Nell’Eurozona contrazione del 7,5%, in Italia il dato più basso: calo del 9,1% del prodotto interno lordo. Gentiloni: «Entro primavera un Piano di rinascita per l’Ue»
Economie mondiali a picco e la peggiore recessione mai registrata dal 1930 ad oggi. Le analisi del Fondo monetario internazionale (Fmi) non lasciano dubbi. Come riportato nel World Economic Outlook di aprile, presentato oggi a Washington, l’emergenza sanitaria da Covid 19 e il “great lockdown” stravolgono le previsioni sugli sviluppi economici per l’anno in corso. Complessivamente, ci dicono gli economisti del Fmi, la perdita del Pil globale «potrebbe ammontare a 9.000 miliardi di dollari, una cifra superiore alle economie di Germania e Giappone messe insieme».
Dunque, una crisi persino peggiore della Grande Depressione. Nel 2020 il Pil mondiale subirà una contrazione complessiva del 3%. Nell’Eurozona le stime prevedono un calo del 7,5%. Il dato peggiore riguarda l’Italia: il prodotto interno lordo del Belpaese viene dato a -9,1% per poi crescere con previsioni al rialzo rispetto all’anno in corso del 4,1 % nel 2021. Germania e Francia si attestano rispettivamente su un -7,0% e -7,2%, il Pil spagnolo va giù di 8 punti percentuali. La ripresa è attesa per il 2021: con la fine della pandemia, presumibilmente nella seconda metà dell’anno, a crescere sarà soprattutto la Germania (+5,2%), seguita da Italia (+4,8%) Francia (+4,5%) e Spagna (+4,3%).
Il 2020 segna anche un aumento dei livelli di disoccupazione. In Italia si toccherà il 12,7%, in Francia il 10,4%, in Spagna si andrà oltre il 20. Dati in crescita anche per Irlanda, Portogallo, Grecia e per Svezia e Norvegia. In Germania i numeri salgono ma di poco: dal 3,2% del 2019 al 3,9% di quest’anno.
Della recessione e degli interventi da adottare parla in un’intervista al quotidiano italiano Il Foglio il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni. Annunciando i dati ufficiali della Commissione per il prossimo 7 maggio, Gentiloni auspica «che entro qualche settimana si definiscano i contorni di un Piano di rinascita da almeno 1.500 miliardi di euro che permetta ai paesi europei di agire in modo coordinato». Oltre ai 500 miliardi già concordati pochi giorni fa dall’Eurogruppo, si tratta di «rendere disponibili altri 1.000 miliardi facendo leva da un lato sul bilancio comunitario e dall’altro sull’emissione di bond». Per il commissario agli Affari economici è importante concentrarsi «sugli obiettivi oltre che sugli strumenti, collegando le emissioni alle missioni. Nessun grande piano per la ripresa può prescindere dalle emissioni di bond» che, precisa, «non sono legati in alcun modo alla mutualizzazione dei debiti pregressi».
Annamaria Graziano
Foto © IMF, European Union