“Pesche sciroppate” di Michela Bari: le storie da una città in quarantena

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Pesche Sciroppate di Michela Bari
Pesche Sciroppate di Michela Bari

Un successo di pubblico e di critica l’opera prima del giovane avvocato romano presentata alla libreria Eli di Roma, ambientato durante il lockdown

Il successo di “Pesche sciroppate” di Michela Bari è ben visibile. Basta cercare di acquistarlo su Amazon e leggere le recensioni di chi lo ha già letto.

Tutti entusiasti. Avevamo sentito parlare di questo libro, avevamo ascoltato anche un’intervista che l’autrice, giovane avvocato romano di diritto del lavoro, aveva rilasciato a Rai Radio Uno.

Allora l’abbiamo ordinato (la Bari ha scelto l’autopubblicazione: il romanzo è acquistabile su Amazon) e, dobbiamo essere sinceri, lo abbiamo letto nel giro di due sere. Tre storie, due mesi (di lockdown), una città (Roma).

Michela Bari, autrice di “Pesche sciroppate”, nel corso della presentazione

Le pagine sembrano bagnate nell’olio extravergine: tutto fila liscio. Fa eccezione qualche coupe de theatre che arriva all’improvviso, inatteso. La trama ben strutturata, i personaggi precisamente caratterizzati, le storie che avanzano come rette parallele ma che, in barba alla geometria, sono destinate a toccarsi in qualche punto.

Sullo sfondo – ma solo sullo sfondo – il tema del lockdown. Che più che un tema, è un mero contesto temporale. Le storie si sviluppano in tre abitazioni, e non potrebbe essere diversamente. Proprio per questo, il romanzo ha molto di realistico e ben poco di immaginifico. La quarantena è un periodo che tutti abbiamo vissuto, ciascuno a casa propria. Perciò al lettore non viene assolutamente complicato figurarsi “il proscenio” in cui calare ciò che legge.

Una coppia sposata (con figli) e scoppiata; un ragazzo che si trova da solo a dover assistere sua nonna; la fortunosa convivenza tra una ragazza e il miglior amico del suo fidanzato. I protagonisti sono sei, con tanti “figuranti” sullo sfondo e uno che possiamo definire il deus ex machina del racconto.

«Sembra strano, ma vedere ogni sera tutte le finestre accese mi ha fatto immaginare cosa potesse accadere in quelle case. E ho cominciato a scrivere. Il titolo compare una sola volta nel romanzo, ma mi piaceva e ho scelto di scriverlo anche sulla copertina», spiega Michela Bari, che ha presentato la sua opera venerdì scorso presso la Libreria Eli di Viale Somalia, a Roma (il video è sulla pagina Fb di Eurocomunicazione). «Poi, cercando su Google, ho scoperto che il procedimento per la realizzazione delle pesche sciroppate è incredibilmente vicino a quello che è accaduto a tutti. Devono rimanere per tre mesi al buio, calate nello zucchero. Una coincidenza troppo grande per non poterla sfruttare».

https://www.facebook.com/Eurocomunicazione/videos/723225901736854

Considerato il contesto in cui è ambientato – il lockdown, appunto – è alto il rischio che il lettore disattento possa considerare “Pesche Sciroppate” di Michela Bari un romanzo superficiale. «È leggero, che è l’esatto opposto di superficiale», spiega l’autrice. Certo, possono spiccare la tensione tra marito e moglie, il romanesco del nipote che cura sua nonna e la convivenza tra due che quasi non si conoscono. Ma la Bari tratta temi di grande serietà e molto presenti nella società italiana di pochi mesi fa.

«Il periodo di quarantena» – afferma infatti – «ha fatto venir fuori molte cose di noi, molti momenti davvero complicati da gestire. E questo ha prodotto quello che io ho cercato di condensare in dialoghi e pensieri dei protagonisti, lontani dalla spensieratezza che molti di noi hanno cercato di procurarsi per vincere quelle ore drammatiche».

Tutti momenti che, nel corso della presentazione, sono venuti fuori dalle letture di alcuni brani, affidate all’attrice Sara Schivazappa.

 

Pierfrancesco Mailli

Foto © Eli

Video © Eurocomunicazione

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