committente, oscuri i motivi per cui l’urbinate ne lasciò alcuni dettagli incompiuti. Una tavola che tutto riconduce ad una dimensione intima, quasi segreta e personale.

L’eccezionalità del prestito da parte del museo ungherese è segno di una grande disponibilità, e prefigura la realizzazione di altri importanti progetti. In questo modo Milano anticipa gli eventi che la vedranno protagonista in occasione dell’Expo 2015, offrendo ai visitatori un regalo natalizio del tutto gratuito.

Riccardo Cenci

Raffaello. La Madonna Esterházy – Palazzo Marino, Sala Alessi, MIlano

dal 3 dicembre 2014 al 11 gennaio 2015

a cura di Stefano Zuffi

Ingresso libero

Organizzazione: Arthemisia Group

Catalogo Skira

 

Foto – Raffaello
Madonna col Bambino e san Giovannino
(Madonna Esterházy)
circa 1508
tempera e olio su tavola, 28,5 x 21,5 cm
Budapest, Museo di Belle Arti
(Szépművészeti Múzeum)

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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