Una linea rigorosa sulla corruzione è ciò che chiede Strasburgo ai membri del GRECO

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Il gruppo di Paesi appartenenti all’autorità europea esortati ad adottare una condotta esemplare e trasparente. Richiamo all’Italia

Come ogni anno l’organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa, il GRECO (dal francese Groupe d’Etats contre la corruption), ha stilato il rapporto annuale che esamina le misure per prevenire la corruzione adottate negli Stati membri nel 2019. Sono applicate nei confronti di parlamentari, giudici e pubblici ministeri, nonché nei governi centrali, comprese le funzioni esecutive più elevate e le forze dell’ordine. Nella sua relazione l’organismo anticorruzione del Consiglio d’Europa ha affermato che i governi e i titolari di uffici pubblici dovrebbero agire in modo esemplare rispettando le misure anticorruzione e gli standard di trasparenza.

Il segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić (nella foto a destra, ndr) ha dichiarato: «La corruzione mina la fiducia dei cittadini nella democrazia e nelle istituzioni democratiche. L’attuazione di misure anticorruzione efficaci e la promozione dell’integrità e della trasparenza dovrebbero pertanto costituire una priorità per le autorità pubbliche in ogni momento. Gli Stati hanno compiuto progressi, ma dovrebbero intensificare gli sforzi per attuare pienamente le raccomandazioni del GRECO».

Nel 2019, il rispetto delle raccomandazioni del GRECO nell’ambito della quarta tornata di valutazione è leggermente aumentato: il 36% delle raccomandazioni era stato pienamente attuato entro la fine dell’anno. Le raccomandazioni con il livello più basso di conformità hanno continuato a essere quelle emesse nei confronti dei parlamentari (27%), mentre erano più elevate nei confronti di giudici (37%) e pubblici ministeri (46%). Il rapporto sottolinea che dall’inizio della quarta tornata di valutazione nel 2012, quasi la metà degli Stati membri ha attuato riforme costituzionali a seguito dei suoi moniti. Si tratta dell’attuazione di oltre 150 riforme legislative, regolamentari o istituzionali concrete.

L’organismo del Consiglio d’Europa ha continuato a compiere progressi nella valutazione della prevenzione della corruzione nei governi e nelle forze dell’ordine. Ben 18 Paesi erano stati valutati alla fine del 2019. Si sono spesso riscontrate carenze nel modo in cui gli Stati hanno affrontato lobbismo, conflitti di interesse e le cosiddette “porte girevoli“. «Nei governi centrali, compresa la necessità di estendere le misure anticorruzione ai consulenti. Le raccomandazioni dell’organismo sulle forze dell’ordine si riferivano principalmente a codici di condotta, promozione e licenziamento, conflitti di interesse, restrizioni post-assunzione e protezione degli informatori».

Il presidente del GRECO Marin Mrčela (nell’immagine a sinistra) ha espresso preoccupazione per le accuse di corruzione dilagante mosse in molti Paesi negli ultimi anni e relative a persone che rivestono cariche nelle istituzioni pubbliche. «Nessuna persona, Stato o istituzione è immune alla corruzione. I politici, indipendentemente dall’appartenenza politica, devono dare l’esempio e da loro ci si aspetta una condotta esemplare. I politici devono servire il popolo, non dominarlo (…) Questo spiega in gran parte il motivo per cui la fiducia delle persone nella politica sia molto bassa e continuerà a ridursi se i politici non miglioreranno il loro livello di conformità in relazione alle norme d’integrità».

Come riporta l’Agenzia Ansa vi è un richiamo anche all’Italia: deve «mettere fine» alla commistione tra politica e magistratura regolando il fenomeno “delle porte girevoli” che permette ai giudici di passare in politica e poi tornare a indossare la toga, e che consente ai magistrati di detenere contemporaneamente una carica a livello locale. «Così il Greco» – riporta la principale agenzia di stampa nazionale – «organo anti corruzione del Consiglio d’Europa, che nel presentare i risultati del 2019, ricorda di aver raccomandato sin dal gennaio 2017 alle autorità italiane d’intervenire su questo fronte». Per il presidente dell’organo di Strasburgo Marin Mrčela «Quando il Greco emette una raccomandazione, lo fa perché ha scoperto una falla nel sistema e gli Stati non dovrebbero aspettare che scoppi uno scandalo per intervenire e risolverla».

Alla fine del 2019, 15 Stati erano soggetti alla procedura di non conformità del quarto round del GRECO: Armenia, Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Principato di Monaco, Macedonia settentrionale (Ex Repubblica jugoslava di Macedonia), Polonia, Portogallo, Romania, Turchia e Ungheria. La Bielorussia è l’unico Paese nella procedura di non conformità sotto il giunto primo, secondo round, e il terzo round.

Per il quarto ciclo di valutazione i temi esaminati per la prevenzione della corruzione nei confronti di parlamentari, giudici e pubblici ministeri sono stati:

  • Principi etici e regole di comportamento
  • Conflitto d’interesse
  • Divieto o limitazione di determinate attività
  • Dichiarazione di attività, reddito, passività e interessi
  • Applicazione delle norme relative ai conflitti di interesse
  • Consapevolezza

In coincidenza con il suo 20° anniversario, il GRECO ha deciso di avviare una nuova funzione di consulenza, grazie alla quale sarà in grado di fornire, su richiesta, assistenza agli Stati membri e agli organi del Consiglio d’Europa preparando relazioni sulle competenze.

Il Gruppo di Stati contro la Corruzione si pone l’obiettivo di rafforzare le capacità dei propri membri di lottare contro la corruzione, monitorando la loro osservanza degli standard anticorruzione del Consiglio d’Europa attraverso un procedimento dinamico di valutazione e pressione reciproca. Tale procedimento permette di identificare eventuali mancanze nelle politiche nazionali, spingendo gli Stati a promuovere riforme in ambito legislativo e istituzionale. L’adesione è aperta a tutti gli Stati. Da agosto 2010 tutti i membri del Consiglio d’Europa sono anche membri del GRECO. Inoltre, hanno aderito anche gli Stati Uniti e la Bielorussia. Per di più, ogni Stato che ratifichi la Convenzione Penale (o Civile) sulla Corruzione diviene automaticamente membro e accetta le sue procedure di valutazione. L’unica vera condizione per entrare a farne parte è la volontà di partecipare appieno ai suoi procedimenti di valutazione reciproci. Al momento si compone di 49 Stati.

Il GRECO opera attraverso cicli, chiamati Round di Valutazione, ognuno relativo ad uno o più temi specifici:

Il primo Round di Valutazione (2000-2002) si è occupato delle strutture nazionali investite del compito di combattere la corruzione, dei mezzi a loro disposizione, della loro specializzazione e indipendenza. Si è inoltre preoccupato dell’immunità dei funzionari pubblici dall’arresto, dai procedimenti a loro carico, eccetera eccetera.

Il secondo Round di Valutazione (2003-2006) si è concentrato sull’identificazione, il sequestro e la confisca di beni derivanti dalla corruzione, sulla prevenzione e sulla deterrenza della corruzione nella Pubblica Amministrazione, sull’uso delle persone giuridiche (ad esempio società) al fine di proteggersi dall’accusa di corruzione.

Il terzo Round di Valutazione (lanciato nel 2007) riguarda le incriminazioni contenute nella Convenzione Penale sulla Corruzione e la trasparenza nel finanziamento ai partiti.

Il quarto Round di Valutazione (lanciato nel 2012) si concentra sulla prevenzione della corruzione nei confronti di parlamentari, giudici, rappresentanti della pubblica accusa.

Il quinto Round di Valutazione (lanciato nel 2017) ha come scopo quello di prevenire la corruzione e promuovere l’integrità nei Governi e nelle forze di polizia.

Si esegue un procedimento composto di due parti, una valutazione reciproca e una procedura di conformità. Tale procedura si applica indistintamente a tutti gli Stati membri in ogni Round di Valutazione.

 

Ginevra Larosa

Foto © Consiglio d’Europa

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