Mes: mercoledì il voto. Dall’Europa segnali di preoccupazione

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Sui rimpasti il premier Conte fa un appello: «dovete uscire allo scoperto e chiedere cosa volete»

Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), detto anche Fondo salva-Stati, è un’organizzazione internazionale a carattere regionale. Nasce come fondo finanziario europeo per la stabilità finanziaria della zona euro. Istituita per trattato dagli Stati membri per fondare un’organizzazione internazionale con sede in Lussemburgo, che avrebbe dovuto fungere da fonte permanente di assistenza finanziaria per i Paesi in difficoltà, con una capacità di prestito massima di € 500 miliardi.

9 Dicembre

Il giorno dopo l’Immacolata Concezione ci sarà la decisione del Governo sul Mes che tanto sta destando preoccupazione per i vari pareri discordanti. Il premier poi dovrà vedersela con il Consiglio Ue. Difficili le trattive con Polonia e Ungheria, a cui si aggiunge chi, a Bruxelles, comincia ad avere qualche perplessità sulla tenuta dell’esecutivo. “L’Italia gioca col fuoco“, si legge sul Die Welt. Dando, forse, eco ai primi segnali di preoccupazione che si respirano a Berlino sul governo Conte II.

Presidente del Consiglio

Giuseppe Conte si mostra sicuro in un intervista con La Repubblica: «il Governo non cadrà». E poi «siamo in guerra con il virus e l’Italia partecipa ai processi riformatori europei con un ruolo da protagonista e così sarà fino a quando avrò responsabilità di governo». Per finire «non temo il voto sul Mes» – sottolinea – «perché il voto non sarà sull’attivazione del Salva-Stati ma su alcune sue modifiche che, grazie anche al contributo dell’Italia, sono servite a migliorare un meccanismo già esistente dal 2012».

Sui rimpasti fa un appello: «dovete uscire allo scoperto e chiedere cosa volete».

Recovery Fund

Fra i temi principali c’è il Recovery Fund del quale si approverà il budget lunedì, con tutti gli appostamenti. «Approfondiremo anche la sessantina di progetti che hanno superato il vaglio preliminare e che sono ormai in dirittura finale. Li raggrupperemo in 17 clusters. Esprimeranno una chiara visione del Paese individuando, le carenze strutturali da superare».

Ha poi continuato: «approveremo anche la struttura di governance con coordinamento presso la Presidenza del Consiglio. Un comitato ristretto deputato a vigilare con costanza tutta la fase attuativa. Ne faremo parte io, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. La supervisione tecnica dell’attuazione sarà affidata a una struttura composta da sei manager, assistiti da uno staff dotato delle necessarie competenze professionali».

Progetti

Alcuni dei piani «saranno centralizzati, altri avranno una dimensione capillare sul territorio. Dal potenziare l’offerta degli asili nido, offrendo servizi per 750 mila bambini, a un vasto programma di efficientamento energetico, cablaggio e messa in sicurezza degli edifici pubblici. A partire da scuole e ospedali cui sarà dedicato quasi il 10% delle risorse del Piano. I 60 progetti li abbiamo selezionati con l’obiettivo di rendere il Paese, al contempo, più competitivo e più inclusivo», ha spiegato il presidente del Consiglio.

Conclude affermando che «la parte del leone la faranno il green e il digitale, ma molti progetti saranno mirati a eliminare le diseguaglianze, incluse quelle di genere e territoriali. I sei esperti avranno compiti di monitoraggio esecutivo. Nessun ministro sarà espropriato dei suoi poteri di impulso e di indirizzo, così come nessun amministratore locale sarà espropriato delle sue responsabilità».

La maggioranza al Senato

I numeri, in effetti, non sono disperati neanche al Senato. La maggioranza balla tra 166 e 168, con l’incognita di Forza Italia dove più di un parlamentare potrebbe disobbedire all’ordine di scuderia del “no” al Mes e sganciarsi dall’asse Lega-Fratelli d’Italia. Le defezioni del M5s ci saranno, ma non saranno copiose. E forse, più che al voto contrario, i frondisti si appelleranno all’escamotage dell’assenza.

Matteo Renzi

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi in un tweet scrive: «Io penso che sul voto sul Salva-Stati del 9 non ci sarà un incidente fatale. Anche perché altrimenti la responsabilità della crisi sarebbe tutta sulle spalle dei 5S. La partita riguarda loro, certamente non il Pd e neppure Italia Viva».

Quindi secondo Matteo Renzi il voto parlamentare sul Salva-Stati non riserverà sorprese, ma in caso contrario, afferma con certezza che il presidente Conte dovrebbe dimettersi. «Quello del rimpasto di governo per l’ex premier è un tema chiuso dopo l’aver sentito Conte dire, nel giorno in cui abbiamo avuto mille morti, che lui dispone dei migliori ministri. Io ne prendo atto. Quanto a durare fino al 2023 non so. Se questa è la squadra non ci giurerei, ma magari sarò smentito».

Dalla Farnesina

«Ho capito che mi dite che Gualtieri non vi ha dato ascolto in Commissione ma non è che per questo noi andiamo contro il presidente del Consiglio che abbiamo nominato noi. Io non ho paura di tornare al voto. Il problema è che perdiamo Conte. E trovare un altro nome come il suo non ci riusciamo». Così Luigi Di Maio chiudendo l’assemblea M5S. Poi ha aggiunto: «Io non ho paura neppure di un rimpasto, non ho paura di far un’altra squadra di governo. Ma se diamo il fianco a questa cosa qui, diamo fianco a quella parte delle forze politiche che vuole cambiare il presidente del Consiglio».

«Sento tante bugie in questi giorni, mercoledì non si vota in aula sull’accesso al Mes, questo è un tormentone italiano» – ha poi dichiarato Di Maio a Sky Tg24 – «Nessun Paese in Europa l’ha richiesto. Non conviene usare quello strumento, prendiamo i soldi sul mercato e dal Recovery. Mercoledì si vota sulla relazione di Conte alle Camere alla vigilia del vertice Ue, dove andrà per sbloccare i fondi del Recovery. Non solo auspico massima unità e compattezza ma considero irresponsabile votare contro il presidente del Consiglio».

Vito Crimi

«Quello che si voterà sarà una risoluzione alle comunicazioni del premier Giuseppe Conte e io sono convinto che ci sarà risoluzione unitaria di maggioranza che guarderà oltre alla riforma del Mes. Il Governo non cadrà assolutamente», ha spiegato l’attuale capo politico M5S Vito Crimi.

Dal Mef

Per il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, «sono assolutamente fiducioso che ci sarà un voto positivo sulla riforma del Mes, sarebbe incomprensibile che l’Italia esercitasse un veto mentre si sta battendo contro veti di altri Paesi sul Recovery Plan»

 

Vedi anche l’altro nostro articolo su eurocomunicazione.eu

 

Ginevra Larosa

Foto © Milano post, Tiscali, Punto informatico, Governo, Farnesina

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