Bologna capitale delle immagini industriali. Focus sul mondo del lavoro

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Al via la seconda edizione della Biennale di fotografia. La storia dei processi produttivi in quattordici mostre sparse su undici luoghi simbolo della città delle due torri

Rappresentare in maniera globale il mondo del lavoro attraverso molteplici punti di vista, questo l’obiettivo della seconda edizione della Biennale di fotografia promossa dalla Fondazione MAST, in corso di svolgimento a Bologna. Undici luoghi simbolo della città ospitano ben quattordici mostre, con l’obiettivo di delineare un panorama il più possibile completo e articolato riguardo i processi produttivi dall’inizio del Novecento a oggi.

Il tema viene declinato nelle sue innumerevoli sfaccettature. Sguardi e visioni totalmente diverse esplorano il mondo dell’industria, dalla creazione al riciclaggio, offrendo al visitatore numerosi spunti di riflessione. Ampio e variegato il parco dei fotografi presenti che comprende grandi nomi, reporter e giovani autori che si affacciano per la prima volta alla ribalta internazionale, il tutto per accentuare le svolte inattese, le angolazioni originali e spiazzanti.

David LaChapelle 1Si pensi alla fantasia barocca di David LaChapelle, il quale mette in scena complessi industriali che in realtà sono coloratissimi diorami, giocattoli senza alcuna utilità produttiva abbandonati in paesaggi deserti e surreali. Si pensi ancora alle sue stazioni di servizio inghiottite dalla foresta, luoghi simbolo della modernità i quali hanno perduto la funzione per la quale sono stati creati.

Altro gigante della fotografia Gianni Berengo Gardin, la cui opera viene mostrata quasi come un paradigma per comprendere le altre esposizioni. In quest’ottica appare lontanissimo dalle finzioni del già citato LaChapelle. Berengo Gardin fotografa ad esempio le grandi navi mentre vengono allestite nei cantieri, puntando lo sguardo sulla sinergia fra uomo e macchina. Non a caso molteplici furono le collaborazioni con industrie storiche del panorama italiano, da Olivetti a Ansaldo, da Alfa Romeo a Italsider, solo per citarne alcune. Cifra peculiare la presenza umana, oggi solitamente rimossa nella fotografia aziendale. In tal senso la sua opera è un cardine imprescindibile del genere reportage in fabbrica, ormai definitivamente estinto. Altra sua caratteristica l’atteggiamento oggettivo nei confronti dell’immagine, mai eccessivamente critico nei confronti dei processi meccanizzati, mai fastidiosamente trionfalistico dal punto di vista del progresso. L’Italia del dopoguerra vedeva nel lavoro il principio fondante della nuova democrazia e del riscatto sociale dell’individuo. Berengo registra, in immagini di straordinaria qualità ed efficacia, lo stretto rapporto fra l’uomo e la macchina. I suoi scatti grondano del sudore dei lavoratori, ma mostrano anche la consapevolezza e la tenacia di chi aspira costruire una società rinnovata.

Kathy Ryan 1Fra gli altri autori ricordiamo lo statunitense Neal Slavin, il quale presenta i suoi bizzarri ritratti di gruppo, o ancora lo spagnolo Pierre Gonnord, che al contrario si concentra sull’individuo colto nella propria solitudine. Interessante e inquietante al tempo stesso il progetto di Jason Sangik Noh, chirurgo specializzato in oncologia il quale svolge la propria ricerca sulla malattia e sulle vite dei pazienti. Sfuggendo il feticismo dell’apparecchiatura fotografica Kathy Ryan, con un semplice I-Phone, mostra il suo nuovo ufficio newyorkese realizzato da Renzo Piano. Dal punto di vista storico molto interessanti risultano le immagini del berlinese Hein Gorny, che raffigurano industrie attorno agli anni trenta con un’estetica vicina al Bauhaus. Forse mai la fotografia industriale è stata rappresentata con tale completezza e varietà d’intenti. Una riflessione importante per comprendere il mondo in cui viviamo.
Riccardo Cenci
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Foto/Industria
Bologna ‘15
Sede MAST fino al 10 gennaio 2016
Sedi centro storico fino al 1 novembre 2015-10-06 Ingresso alle mostre gratuito
www.fotoindustria.it
Ufficio stampa: studio Lucia Crespi

Immagini

In evidenza:

Gianni Berengo Gardin
Cantieri navali Ansaldo, Genova 1978
© Gianni Berengo Gardin/Contrasto

Al centro:

David LaChapelle
Land Scape, Castle Rock, 2013
© David LaChapelle, Courtesy Galerie Daniel Templon Paris/ Brussels

In basso:

Kathy Ryan
Office Romance: 7/3/2013, 6:36 p.m. The New York Times
© Kathy Ryan

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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