Bergoglio: «Il ruolo della donna nella Chiesa non è femminismo, è diritto!». Media di tutto il mondo descrivono un’apertura che avvicina cattolici e anglicani, ma la Santa Sede rettifica
Papa Francesco ha incontrato oltre 800 Superiore Generali in udienza in Vaticano, e una di esse gli ha posto questa domanda: «il genio femminile è necessario in tutte le espressioni della vita della Chiesa e della Società, tuttavia le donne sono escluse dai processi decisionali nella Chiesa soprattutto ai più alti livelli e dalla predicazione nell’Eucarestia può la nostra Chiesa essere più aperta e ricevere il genio delle donne in un futuro prossimo?».
Bergoglio ha risposto: «è vero, le donne sono fuori dai processi decisionali della Chiesa: escluse no, ma è molto debole l’inserimento delle donne. Eppure sono le suore che aiutano gli emarginati, i poveri, insegnano la catechesi, accompagnano i malati, assistono i moribondi ed è quindi importante che le donne sia consacrate che laiche entrino nel processo e nella discussione. Non c’è alcun problema» – ha dichiarato Bergoglio – «che una donna, religiosa o una laica faccia la predica in una Liturgia della Parola. Il ruolo della donna nella Chiesa non è femminismo, è diritto!». E ha annunciato che istituirà una Commissione di studio sul diaconato femminile nella Chiesa primitiva ritenendo che le donne diacone siano di «servizio alla Chiesa ovunque sia e non servitù».
L’apertura di Francesco avvicinerebbe la Chiesa cattolica a quella anglicana dove ci sono donne preti e vescovi. Nel lontano 1994 era stato il cardinale Carlo Maria Martini a parlare della possibilità di studiare l’istituzione del diaconato per le donne che potrebbero tenere una omelia, celebrare la liturgia delle ore, quella del battesimo, benedire le nozze, accompagnare alla sepoltura i defunti, cose che in tanti sperduti villaggi dell’Africa o del Sudamerica, ove non vi sono sufficienti sacerdoti, già avviene.
La diaconessa, femminile di diacono, ”servitore”, fu usato lungo i secoli solo nel primo millennio. Compare per la prima volta intorno all’anno cinquanta del primo secolo d.C. nel Nuovo Testamento nella “lettera ai Romani” quando si parla “vi raccomando Febe nostra sorella diaconessa della Chiesa di Cencre”. Si pensa che il ruolo delle diaconesse, secondo studiosi cattolici, era nato per l’assistenza ai poveri e anche per alcuni riti sacramentali nelle prime comunità cristiane, con il compito di battezzare per immersione e si riteneva che fossero le donne, e non i maschi, ad aiutare le donne ad immergersi nel fonte battesimale. Nel Concilio di Calcedonia del 451 si stabiliva al Canone XV che: «non si ordini diaconessa una donna prima dei quarant’anni e non senza diligente esame».
Il ruolo delle suore al momento è quello di ministro straordinario dell’eucarestia, ma sono sempre più le religiose che reggono le parrocchie. L’apertura di Papa Francesco è un elemento importante dal punto di vista ecumenico ma non sono pochi in curia che lo vedono come un potenziale pericolo. Qualcuno ieri in Vaticano già commentava: «ci stiamo protestantizzando».
Giancarlo Cocco
Foto © diaconesses.fr, Wikicommons