Da Re: «Dobbiamo costruire l’Europa in una grande Nazione»

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Da Re

L’europarlamentare Da Re testimonia alle Fiamme Gialle di Bruxelles-Ue la svolta europeista della Lega

Sbagliato vedere l’Europa solo come impositore di leggi e regolamenti

La sezione ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) di Bruxelles-Unione Europea, creata nel 2014 (come indicato dal nome e dal logo, che riporta le bandiere nazionale, europea e belga) è costituita da militari della Guardia di Finanza in congedo che si considerano tutti “Patrioti italiani ed europei”. La maggior parte dei quali, dopo aver difeso per anni l’Italia in Europa, sentono ora il dovere di difendere anche l’Europa in Italia. Molti dei soci prestano infatti, o hanno prestato servizio, oltre che presso la Guardia di Finanza, presso diverse Istituzioni o Agenzie dell’Ue. Oltre che in rinomati studi professionali con sede a Bruxelles.

Il loro convinto europeismo ha reso musica per le loro orecchie le parole ascoltate da Gianantonio Da Re. Che non è un esponente del Movimento Federalista Europeo, bensì un europarlamentare della Lega.

L’occasione è stata una video conferenza zoom sul tema della svolta europeista del partito, che fino a poco tempo fa veniva considerato “sovranista”.

«Gli euroscettici hanno visto l’Europa come un impositore delle leggi e dei regolamenti. In realtà non è così. Serve una costituzione europea. In base alla costituzione europea diventiamo uno Stato federale, o federato. Sceglieremo la formula, il mandato, e solo così riusciremo a fare quel passo vanati che è necessario per trasformare questa Europa in una grande Nazione», ha dichiarato Da Re. Lasciando positivamente sorpreso l’auditorio della conferenza. Che non aveva alcuna caratterizzazione politica e tanto meno partitica.

Una associazione apolitica e apartitica

Perché, come ricordato in esordio, l’ANFI è per Statuto apolitica, apartitica e non ha fini di lucro. Il rigoroso rispetto delle norme e dello spirito associativo è la primaria preoccupazione del presidente della Sezione e di tutto il Consiglio di Sezione.

La sezione che chi scrive ha fondato e presiede dal 2014 è al momento l’unica Sezione all’estero. E non a caso non si chiama “Bruxelles”, come le sezioni nazionali che portano il solo nome del luogo della loro sede. Bensì “Bruxelles-Unione europea“. Come testimonianza dello spirito profondamente europeista, da “patrioti italiani ed europei“, di tutti i suoi membri. Molti dei quali prestano o hanno prestato servizio presso le Istituzioni europee. Senza tuttavia mai aver reciso il proprio rapporto, di servizio o ideale, con la Guardia di Finanza. Che li ha messi a disposizione dell’Ue, ai sensi della legge nr. 1114 dell’ormai lontano 1962. Ma, soprattutto, perché rispettare i Trattati e la legislazione Ue discende dal giuramento di fedeltà alla Repubblica italiana e all’osservanza della Costituzione e delle leggi prestato dalla maggior parte di loro. Costituzione che, in modo particolare nei suoi articoli 10 e 11, assieme alle altre leggi (compresi i regolamenti Ue), danno legittimità costituzionale all’Unione europea. Imponendo a tutti i cittadini i doveri, oltre che diritti, che ne conseguono.

Prevenendo qualunque equivoco di carattere politico o partitico, che mai deve coinvolgere l’ANFI, in particolare la Sezione di Bruxelles-Ue, il Consiglio di Sezione ha voluto avere la testimonianza di un europarlamentare della Lega, come Da Re, sulla nuova visione europea e “neo-europeista” del partito.

L’Europa unita ha un peso politico mondiale

«Io arrivo dal Veneto. Noi veneti siamo orgogliosi della storia millenaria di Venezia. È stato un principio di democrazia che ha dominato il Mediterraneo. La stessa cosa possiamo fare con l’Europa. Un Paese di 500 milioni di persone che ha un peso politico mondale fondamentale. Dobbiamo diventare uno Stato», ha dichiarato Da Re. In un intervento che ha toccato le corde dei soci della Sezione.

Ed è stata musica per le orecchie della maggior parte di loro. Pur non rispettando forse il pensiero di alcuni residui sovranisti all’interno del partito, il pensiero di Da Re rappresenta ora la nuova linea politica della Lega. Dove sembra abbiano prevalso gli europeisti della prima ora come lui.

L’irrevocabilità della svolta

Da Re, in modo estremamente chiaro e molto apprezzato dall’auditorio, ha confermato la sincerità e l’irrevocabilità della svolta leghista. Alla quale ha ricordato aver sempre creduto e fortemente contribuito.

«Appena arrivato a Bruxelles come europarlamentare», ha detto, «ho chiesto al presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che non ho votato, di impegnarsi per mandare avanti un progetto di Costituzione europea. In modo tale da trasformare l’Unione europea non in una sola unione monetaria ma in uno Stato. Se un partito d’opposizione chiede la Costituzione, vuol dire che crede nell’istituzione. La vuole rafforzare, la vuole portare avanti. E questo è stato il mio impegno all’interno del gruppo. E ho accolto con piacere questo passaggio generazionale che ci vede sì critici, ma costruttivi».

Da Re

«Su questi valori noi ci siamo mossi. Io sono stato tra quelli che ha trascinato il gruppo. Perché ci credo», ha proseguito l’europarlamentare. «Credo in questa Europa. Credo però in un’Europa che integri soprattutto non tanto le Nazioni ma i popoli che la compongono.  Senza divisioni. Su questi valori noi ci siamo. Abbiamo fatto uno sforzo politico molto importante. In questo momento è chiaro che a Bruxelles non ci spalancano ancora le porte. Ma ci vedono come una forza che costruisce e non certamente come una forza che distrugge».

Una grande Nazione europea per fronteggiare i colossi mondiali

«Costruire l’Europa in una grande Nazione, sola capace di fronteggiare colossi mondiali con i quali dobbiamo oggi confrontarsi», è stato il filo conduttore del suo intervento.Da Re

Numerose le domande da parte dei soci. Molti increduli per tale chiarezza e precisione di visione.

Guido Berardis, consigliere della Sezione, e già presidente di Sezione del Tribunale dell’Unione europea, dopo essere stato anche direttore al Mercato Interno presso la Commissione europea, ha confermato ad esempio, la sua gradevolissima impressione nell’ascoltare le parole di Da Re. Che ha detto considerare musica per le sue orecchie da europeista. Tuttavia, rimanendo nella metafora della musica, ha chiesto se la Lega non stia suonando in questo momento una bellissima musica. Che non segue però lo “spartito”. Intendendo per spartito lo statuto della Lega e, soprattutto, quello del gruppo politico del Parlamento europeo, Identità e Democrazia (ID), cui la Lega appartiene. Il cui articolo 3 sancisce che venga respinta “qualsiasi ulteriore evoluzione verso un superstato europeo”. Ma anche che “lo Stato-nazione è il livello più alto possibile in cui la democrazia può funzionare pienamente”, opponendosi “a qualsiasi nuovo trasferimento di potere dalle nazioni all’Ue”.

«Credo fermamente che ci sia stato un cambio della Lega non soltanto puramente politico come molti rimproverano. Ma che si sia imboccata una strada molto favorevole. Ma chiedo se la Lega, sia a livello nazionale che europeo, abbia l’intenzione di modificare lo spartito per adeguarlo a questa bella musica che abbiamo sentito», ha chiesto Berardis. Considerato uno dei migliori esperti di diritto dell’Ue.

Un anno di cambiamenti

«Tutto cambia e tutto passa. Questo è stato un passo fondamentale all’interno del mio partito», ha risposto Da Re, rassicurando l’ex Giudice della Corte di Giustizia dell’Unione Europea sulle prevedibili successive modifiche anche degli statuti. «Sono stato consigliere regionale e sindaco di Vittorio Veneto, 40 medaglie d’oro al valore militare per fatti della Resistenza e per la Prima Guerra Mondiale. E da sindaco, oltre ad avere fatto costruire una nuova caserma della Guardia di Finanza, ho celebrato la festa del 2 giugno quando non era ancora abitudine farlo.

Ci sono cose che si trasformano e cambiano con il tempo. Con una evoluzione lenta ma inesorabile. Ed è quello che stiamo facendo all’interno di questo movimento. Altrimenti non saremmo passati dal 3,7% ai numeri attuali. È un cambio generazionale. È chiaro che ci vuole il tempo e che ci sono delle regole da cambiare. Come è stato per il cambio da Lega Nord a Lega Salvini. Un movimento nazionale. Ci vuole il tempo, ma il cambio è iniziato. E lo avete percepito tutti a Bruxelles. Nel modo in cui noi ci siamo mossi da quando siamo arrivati. E non sono passati che due anni», ha concluso.

Parole di speranza, per l’Italia e l’Europa

In un momento istituzionale di grande sensibilità per l’Italia, questa conferenza è stata l’occasione per rispondere a molte domande che, da europeisti, i soci ANFI di Bruxelles-Ue si chiedono da tempo. E cui non sempre, come è stato ricordato nel dibattito, hanno saputo avere risposta da quanto riportato, a volte confusamente, sulla stampa.

Da notare che lo scorso anno era stato invitato un altro europarlamentare leghista a parlare di Europa alla Sezione ANFI di Bruxelles-Ue. A tale invito non è però stato dato seguito. Forse perché preoccupato dal dichiarato convinto europeismo dei membri della Sezione. Basato sulla loro osservanza della Costituzione e del giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana, Stato membro e fondatore dell’Unione europea, prestato dalla maggior parte di loro.

La visione europea degli altri schieramenti interessa i “Patrioti italiani e europei”

Da Re: «Dobbiamo costruire l’Europa in una grande Nazione»
Un momento della conferenza zoom, cui ha partecipato per un saluto anche l’ex presidente del Parlamento europeo, e vicepresidente del PPE, Antonio Tajani. Che é socio benemerito dell’ANFI.

Nel corso dell’incontro è stato annunciato che altri euro-parlamentari di altri gruppi politici, saranno i benvenuti, nel rispetto dello Statuto apolitico e apartitico dell’ANFI, a parlare della loro visione di Europa. Tra i prossimi Caterina Chinnici, europarlamentare del PD, ma anche “autentico Magistrato anti-mafia, con la emme maiuscola. Oltre che figlia dell’eroico Magistrato Rocco Chinnici. Martire della lotta alla Mafia. Ma sarà considerato molto interessante avere presto anche la visione dell’Europa da parte di un europarlamentare dell’ancora “euro-tiepido” Fratelli d’Italia.

Un’Europa che ha visto per secoli un’Italia prima divisa in diversi Stati sovrani. Spesso in guerra tra loro. Le frontiere dei quali erano appunto sorvegliate dai Finanzieri dei diversi corpi di Finanza nazionali. Che a volte non parlavano neppure la stessa lingua. I cui stipendi venivano pagati con monete diverse. I quali tutelavano bilanci e finanze nazionali assolutamente indipendenti tra loro. E se l’Italia, con tutti i imiti che pur conosciamo, è riuscita ad unire, nella lunga penisola italiana, popoli con lingue-dialetti, tradizioni, monete, economie e culture così diverse tra loro, non possiamo sperare di riuscire un giorno a farlo anche nella nostra amata, e oggi da alcuni persino odiata, Europa?

È una domanda di ancor più grande attualità, con apertura alla speranza, dopo le parole di Da Re rivolte alle Fiamme Gialle europee di Bruxelles-Ue. Nella speranza di sentirle presto da altri vetero-sovranisti. E non solo italiani.

 

Alessandro Butticé

Foto © Eurocomunicazione, Commissione europea, Anfi, Facebook

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Da sempre Patriota italiano ed europeo. Padre di quattro giovani e nonno di quattro giovanissimi europei. Continuo a battermi perché possano vivere nell’Europa unita dei padri fondatori. Giornalista dall'età giovanile, poi Ufficiale della Guardia di Finanza e dirigente della Commissione Europea, alternando periodicamente la comunicazione istituzionale all’attività operativa, mi trovo ora nel terzo tempo della mia vita. E voglio viverlo facendo tesoro del pensiero di Mário De Andrade in “Il tempo prezioso delle persone mature”. Soprattutto facendo, dicendo e scrivendo quello che mi piace e quando mi piace. In tutta indipendenza. Giornalismo, attività associative e volontariato sono le mie uniche attività. Almeno per il momento.

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