Due nuovi francobolli del Consiglio d’Europa da la Poste francese

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Il 7 settembre 2020 emesse due affrancature di servizio che sarranno validi solo per la corrispondenza delle lettere in partenza da Strasburgo: uno per celebrare i 70 anni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, l’altro per il 25° anniversario del Palazzo dei Diritti Umani

Da stamattina saranno emessi due francobolli di servizio validi solo per la corrispondenza delle lettere in partenza dalla sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo da parte del servizio postale francese: uno per celebrare i 70 anni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, l’altro per il 25° anniversario del Palazzo dei Diritti Umani.

La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali è nata sullo sfondo della terribile devastazione del secondo dopoguerra. L’iniziativa dei leader europei di sviluppare un tale strumento dimostra la loro determinazione a imparare dagli errori del passato e ad aiutare le persone a proteggersi dalle pratiche abusive dello Stato. Ispirata dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la Convenzione è un trattato unico, giuridicamente vincolante, la cui applicazione è controllata da un tribunale internazionale indipendente, che protegge i diritti e le libertà fondamentali di tutti. Originariamente firmata da 12 Paesi il 4 novembre 1950 (ed entrata in vigore il 3 settembre 1953), la Convenzione protegge oggi più di 830 milioni di persone in 47 Stati europei.

Nel corso degli anni, diversi protocolli hanno integrato la Convenzione su questioni quali il divieto di discriminazione e l’abolizione della pena di morte. L’ultimo protocollo aggiunge una nuova dimensione al dialogo giudiziario in Europa, in quanto consente alle corti nazionali superiori che lo hanno accettato di chiedere pareri consultivi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. L’attuazione di oltre 20.000 sentenze della Corte da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa ha migliorato la vita delle persone in molti modi in tutto il Vecchio Continente. La Convenzione ha anche portato una moltitudine di cambiamenti positivi, sia attraverso la sua applicazione nel diritto nazionale da parte delle autorità nazionali, sia attraverso il suo contributo al rafforzamento degli standard di protezione dei diritti umani in tutto il mondo.

Strumento vivo e in evoluzione, essa ha ripetutamente dimostrato la sua capacità di adattarsi alle nuove sfide in materia di diritti umani in settori quali la privacy, la protezione dei dati e la biomedicina. Questa adattabilità sarà fondamentale per aiutare il Vecchio Continente ad affrontare le nuove sfide ai diritti dei cittadini poste, ad esempio, dal progresso tecnologico e dalle minacce all’ambiente naturale. Dieci anni di riforme hanno rafforzato la macchina della Convenzione, tuttavia, permangono sfide significative, tra cui l’arretrato delle cause pendenti dinanzi alla Corte e la necessità di garantire la piena attuazione delle sue sentenze. L’adesione dell’Unione europea alla Convenzione sarebbe un altro importante passo avanti, che contribuirebbe ad armonizzare ulteriormente la protezione dei diritti umani in tutto lo spazio giuridico europeo.

La Convenzione europea dei diritti dell’uomo garantisce il diritto a un giusto processo, la libertà di espressione, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Vieta la tortura, la schiavitù, il lavoro forzato e la discriminazione. È stato il primo trattato a creare una giurisdizione sovranazionale, la Corte europea dei diritti dell’uomo, nel 1959, per garantire il rispetto dei diritti dell’uomo. Accettando di essere condannati da una giurisdizione sovranazionale, gli Stati sovrani hanno riconosciuto che i diritti umani hanno la precedenza sulle leggi e sulle pratiche nazionali. La sua ratifica è un prerequisito per l’adesione al Consiglio d’Europa. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa garantiscono i diritti civili e politici fondamentali non solo ai loro cittadini, ma anche a tutte le persone che rientrano nella loro giurisdizione.

 

ll 25° anniversario del Palazzo dei Diritti Umani

La Corte europea dei diritti dell’uomo è oggi facilmente identificabile in tutto il mondo grazie al suo logo, che prende la forma del Palazzo dei diritti dell’uomo in cui ha sede a Strasburgo. Questo edificio, la cui forma simbolica illustra e rappresenta la giustizia, è stato progettato dall’architetto britannico Richard Rogers, che è anche co-autore del Centre Pompidou di Parigi. Realizzato in metallo rivestito di alluminio, vetro e cemento, l’edificio si erge maestoso lungo l’acqua. Anche la scelta dei materiali è simbolica: l’alluminio è come un’armatura, garanzia di indipendenza e neutralità; il vetro rappresenta la trasparenza e l’accessibilità della giustizia; il cemento dimostra che non ci sono fronzoli e che in questi luoghi si va all’essenziale. Un’opera architettonica forte ed emblematica, il Palazzo dei Diritti Umani, dove la CEDU ha sede dal 1995, ha ricevuto nel 2015 il marchioRemarkable Contemporary Architecture“. Nel 2007, Lord Richard Rogers ha ricevuto il Premio Pritzker, considerato il “Premio Nobel per l’architettura”.

 

Rossella Vezzosi

Foto © Consiglio d’Europa, La Poste, Giurdanella

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