Eurogruppo, primo accordo sugli aiuti. Ora la parola passa al Consiglio europeo

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Mes senza condizioni per spese sanitarie e Recovery fund per 500 miliardi. Rinvio su eurobond alla riunione dei capi di Stato e di Governo

Dopo una lunga e complicata trattativa l’Eurogruppo trova un accordo di massima per arginare la crisi economica generata dalla pandemia. E mette sul tavolo proposte per complessivi 1000 miliardi di interventi e un compromesso che frena il muro contro muro tra Paesi del Sud e Paesi del Nord Europa sui nodi del contendere: Mes ed Eurobond.

In sostanza, i diciannove ministri economici della zona euro mantengono in piedi la linea di Olanda (Paesi Bassi) e Germania di limitare i prestiti a 540 miliardi di euro. Per i governi 240 miliardi arriveranno attraverso il Mes, 200 per le imprese dalla Bei, 100 saranno garantiti dal Sure, il piano per il sostegno all’occupazione. Ma con una novità di rilievo. Le “condizionalità” su cui i ministri dell’Aia e di Berlino non erano disposti a passi indietro sono cadute per le spese legate alla sanità. I Paesi più colpiti dalla pandemia come Italia e Spagna potrebbero attivare le linee di credito del Mes «senza alcuna condizione» per fronteggiare «costi diretti e indiretti di spesa sanitaria, cura e prevenzione». Anche se con prestiti sempre al 2% del Pil.

Ma l’altra grande novità riguarda l’istituzione di un Recovery Fund che di fatto lascia aperta la strada agli eurobond. È qui che la partita è ancora tutta da giocare. La proposta dell’Eurogruppo è di un fondo per la ripartenza dell’Europa alimentato da debito comune. Si tratta di più di 500 miliardi, che andrebbero ad aggiungersi ai 540 di prestiti previsti, e che verrebbero finanziati con «strumenti innovativi». Eventualmente con l’emissione di un nuovo debito europeo da inserire nel bilancio pluriennale 2021-2027.

Ora la discussione «sugli aspetti pratici e legali del fondo» e su quali siano esattamente gli «strumenti innovativi di finanziamento coerenti con i Trattati» passa ai capi di Stato e di Governo del Consiglio europeo. Che i titoli di debito pubblico si chiamino recovery bond oppure eurobond per Germania e Olanda, che non ne vogliono sapere, cambia poco. Ma per Italia, Francia e Spagna essere riusciti a prevedere un Piano straordinario di ripresa da 500 miliardi che rimette in qualche modo sul tavolo titoli di debito garantiti da tutti i Paesi dell’euro è un passo avanti. Un «ottimo primo tempo» lo definisce il ministro dell’economia italiano Roberto Gualtieri, che aggiunge: «Ora però bisogna vincere la partita al Consiglio europeo». E vincerla in fretta. A milioni di imprese e di famiglie serve liquidità e in tempi rapidi.

 

Annamaria Graziano

Foto © Consiglio europeo

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Annamaria Graziano
Giornalista professionista, esperta di comunicazione istituzionale, ideatrice e curatrice di corsi di formazione ed eventi culturali, ha iniziato l'attività giornalistica alla Cronaca di Roma del quotidiano 'Il Tempo'. Ha lavorato presso la Camera dei Deputati e la Regione Lazio e ricoperto il ruolo di capo Ufficio stampa del PON Sicurezza presso il ministero dell'Interno. Da anni segue con particolare attenzione le dinamiche delle istituzioni dell'Ue e i temi legati alla Costituzione italiana e al suo rapporto con i Trattati europei. Si occupa anche di legalità, diritto, parità di genere e governo del territorio. Appassionata di storia e arte, ama New York e le colline toscane del Casentino.

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