Francia: i casi aumentano, forse un’altra variante?

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Francia

L’Unione europea, per ora, si dichiara contraria all’utilizzo dei certificati vaccinali per i viaggi

Negli ultimi giorni un vero e proprio boom di casi si è verificato in alcune zone della Francia. Molte le ipotesi sulla possibilità di una nuova variante, diversa da quella inglese.

Ospedale di Compiègne

Un vero e proprio focolaio si è formato nell’ospedale di Compiègne, a nord di Parigi. Sono 170 i pazienti contagiati, di cui 70 appartenenti al personale sanitario. Sembrano essere coinvolti quasi tutti i reparti che ospitarono i primi casi di Covid-19 quasi un anno fa. I test effettuati dagli esperti escluderebbero la variante inglese e di conseguenza si pensa a una nuova mutazione del virus che potrebbe essere più contagiosa. Analogo fenomeno registrato nel sud-ovest, nel centro e nell’est della Francia. E in diversi ospedali la media dei contagi è molto più alta rispetto a quella della restante Nazione.

Vaccinazioni basse per i francesi

In Francia sono state vaccinate solo poco più di 700 mila persone. Un dato molto basso rispetto al numero di contagiati, ma anche rispetto agli altri Paesi europei. Infatti in Italia, come in Germania, siamo a circa 1,3 milioni, in Spagna un milione. C’è poi il Regno Unito che ha già vaccinato oltre cinque milioni di persone.

FranciaQualche settimana fa i cittadini francesi erano molto scettici sul vaccino e hanno fatto sentire la loro voce, anche per questo c’è stato un rallentamento nelle somministrazioni. Adesso, invece, protestano per la lentezza, e il presidente Emmanuel Macron non ci sta: «C’è questa specie di caccia incessante all’errore», ha dichiarato davanti agli studenti del campus di Saclay, appena fuori Parigi. «Siamo diventati una Nazione di 66 milioni di procuratori. Ma non è così che si affrontano le crisi e che si avanza. Tutti sbagliamo, tutti i giorni. Non sbagliano mai solo quelli che non fanno niente o che ripetono, meccanicamente, le stesse cose».

Verso un terzo lockdown 

Sembra, ormai, inevitabile il terzo lockdown in Francia, forse in concomitanza delle vacanze scolastiche invernali, previste per le ultime due settimane di febbraio. Una settimana fa il coprifuoco è stato spostato dalle ore 20 alle 18 su tutto il territorio nazionale. Il ministro della Sanità Olivier Véran ha affermato in Parlamento che un nuovo lockdown «diventerebbe probabilmente una necessità assoluta, se la circolazione della variante britannica dovesse aumentare in modo sensibile. Quando parlo di una corsa contro il tempo peso le parole».

Escluso per ora in Europa il certificato vaccinale

Da fonti diplomatiche emerge che in una videoconferenza dei leader dell’Unione europea sia stato escluso l’utilizzo di un certificato delle vaccinazioni per viaggiare. In questa fase viene ritenuto prematuro e, anzi, potrebbe essere addirittura inappropriato. Il rischio maggiore sarebbe quello di dare alle persone l’impressione di poter viaggiare senza rischi. Ma la realtà è che potrebbero ancora trasmettere il virus. Inoltre vengono rilevati anche problemi etici e di protezione dei dati personali.

Germania e Austria propongono più controlli

«I nuovi controlli alle frontiere in Ue saranno soltanto l’ultima ratio, la Germania cerca un approccio cooperativo». Queste le parole della cancelliera Angela Merkel in conferenza stampa a Berlino. Ha però ribadito che vi si ricorrerà se i Paesi avranno approcci completamente diversi al problema della mutazione britannica del virus.

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, durante videoconferenza dei leader Ue, si schiera a favore dei controlli alle frontiere. «Sosteniamo le proposte tedesche per controlli più rigorosi alle frontiere e requisiti di test per tenere lontane le varianti del virus. Stiamo lavorando con gli altri Paesi dell’Ue per un’approvazione più rapida e con meno burocrazia di AstraZeneca e di altri vaccini», aggiunge Kurz. «AstraZeneca può fornire all’Austria due milioni di dosi di vaccino nel primo trimestre, cosa che accelererebbe enormemente la campagna vaccinale».

Sputnik V anche per l’Ue?

La cancelliera tedesca, rispondendo a una domanda sullo Sputnik V, il vaccino russo anticovid dichiara: «Se il vaccino sarà approvato dall’Ema, potremo parlare di accordi sulla produzione e anche dell’uso». La Merkel ha anche sottolineato di aver offerto, attraverso il Paul Ehrlich Institut alla Russia un supporto nello sviluppo del vaccino. «Al di là delle differenze politiche che sono ampie, possiamo certamente lavorare insieme in una pandemia, in un settore umanitario».

Vaccino russo

«Lo Sputnik V sarà presto uno dei vaccini più diffusi e accettati del mondo: la prossima settimana una prestigiosa rivista europea, “Peer-reviewed“, pubblicherà i risultati della fase 3 e sarà chiaro a tutti la bontà del lavoro svolto». Lo ha dichiarato l’amministratore delegato del Russian Direct Investment Fund (Rdif), Kirill Dmitriev, in un incontro con la stampa. «Molti Paesi europei sono interessati e, come sapete, stiamo discutendo con la Germania l’opportunità di produrre il vaccino localmente».

Il Rdfi ha annunciato che il vaccino Sputnik V è stato approvato dall’Istituto nazionale di Farmacia e Nutrizione dell’Ungheria. È così diventata il primo Paese dell’Unione europea ad autorizzare l’uso dello Sputnik V. Il vaccino è stato approvato sotto la procedura di autorizzazione per l’uso di emergenza. L’approvazione si basa sui risultati dei test clinici in Russia. Ma anche su una valutazione completa del vaccino da parte degli esperti in Ungheria.

 

 

Ginevra Larosa

Foto © The Connexion, Wikipedia, DW, Sputnik
Video © Eurocomunicazione

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