Fase 2, ripartenza in discesa per il sistema sanitario con le indicazioni di Motore Sanità

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Spazi di informazione dedicata per spiegare a tutti i cittadini il corretto e appropriato utilizzo

La pandemia Covid-19 ha messo a dura prova l’Italia e soprattutto i nostri sistemi sanitari. Ogni regione ha reagito a modo proprio, facendo cose diverse tra loro. L’officina di Motore Sanità nei suoi webinar ha cercato di mettere a confronto i vari approcci con l’ausilio dei massimi esponenti della sanità italiana.

Il Veneto ha predisposto la chiusura immediata degli ospedali (per esempio quello di Schiavonia) contagiati dal focolaio di Vò e la creazione della zona rossa, in cui sono stati effettuati tamponi a tutta la popolazione. Successivamente sono stati estesi, su larga scala, in tutti i territori dove si manifestavano focolai (Padova, Treviso, Venezia) per isolare i contagiati fin dalle fasi iniziali anche in contrasto con quanto stabilito a livello nazionale. Previsti gli approvvigionamenti in proprio di reagenti e apparecchiature per eseguire i test. Hanno, poi, provveduto alla creazione di Hub per test e tamponi e hanno istituito ospedali Covid dedicati, indicativamente uno per ogni grande provincia.

Nel Lazio le persone che sono state messe in isolamento in questi mesi sono state oltre 10mila, con l’attivazione del dipartimento di prevenzione, che ha individuato il più possibile le interconnessioni epidemiologiche. Il primo approccio è stato quello di non seguire il cosiddetto “protocollo di Whuan” e questo ha portato in quell’area ad avere una mortalità molto più bassa rispetto ai dati nazionali. Gli esperti dell’emergenza hanno quindi puntato molto sulla ventilazione, non in terapia intensiva, con grande successo. Infatti hanno cercato, attraverso le politiche ospedaliere e attraverso la medicina territoriale, di evitare il più possibile i ricoveri in terapia intensiva. Il telemonitoraggio dei pazienti positivi in isolamento domiciliare è stato uno dei punti forti, realizzato grazie alla collaborazione tra specialisti pneumologi e medici di medicina generale. In questo modo sono stati evitati un grande numero di ricoveri offrendo comunque un servizio continuativo ai pazienti.

La Puglia, già dall’inizio della crisi, ha incentrato tutto sulla cura specialistica a Lecce, in modo tale da lasciare libere le medicine territoriali di organizzarsi. Questo ha portato poi un beneficio agli ospedali nelle altre aree che sono rimasti no-covid e che quindi hanno potuto continuare le proprie attività a pieno regime.

Questi sono alcuni esempi di come le regioni abbiano reagito alla pandemia, ma ora bisogna pensare alla riorganizzazione delle aziende sanitarie nei luoghi di cura, alle nuove funzioni del personale, all’impatto economico e sociale relativo al nuovo progetto ospedaliero post pandemia. L’officina Motore Sanità ha stilato un decalogo che raccoglie i consigli del Governo, li fa propri e li inquadra non solo nella direzione di una vera riapertura delle attività e della vita sociale, ma li inserisce nel disegno complesso della sanità del futuro. Claudio Zanon, direttore scientifico di Motore Sanità, ci spiega che «questa pandemia dovrà essere l’occasione per un nuovo inizio per il nostro servizio sanitario nazionale e per l’Italia tutta. Gli ospedali che impegneranno operatori e dirigenza insieme in una riorganizzazione che porti le strutture da una parte a garantire il rispetto della distanza sociale, la tutela da un nuovo possibile contagio e dall’altra ad assicurare un’attività ordinaria, oltre che d’urgenza, spalmata magari su tutti giorni della settimana. E non di meno, si dovrà ricostruire la medicina territoriale dove tutti gli operatori dovranno essere coinvolti».

Punto molto importante secondo gli esperti di comunicazione sarà quello di dedicare adeguati spazi di informazione (anche scientifica) per spiegare a tutti i cittadini il corretto e appropriato utilizzo dei servizi sanitari forniti sia a livello ospedaliero che territoriale. Questo perché deve essere data la possibilità a chiunque di capire e di sapere quando e a chi rivolgersi, evitando sprechi e inefficienze di sistema. Bisognerà ramificare l’informazione su più livelli, quello istituzionale, quello dei mass-media e quello scientifico.

Si è aperta una fase in cui la flessibilità dell’ospedale ha dimostrato tutta la sua potenzialità e secondo gli esperti non ci si deve aggrappare all’idea che l’ospedale deve tornare uguale a prima del Covid. Inoltre il concetto dell’ospedale “sicuro” andrà mantenuto anche nella fase 2 nonostante il rischio che il virus possa circolare. Si dovranno trovare percorsi d’accesso alternativi alle strutture e ai reparti per riuscire a mantenere il controllo ottimale negli accessi e nelle distanze di sicurezza. Questi aspetti, sottolineano gli esperti, non dovranno essere riorganizzati momentaneamente ma dovranno diventare parte di una nuova cultura ospedaliera.

Per riuscire in questo obbiettivo non ci si potrà solo affidare alla riorganizzazione del percorso paziente, ma è il momento per tutti i servizi sanitari regionali di potenziare e rendere operative le cure domiciliari e le visite attraverso la telemedicina. Gli ospedali in questa emergenza si sono già dotati di queste capacità quindi bisogna aprire un ragionamento con la medicina del territorio (anch’essa dotatasi di queste tecnologie) per riuscire ad applicare questa metodologia condivisa e di facile coordinamento anche in futuro. Gli esperti concordano però che gli ospedali non possono e non devono cambiare da soli e che per un vero cambiamento bisognerà agire contemporaneamente sui cinque assi portanti del servizio sanitario nazionale:

– Il modello di assistenza ospedaliera

– il modello di assistenza territoriale

– il modello della continuità delle cure

– il modello a “rete”

– il sistema di rimborso delle prestazioni che deve essere adeguatamente finanziato

Quindi il passo auspicato sarà creare nuove strutture territoriali sui modelli che in Regione esistono, ma bisogna riempirli di contenuto con nuovi servizi da affiancare a quelli ospedalieri.

 

Ginevra Larosa

Foto © The Business Journals, Tviweb, SulPanaro, Volontariato Lazio, L’immediato, Metropolis

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