Referendum, Financial Times: «Se vince No, Italia fuori dall’euro»

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Grande attenzione dei media internazionali per la consultazione del 4 dicembre. NYT: «Si è trasformato in un voto di fiducia sulla capacità di Renzi di rilanciare l’economia»

Referendum e ancora referendum. La consultazione del 4 dicembre, ormai imminente, è diventata da mesi il tema principale su cui dibattere: in tv, sui giornali, sul web. E non solo in Italia. Ormai da settimane anche i media internazionali si stanno occupando del referendum costituzionale italiano, sottolineandone la valenza politica e gli eventuali contraccolpi a livello economico e finanziario. Aldilà dei personalismi politici, ammessi dallo stesso premier italiano, che ha confessato di aver condotto una campagna referendaria (peraltro lunghissima) troppo incentrata sulla sua persona e sul proprio operato politico, ora la vera questione che sta emergendo nelle ultime ore è: cosa succederà in Italia a partire dal 5 dicembre? Il risultato di questo referendum costituzionale sarà in grado di cambiare in qualche modo la posizione del Belpaese a livello internazionale?

Le risposte arrivano proprio dai media stranieri, che in questi giorni stanno dedicando molto spazio alla questione, elaborando alcune ipotesi su ciò che potrà succedere in Italia all’indomani del referendum. Una delle posizioni più estremiste è quella del britannico Financial Times che ha addirittura previsto un’uscita dell’Italia dall’euro in caso di vittoria del No. A sostenere questa tesi, il condirettore del giornale, Wolfgang Münchau, che vede in un risultato simile un primo passo verso lo sgretolamento dell’Europa. Come a dire, un altro capitolo della saga, dopo la Brexit e la vittoria di Trump negli Usa.
«Il 5 dicembre – scrive Münchau con tono vagamente apocalittico –  l’Europa potrebbe svegliarsi con l’immediata minaccia della disintegrazione». Un risultato che darebbe il via libera al dilagare del populismo dei vari partiti euroscettici, con in prima linea Cinque Stelle, Lega e Forza Italia.

E infatti Salvini coglie la palla al balzo e commenta così l’articolo del FT: «Quella che per qualcuno è una sciagura, come per qualche banchiere per esempio, per gli italiani sarebbe l’unica salvezza».

Meno apocalittici gli scenari previsti dal Wall Street Journal che ieri ha dedicato la prima pagina al referendum costituzionale del 4 dicembre. Nell’analisi di Riva Gold e Giovanni Legorano il vero pericolo in caso di vittoria del No sarebbe quello relativo al crollo dei titoli bancari con conseguente indebolimento dell’euro. Questo anche perché «il referendum si è trasformato in un voto di fiducia sulla capacità del governo Renzi di rilanciare l’economia», dunque un eventuale esito negativo della consultazione potrebbe essere interpretato come una sconfitta del Presidente del Consiglio italiano.

Anche il New York Times riporta l’attenzione sulla scarsa solidità delle banche, che costituirebbe il vero fulcro della questione.
Allo stesso modo, Goldman Sachs sostiene che il vero rischio, in caso di vittoria del No, sarebbe per le banche più deboli, poiché «ostacolerebbe gli sforzi per ricapitalizzarle, un processo che è già stato con ogni probabilità posticipato al 2017».

 

Valentina Ferraro
Foto © European Union and Creative Commons

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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