Le due attiviste irachene premiate per il loro impegno nella difesa della comunità Yazida. La cerimonia ufficiale di premiazione si terrà a Strasburgo il 14 dicembre
Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, due sopravvissute alla schiavitù a cui erano state costrette dai militanti dello Stato islamico, riceveranno il 14 dicembre dal Parlamento europeo, riunito in seduta solenne a Strasburgo, il prestigioso premio Sakharov 2016 assegnato ogni anno «alle persone e associazioni che si sono distinte nella difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali».
Originarie del villaggio di Kocho nel nord dell’Iraq, dopo essere state rapite nell’estate del 2014 dall’Isis e aver assistito al massacro dei loro familiari, sono state trattate come schiave a disposizione dei miliziani, e costrette a subire ogni genere di vessazioni sessuali e torture. Riuscite a fuggire dai territori dello Stato islamico, sono divenute coraggiose sostenitrici della lotta per la difesa delle donne yazide, vittime di violenza sessuale perpetrata dalle milizie dell’Isis.
Lamiya e Nadia, candidate dal gruppo “Socialisti & Democratici”, hanno avuto la meglio per il premio, imponendosi sul giornalista turco Can Dündar (di cui abbiamo già scritto qui), che era appoggiato dai Verdi, e sul leader Mustafa Dzhemilev proposto dal Partito popolare europeo (per ulteriori informazioni vedere il nostro precedente post).
Lamiya quando fu presa aveva 16 anni mentre Nadia ne aveva 21. Ambedue sono state vendute come schiave e obbligate a soddisfare i desideri sessuali dei soldati. Nadia, durante la prigionia a Mosul è stata anche costretta a fabbricare bombe e cinture esplosive poi è riuscita a fuggire e dopo aver raggiunto un campo profughi in Iraq è arrivata in Germania. Lamiya è stata invece riscattata dai familiari e mentre attraversava il Kurdistan iracheno è stata ferita seriamente agli occhi da una mina antipersone che ha invece ucciso due persone del suo gruppo. Arrivata anche lei in Germania ha ritrovato qui i fratelli e le sorelle scappate dall’Isis.
Gli Yazidi si sono ridotti da 17 milioni a 700 mila e sono stati nei secoli perseguitati dagli islamisti in quanto considerati “apostati”. La loro setta discende dalle predicazioni di Zoroastro e come l’ebraismo è la più antica religione del mondo.
Il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, annunciando il premio ha dichiarato: «Lamiya e Nadia sono state testimoni di atrocità e hanno intrapreso un lungo cammino per ricevere la protezione dell’Europa. Ora siamo obbligati a sostenerle e devono ricevere la nostra gratitudine perché la loro lotta vada avanti. Dobbiamo trovare il modo per difendere l’Europa dal terrore dell’Isis».
Giancarlo Cocco
Foto © European Union