Papa Benedetto ripete più volte che la priorità del suo pontificato è riannunciare il Dio di Gesù Cristo, in un tempo in cui sembra tramontare all’orizzonte di vaste aree dell’umanità
Consegnati in Vaticano, nella stupenda Sala Clementina, da Papa Francesco il Premio Ratzinger 2019. I premiati sono stati due: il primo è una celebrità internazionale, il professor Charles Margrave Taylor canadese, 88 anni ben portati. Filosofo che si è dedicato in questi anni ad approfonditi studi sulla filosofia politica e alla filosofia delle scienze sociali. I suoi contributi riguardano le aree del comunitarismo, del cosmopolitismo e dei rapporti tra religione e modernità, in particolare la tematica della secolarizzazione di cui è considerato uno degli studiosi più autorevoli. È cattolico e partecipa a numerosi convegni e dibattiti. Ha anche partecipato a un incontro nell’ambito del “Cortile dei Gentili” sul tema “La piazza e il tempio”.
Il secondo premiato è il teologo africano professor Paul Béré. Originario del Burkina Faso è nato nel 1966 in Costa d’Avorio. Dopo studi filosofici e teologici in Burkina Faso, è entrato nel 1990 nella Compagnia di Gesù dove ha continuato i suoi studi che si sono completati con il dottorato all’Istituto Biblico di Roma. Ha collaborato come esperto a molti Sinodi dei Vescovi. Dal 2018 è membro della Commissione internazionale per il dialogo con la Chiesa anglicana. «La scelta dei due premiati» – ha dichiarato Padre Federico Lombardi, presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ratzinger – «è in continuità con la linea di allargamento di orizzonti culturali costantemente perseguita dal Comitato Scientifico della Fondazione. Quest’anno si è voluta privilegiare la filosofia nella sua riflessione sulla fede nel mondo contemporaneo e mettere in evidenza la teologia africana».
Nel suo intervento Papa Francesco ha messo in evidenza come: «Il Padre Paul Béré è il primo africano che riceve il Premio Ratzinger ed è uno stimato studioso della Sacra Scrittura. Nei primi secoli del Cristianesimo l’Africa settentrionale ha dato alla Chiesa figure gigantesche come Tertulliano, Cipriano, Agostino, poi con la diffusione dell’Islam secoli di colonialismo hanno impedito una vera inculturazione del messaggio cristiano. Ora la teologia africana contemporanea è ancora giovane ma appare dinamica e ricca di promesse».
Giancarlo Cocco
Foto © Giancarlo Cocco, Vatican media