“Io abito qui”: il viaggio interiore di Alessandro Papetti in mostra a Roma

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L’Istituto centrale per la grafica, nella sua sede di Palazzo Poli, ospita la mostra dell’artista milanese con opere inedite site-specific

Sarà aperta fino al 10 gennaio 2016 la mostra di Alessandro Papetti Io abito qui. Ad ospitare le 53 opere dell’artista milanese, l’Istituto centrale per la grafica, nelle splendide sale di Palazzo Poli a Roma. Per questa occasione Papetti presenta un ciclo di lavori inediti eseguiti su carta preparata, alcuni di grandissimo formato, a cui si aggiungono 5 grandi tele e alcuni lavori site-specific realizzati negli spazi espositivi di Palazzo Poli durante il suo soggiorno romano.

Il titolo scelto dall’artista per l’evento già introduce uno dei temi fondamentali della mostra: la memoria, il suo scorrere all’interno dei pensieri dell’artista che, con le sue pennellate, ne segue il ritmo.  «Tutto quello che diventa soggetto pittorico – osserva Papetti –  con la sua fisicità e il suo contenuto di dati, è ciò che solitamente viene restituito dall’archivio della memoria, perché la memoria storicizza la conoscenza. Cercare di anticiparla è difficile, ma posso avvicinarmi a questo concetto dipingendo al ritmo dei pensieri prima che questi cristallizzino in oggetto e soggetto fatto e finito».

Con queste opere l’artista milanese sembra infatti voler andare oltre il concetto di conoscenza visiva per avvicinarsi invece ad una conoscenza sensibile. Ecco dunque che Papetti, attraverso le sperimentazioni da lui messe a punto di recente, sembra partire per un viaggio interiore che lo porta a esplorare i suoi pensieri in un accavallarsi di tratti, segni, colori, che rimangono sulla tela quasi a voler mostrare il procedere di un discorso interiore e il suo evolversi. «È come se lo spazio dipinto – spiega ancora l’artista – fosse l’interno della mente e gli oggetti contenuti, pensieri in divenire».

È un segno che cattura, quello di Papetti, che richiama l’attenzione del visitatore in modo prepotente, coinvolgendolo emotivamente nel viaggio dell’artista. L’uso stesso dei colori, che tende al monocromatismo, è come se chiedesse di guardare più a fondo, soffermandosi sull’opera nella sua totalià. Questo uso del colore, come spiega lo stesso Papetti, lo aiuta a non «disperdere l’energia del quadro» poiché nella sua pittura «è sempre stato importante che l’energia girasse, fosse circolare» poiché «un punto che focalizza troppo l’attenzione blocca tutta la tensione».
La mostra si chiude con un’ultima sala nella quale viene proiettato un video realizzato da Francesco Papetti, che racconta la nascita delle opere in mostra. Si tratta di un contributo interessante poiché permette di vedere l’artista al lavoro, osservandone la gestualità, che costituisce un aspetto importante all’interno dell’opera di Papetti.

Valentina Ferraro

Alessandro Papetti – Io abito qui
Istituto centrale per la grafica, Palazzo Poli, via Poli 54
Dal 19 novembre 2015 al 10 gennaio 2016
Da martedì a domenica dalle ore 10,00 alle 19,00
Ingresso libero
Visite guidate gratuite a cura del Servizio educativo.
Prenotazione obbligatoria sul sito www.grafica.beniculturali.it

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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