Sconfitta la spagnola Nadia Calvino, nei pronostici della vigilia favorita rispetto agli altri candidati
L’asse dei Paesi del Sud non ce l’ha fatta. E a sorpresa è l’irlandese Paschal Donohoe il nuovo presidente dell’Eurogruppo, l’organismo informale europeo che riunisce i ministri economici dei 19 Paesi della zona euro.
Classe 1974, irlandese di Dublino, conservatore del Fine Gael, formazione che a Strasburgo siede tra i banchi del Ppe, Donohoe è ministro delle Finanze nel suo Paese dal 2017. Appena eletto ha dichiarato di voler lavorare seguendo la linea del suo predecessore, il portoghese Mario Centeno. Che, dice, «durante il suo mandato ha gettato le basi per rafforzare l’euro e renderlo più resiliente nei momenti di crisi. È stato un privilegio avere l’opportunità di lavorare con Mario, prima come collega ministro e poi come presidente dell’Eurogruppo. Ho visto di prima mano le sue qualità di competenza e di pazienza, la sua dedizione».
Eppure, la continuità rispetto al mandato del dimissionario Centeno senza dubbio l’avrebbe meglio garantita la spagnola Nadia Calvino. Invece, è sfumata l’ipotesi di avere una donna, tra le migliori economiste del Vecchio Continente e grande esperta della macchina istituzionale dell’Ue, alla guida dell’Eurogruppo. Nella corsa per il timone dei ministri delle Finanze dell’Eurozona la ministra spagnola veniva data per favorita. Ma i pronostici della vigilia non hanno avuto l’esito sperato. La stessa Calvino ha dichiarato che 10 Paesi si erano impegnati a sostenerla. Numeri alla mano, avrebbe avuto la maggioranza. Ma è evidente che «qualcuno non ha mantenuto le promesse». «Queste cose succedono», ha dichiarato, definendo “inutile” ogni congettura sulla sua sconfitta. Anche l’Italia, ovviamente, l’ha sostenuta. L’asse del Sud ha lavorato per mantenere la presidenza nelle mani di un Paese latino. Ma è probabile che durante la seconda votazione con il ritiro dalla corsa del terzo candidato, il lussemburghese Pierre Gramegna, il fronte del Nord si sia ricompattato. Facendo confluire i voti di Gramegna su Donohoe.
Adesso, il primo banco di prova del neo-presidente sarà il negoziato sul Recovery Fund che da mesi impegna i Paesi Ue per la ricerca di un compromesso. «Penso che ci sia molto da fare ma credo che la volontà ci sia. Nelle discussioni che avuto con tutti nella campagna per la presidenza dell’Eurogruppo» – ha premesso il nuovo presidente – «sono stato colpito dalla consapevolezza che ognuno ha sulle sfide che ci sono e delle risposte che dobbiamo dare. Lavorerò duro. Il prossimo passo sarà il meeting dei leader Ue alla fine della settimana prossima». Inoltre, promette: «Nel corso della mia presidenza lavorerò con tutti per capire come la nostra valuta comune possa essere il fondamento per rispondere e superare queste grandi sfide».
Annamaria Graziano
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