“La notte dell’Europa. Perché la Grecia deve restare nell’euro”

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Il saggio del presidente del Gruppo S&D al Pe Gianni Pittella è un’invocazione alla sinistra europea perché riprenda la battaglia contro il rigorismo economico

Nella notte tra il 13 e 14 luglio di quest’anno l’Europa stava per perdere uno dei Paesi più importanti della zona Euro:la Grecia. Il piano ordito dal ministro delle finanze tedesco Schauble, spalleggiato da un gruppo di esponenti politici, era chiaro: eliminare gli ellenici dall’Eurozona per poi ristrutturare tutta l’Europa creando un nucleo a guida tedesca.

Il presidente del gruppo S&D (alleanza progressista di Socialisti e Democratici) al Parlamento europeo Gianni Pittella, insieme ad altri politici, sventarono il complotto. Dietro i negoziati per salvare Atene, non c’era solo il destino di Tsipras ma di tutto un popolo e l’avvenire dell’Europa.

Se ne è discusso a Roma presso la Biblioteca della Link Campus University alla presentazione del libro “La notte dell’Europa” (edizioni Eurilink) scritto da Gianni Pittella con Thomas Fazi, DSCN0643presenti l’ambasciatore greco in Italia Themistoklis Demiris, il vicepresidente vicario del Parlamento europeo Antonio Tajani, il presidente della Link Campus University Vincenzo Scotti, il professor Luigi Paganetto estensore della prefazione e il giornalista Dimitri Deliolanes moderatore dell’evento.

Pittella ha vissuto quelle difficili ore e in questo libro illustra, da protagonista, le trattative riscostruendo i retroscena dei negoziati. «Schauble è un irresponsabile» – ha commentato Pittella – «i nuovi tecnocrati europei non vogliono capire che senza un collegamento al pensiero dei padri fondatori quali De Gasperi, Adenauer, Schumann, non si va da nessuna parte». E’ intervenuto poi Tajani: «la politica del rigore» – ha dichiarato – «non è servita e su questo sono d’accordo con Pittella. Il rigore ottuso va eliminato e lo spendere male i fondi europei non giova ai cittadini greci. Tsipras» – ha proseguito – «ha commesso una serie di errori quando si faceva rappresentare da Varoufakis, ma ha capito che costui stava facendo una politica che non corrispondeva alle sue posizioni e ha cambiato il ministro delle Finanze. Tsipras ha quindi portato i greci al voto proprio per liberarsi di quest’uomo che stava facendo il gioco di Schauble».

DSCN0405«La commissione Barroso» – ha proseguito Tajani – «ha approvato la nuova politica industriale dell’Europa che mette da parte il rigore ed è in questo contesto che abbiamo autorizzato l’Italia a sforare il tetto del 3% per pagare alle imprese i crediti vantati con la pubblica amministrazione. Ora abbiamo un altro problema da affrontare in Europa: è l’immigrazione e servono misure politiche in tal senso. Adesso però la Germania – ha denunciato Tajani – se c’ è una regola del 3%, non ha rispettato il suo surplus arrivato al 6%, quindi anche i tedeschi devono fare i compiti a casa». E il vicepresidente vicario del Pe ha concluso «leggendo questo libro che si sia d’accordo o no è per tutti un arricchimento di notizie».

Ha preso quindi parola l’autore, Gianni Pittella, rivelando come ci fosse un ben congegnato disegno politico di cacciare la Grecia e «può darsi» – ha ricordato – «che dopo sarebbe toccato all’Italia. Una vera e propria congiura dei Paesi del Nord Europa verso i Paesi del Sud peccatori e da punire. Il disegno politico era chiaro, eliminare e punire la Grecia per educarne 100 ma abbiamo sventato questo colpo di mano» – ha continuato il presidente di S&D – DSCN0391«creando una grande alleanza con Hollande e Renzi. Al gruppo si è poi aggiunta la Merkel che ha capito il disegno di Schauble e ha fatto pendere la bilancia in difesa della Grecia perché restasse nell’Eurosistema. Anche Tajani ha lavorato perché questo aiuto fosse approvato dai governi».

Pittella ha ricordato, in proposito, che il presidente francese Hollande inviò ad Atene 100 funzionari francesi perché aiutassero i greci a presentare a Bruxelles proposte concrete per uscire dalla crisi. «La crisi che stiamo vivendo» – ha proseguito Pittella – «non dipende dall’euro ma dalle politiche economiche sbagliate che in questi anni ci sono state imposte. La strada da seguire non è uscire dalla moneta unica, come qualcuno vorrebbe, ma cambiare le politiche di austerità con politiche espansive che sollecitino la domanda interna.Non si riduce il debito se c’è una contrazione della domanda interna. E’ necessario che il debito, che molti Paesi hanno, possa essere dilazionato e avere tassi di interesse più sostenibili, solo così si esce dalla palude!».

 

Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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