Midnight Sun, nella mente del vampiro innamorato

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In classifica tra i top 5 della narrativa straniera il romanzo pubblicato dalla Fazi Editore in una prima tiratura di 100mila copie

La grande attesa

Dopo più di dieci anni finalmente ha visto la luce quello che è un vero e proprio evento editoriale, Midnight Sun, l’attesissimo romanzo di Stephenie Meyer. A lungo posticipato “a data da destinarsi”, dopo che una prima bozza del romanzo circolò illegalmente, a fine settembre è uscito in Italia, pubblicato dalla Fazi Editore, nella collana Lainya.

L’autrice

Stephenie Meyer, scrittrice americana che vive in Arizona con il marito e i tre figli, ha raggiunto il successo con la serie bestseller Twilight e oggi ci fa tornare indietro in un mondo fantastico per mostrarci come la storia tra Edward Cullen e Bella Swan è diventata iconica. Stavolta la scopriremo da un nuovo punto di vista: dai racconti e dalle confidenze del bellissimo vampiro. Sin dal primo momento l’incontro con Bella è per lui la cosa più spaventosa e intrigante che gli sia mai successa nella sua lunga vita.

Il mix che vi conquisterà è un cocktail sui piaceri e sulle devastanti conseguenze dell’amore immortale.

L’opera letteraria

La saga letteraria di Twilight è stata un successo planetario: 160 milioni di copie vendute nel mondo. Dal quale sono stati tratti cinque film campioni al boxoffice con Robert Pattinson e Kristen Stewart, incassando 3 miliardi e 300milioni di dollari.

Libri più film

La storia di Twilight non sono i film, però, sono i romanzi, le pagine, tante, tantissime pagine che hanno raccontato una storia epica davvero fantastica. Il suo trionfo? Probabilmente l’idea di ridisegnare l’immagine di una figura letteraria che ha da sempre inculcato terrore. Nella fervente fantasia della Meyer scopriamo che c’è sempre una possibilità di redenzione, una variante che può mostrarci le cose in maniera diversa. E ci si ritrova, dopo poche pagine, letteralmente affascinati dalla figura di un vampiro che irradia qualcosa di obiettivamente impensabile: sentimenti.

Il fenomeno di Twilight non si è mai assopito. Dopo l’annuncio dell’uscita di Midnight Sun il sito dell’autrice è andato in tilt per la quantità di accessi. Nel giro di pochi minuti sono state pubblicate centinaia di migliaia di tweet sulla notizia.

L’uscita di questo romanzo sta riportando alle vendite anche i precedenti volumi. La casa editrice Fazi Editore è già pronta con la seconda ristampa di Midnight Sun.

Nel romanzo

Questa è una saga letteraria che o la ami o la odi, non ha vie di mezzo. Chi ha letto, o forse sarebbe meglio scrivere divorato, tutti i romanzi Twilight, New Moon, Eclipse e Breaking Dawn non potrà non sentire l’esigenza di fare un giro nella testa di Edward Cullen. Perché? Le risposte sono tante. Scoprire la storia dal suo punto di vista. Conoscere la sua mente centenaria. Capire se anche lui ha dei desideri umani. Sbirciare le sue percezioni della realtà, le strane sconosciute reazioni che avverte, nonostante la sua pelle marmorea e fredda. Edward si apre completamente ed è come leggere di nascosto un diario segreto, senza censure e inibizioni.

La storia raccontata da lui

Le 780 pagine di questo romanzo sono intrise di ogni aspetto di questa figura che la penna della Meyer ha prodotto. Riusciamo anche, finalmente, a sapere cosa fa quando resta vicino a Bella tutta la notte, ogni notte… la protezione più totale che lui sente di dover avere nei suoi confronti e, in questo caso, dai sogni più personali ai ragni che si spaventano di fronte alla sua visione. Ogni cosa o essere vivente deve essere allontanato da Bella per non infastidirla quando dorme, in una maniera illogica, se vogliamo ridicola.

La ragione domina sugli istinti

Edward dalla prima volta che vede Bella avverte i suoi occhi ingannevolmente comunicativi. Non riesce a leggere i suoi pensieri e percepiamo in ogni pagina la sua frustrazione. La fissa in maniera insistente, incandescente. Inspiegabilmente avverte l’esigenza di una protezione nei suoi riguardi, definendola subito come uno strano impulso che non riesce a comprendere. E proprio quando Edward si avvicina a Bella per capire come mai i suoi pensieri risultano cosi stranamente silenziosi, avverte il suo profumo come l’esplosione di una granata.

«Il profumo era una nebbia fitta che mi avvolgeva il cervello. I miei istinti infuriavano, si opponevano al controllo, sconnessi».

Abbiamo imparato a conoscerlo come il miglior predatore al mondo con il dono di leggere nel pensiero. Oggi scopriamo un ragazzo ansioso, impaurito, tormentato, inconsapevole di ciò che prova. Quello che per Edward è un dolore, una tentazione fortissima per la sua vita da vampiro vegetariano, si trasforma subito in una perfetta convivenza tra sedazione di una profonda angoscia e percezione di un piacere ineluttabile, provocato soltanto dalla vicinanza di Bella.

Gli occhi stranamente intensi e il pensiero impenetrabile

«Mentre guardavo in quegli occhi stranamente intensi – il colore era quello del cioccolato al latte, ma la limpidezza era più simile a quella del tè forte, c’erano profondità e trasparenza; vicino alle pupille erano screziati di verde agata e caramello dorato – mi resi conto che il mio odio, l’odio che avevo immaginato lei meritasse per il semplice fatto di esistere era svanito. Ora che non respiravo, ora che non sentivo il suo profumo, trovavo difficile credere che una persona così vulnerabile potesse mai meritare di essere odiata».

La carezza di Bella, la benevolenza del suo tocco, è l’antidoto in grado di calmarlo.

Sono tanti gli aneddoti che restano in mente. Come il tappo dell’acqua. A mensa, per la prima volta a pranzo con Bella, come ricordo della loro prima conversazione significativa, Edward prende il tappo della sua bottiglia per avvicinarsi e sfiorarle la mano. Un semplice tappo che porterà sempre con sé nella tasca dei pantaloni come talismano, il suo sciocco ma rassicurante legame con lei finché non lo sbriciolerà alla fine, sulle note dell’Adagio sostenuto dal secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov.

Non passa inosservato il capitolo dedicato alla melodia composta in onore del suo unico amore. Riusciamo quasi ad ascoltare le note attraverso le descrizioni degli accordi, un’armonia dolce, toni alti e bassi perfettamente armonizzati in un pentagramma immaginario ma che risulta ben leggibile.

E così il leone si innamorò dell’agnello

Diventa talmente spasmodica la volontà di starle accanto sempre e comunque, anche la notte, ogni notte a sua insaputa. Quando lei lo sogna, lo invoca, lo pensa in maniera opprimente.

«All’improvviso provai uno struggente desiderio di dormire. Non per estraniarmi, non per sfuggire alla noia, ma perché volevo sognare. Forse, se avessi perso conoscenza, se fossi stato capace di sognare, avrei potuto vivere per qualche ora in un mondo dove per me e lei fosse possibile stare insieme. Lei mi sognava. Anch’io volevo sognarla. Io non potevo sognarla. Lei non avrebbe dovuto sognarmi».

Quella ragazza diventa il centro di gravità della sua mente. Perché per Edward osservare Bella dormire significa conoscere i pensieri silenziosi, la tentazione di quelle parole incustodite, pronunciate inconsciamente era troppo allettante.

Incatena così il mostro che è in lui, lo nasconde, lo sotterra e si lascia travolgere dalle emozioni, vivendo le sue frustrazioni, le sue ansie per una realtà che non sente di appartenergli, per quella volontà intrinseca irrealizzabile di essere un ragazzo umano come lei. Cerca per se stesso la definizione più adatta a descrivere ciò che vuole essere, ovvero un protettore, un angelo custode o meglio un vampiro custode della vita di Bella.

 «Può un cuore morto tornare a battere? Il mio sembrava sul punto di farlo… per un lungo istante mi lasciai sommergere. Quando riemersi, non ero più lo stesso uomo. La mia vita era un’infinita, immutabile mezzanotte. Era necessario che lo fosse per sempre, per me. Quindi com’era possibile che adesso, nel cuore della notte, stesse sorgendo il sole?».

Edward che è sopraffatto dalla tensione per ogni cosa. Per un calore che non può trasmettere, per pensieri che non può gestire, per un piacere che non è in grado di comprendere quasi al pari di un bambino.

«Il suo profumo mi bruciò la gola e ne fui felice. Era un dolore che significava che lei era viva. Finché bruciavo, lei era salva».

Scopriamo il colore che preferisce sulla pelle di Bella, quello che meglio la illumina e attraverso i suoi pensieri conosciamo cosa lo trasporta nella radura. Veniamo finalmente a sapere cosa succede agli aggressori di Bella a Port Angeles.

L’elemento che li lega

E poi c’è il sangue, descritto in tante pagine. Elemento indiscutibilmente essenziale nella testa del protagonista. La penna della Meyer non ce ne dà un’accezione macabra ma ce lo mostra sotto diversi punti di vista.

Edward intravede il sangue scorrere sotto il sottile velo della pelle chiara di Bella come seta stesa sopra un vetro, incredibilmente morbida e fragile, lo sente pulsare ritmicamente, lo ascolta stillare dal suo cuore quando si emoziona a stargli vicino, aumentando le pulsazioni, lo vede sulle guance quando Bella arrossisce, lo percepisce come una tortura ogni volta che le sta accanto attraverso il suo odore dolce, fino ad arrivare a scoprirne il sapore quando la salva dal veleno del morso del segugio. Quella beatitudine sublime che lo pervade è anche la chiave che gli fa scoprire quanto sia più forte la sua volontà di scelta, rispetto al mostro che gli urla dentro. Edward sceglie l’amore, la totale devozione nei confronti di Bella, segue il suo cuore.

La mitologia greca

In Midnight Sun leggiamo analogismi con la mitologia: Persefone con la melagrana in mano mentre si condanna agli inferi, un riferimento che compare spesso nelle pagine del romanzo come spiegazione e personificazione di se stesso che ha Edward. Semplicemente perché vede in lui l’artefice di sofferenza più che di amore nei confronti di Bella.

«Ero io la sua condanna? Ade in persona, che bramava la primavera, la rubava e la condannava a una notte infinita». E definisce ogni parola che pronuncia nei confronti di Bella come un chicco di melagrana.

I dubbi di Edward sono poi sempre proiettati sulle stesse paure: «Rimanere nella primavera di Persefone, tenendola al riparo dal mio mondo degli inferi». Ovvero, come poterle stare accanto senza influire negativamente sulla sua vita?

Dalla tensione all’immortalità nel testo

Questo romanzo non è una rilettura di Twilight è molto altro.

È Edward, è un’immersione totale nei suoi pensieri.

La sua vita non vita. Lui che di vampiro ha una caratteristica, la sua essenza, che non gli si addice. Lui che il sangue umano l’ha assaggiato, non gustato, solo in un breve periodo erigendosi a giustiziere di realtà che disprezzava, punendo, nella sua maniera, stupratori e pedofili. Senza dare una possibilità di redenzione finché la sua anima non anima l’ha risvegliato ricordandogli che c’è un’altra possibilità, come sempre, per non essere un mostro ma altro. Lui che l’ha aspettata per «un tempo infinitamente lungo», Edward per il quale «nessuna misura del tempo sarà mai abbastanza» con la sua Bella ma con la quale inizia un per «sempre» infinitamente eterno.

In ogni pagina siamo invasi dal fuoco che l’odore di Bella provoca in gola a Edward e, nell’evoluzione del romanzo, riusciamo a capire come e quando per lui diventa impossibile soltanto ipotizzare di uccidere la persona che sente di amare. Edward che non crede di avere un’anima e che non sapeva cosa fosse l’amore, non ne ha ricordi della sua vita passata né pensava di avere la possibilità di incontrare questo sentimento.

Edward è l’adolescente che è rimasto 17enne dal 1918 e non comprende l’eccitazione nella sua percezione più naturale ma la confonde con il più recondito istinto primordiale insito in lui. Dal primo tocco, lo sfiorarsi delle dita, il percorso di mani che si incontrano, si avverte la soavità di un soffio di vento ma con la potenza deflagrante di una supernova. Il primo bacio che, come i lettori ben sanno, non avviene come nella visione cinematografica nella stanza di Bella, è per Edward l’apoteosi del tormento misto a un piacere innaturale, inspiegabilmente eccelso. È una complessità fitta di sentimenti contrastanti.

«Che strana alchimia era mai quella, che un tocco delle labbra potesse essere tanto più intenso di un tocco delle dita? Sembrava che un nuovo sole stesse esplodendo nel punto esatto in cui le nostre bocche si erano incontrate e che il mio intero corpo fosse riempito di questa luce folgorante fino a frantumarmi in mille pezzi».

 

Alessandra Caputo

Foto © Fazi Editore, Summit Entertainment

 

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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