Intervistato dalla Bild, il ministro Altmaier chiede ai partner di non mischiare le due vicende. Ma Francia e Usa non sono d’accordo
Mentre nelle acque territoriali danesi ieri è iniziata la posa dei tubi sottomarini a completamento del segmento finale del gasdotto Nord Stream 2, il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier si è affrettato a precisare che la reazione della Germania alla questione-Navalny non deve essere collegata alla realizzazione dell’infrastruttura.
In una intervista alla Bild am Sonntag, Altmaier ha sottolineato come “i rapporti d’affari che sono esistiti per decenni sono una cosa, e le nostre reazioni a gravi violazioni dei diritti umani ne sono un’altra“. Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Una posizione che fa seguito a quella già espressa da Angela Merkel. Il 5 febbraio scorso, dopo che Mosca aveva espulso tre diplomatici tedeschi per aver preso parte alle manifestazioni non autorizzate pro-Navalny, la Cancelliera aveva parlato del raddoppio del Nord Stream come una pura questione commerciale. Non la pensa così Parigi, secondo cui il progetto va bloccato.
Approcci diversi su Nord Stream
Nell’intento di barcamenarsi tra le proprie esigenze e le richieste di stop dei partner europei (soprattutto Francia, Polonia e Paesi baltici) la Merkel avrebbe proposto a Emmanuel Macron una possibile soluzione di compromesso.
Secondo fonti stampa tedesche, durante il recente Consiglio di Difesa franco-tedesco, la cancelliera avrebbe accennato a un meccanismo per la chiusura del Nord Stream 2. Da attivare in caso la Russia tentasse di diminuire il flusso del gas in transito sul territorio dell’Ucraina per fare pressioni politiche su Kiev.
Ma per gli Usa il raddoppio di Nord Stream è solo una questione geopolitica: Biden ritiene il gasdotto un pessimo affare per l’Europa ed è intenzionato a imporre nuove sanzioni per le compagnie impegnate nella sua costruzione. Già nel 2019 portarono la svizzera Allseas a ritirarsi.
Infrastruttura ciclopica
Nord Stream 2, gemello del gasdotto Nord Stream già in funzione dall’inizio dello scorso decennio, corre sotto il Mar Baltico dalla costa russa presso San Pietroburgo fino a Lubmin sulla costa tedesca. Lungo più di 1.200 km, avrà una capacità di trasposto pari a 55 miliardi di metri cubi annui di gas dalla Siberia. Porteranno così la fornitura di oro blu russo alla Germania a 110 miliardi di mc annui.
Per rendersi conto della quantità basta pensare che il TAP (il gasdotto che trasporta il gas azero dal Mar Caspio alla Puglia) ha ad oggi una portata di 10 miliardi di mc annui.
Alessandro Ronga
Foto © Dopplegatz, European Union, Kremlin.ru