I giudici dal Lussemburgo replicano a quelli tedeschi. In gioco «l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e la certezza del diritto»
«Per garantire un’applicazione uniforme del diritto dell’Unione, solo la Corte di giustizia Ue, istituita a tal fine dagli Stati membri, è competente a constatare che un atto di un’istituzione dell’Unione è contrario al diritto dell’Unione» e «una sentenza pronunciata in via pregiudiziale da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente».
Non è prassi per la Corte di Giustizia europea commentare sentenze e decisioni di organi giudiziari interni agli Stati membri. E men che mai di una Corte Costituzionale. Questa volta però a Lussemburgo hanno fatto un’eccezione. Con un comunicato lapidario l’organo giurisdizionale dell’Unione europea ha preso posizione sul conflitto che si è aperto con la Corte Costituzionale tedesca. Che, solo poche ore prima, aveva messo in discussione il PSPP, il programma (“Public Sector Purchase Programme”) avviato nel 2015 dall’allora governatore della Bce, Mario Draghi, per l’acquisto di titoli pubblici. Un “Quantitative easing” non proporzionato rispetto al peso economico dei singoli Stati, secondo la Corte di Karlsruhe, e che la Banca centrale europea dovrebbe giustificare.
La decisione dei giudici tedeschi ha suscitato molto scalpore e non poca preoccupazione ai vertici dell’Ue. Sul PSPP la Corte di Giustizia si era già espressa e non riconoscere la sua decisione pone un problema di “legittimazione” e “competenze”. Aprendo un pericoloso precedente in grado di influire su altri Stati membri e di aprire la strada a ulteriori orientamenti restrittivi e sovranisti nel rapporto tra fonti interne ed europee e tra giudici nazionali e giudici dell’Unione europea.
Il tema è stato affrontato nella nota ufficiale della Corte di Lussemburgo. «Eventuali divergenze tra i giudici degli Stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere l’unità dell’ordinamento giuridico dell’Unione e pregiudicare la certezza del diritto. Al pari di altre autorità degli Stati membri, i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Unione. Solo in questo modo può essere garantita l’uguaglianza degli Stati membri nell’Unione da essi creata». E a Bruxelles sono d’accordo. «La Corte di giustizia Ue ha riaffermato la sua competenza esclusiva e ha chiarito le cose e ciò corrisponde a tutto quello che abbiamo detto nei nostri commenti su questo tema nei giorni scorsi», ha detto il portavoce della Commissione europea Eric Mamer.
Annamaria Graziano
Foto © The Telegraph, The Times