Connected Europe, favorire la transizione digitale verde del Vecchio Continente

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Connected Europe

L’associazione Friends of Europe e Vodafone hanno presentato la relazione che punta alla digitalizzazione sostenibile dell’Ue

L’Europa può completare con successo una transizione digitale che sia anche green: a sostenerlo è il rapporto Connected Europe. Lo studio, promosso da Vodafone e dal think tank Friends of Europe, è durato un anno e ha coinvolto cittadini, associazioni ed esperti del settore. La sua presentazione è avvenuta nel corso di State of Europe Festival della Politica e delle Idee.

Transizione verde

Connected EuropePer raggiungere la neutralità entro il 2050 – zero emissioni di gas serra, protezione della biodiversità, promozione dell’economia circolare – l’Ue dovrà rafforzare la digitalizzazione.

Il Green Deal richiede sostanziali correzioni del nostro stile di vita, che non possono essere solo dettate dall’alto. Il cambiamento deve essere condiviso e concordato dagli attori, su tutti i livelli, grazie agli strumenti di democrazia diretta. Il rapporto Connected Europe si fa quindi portavoce del confronto tra cittadini e policymakers, per un più efficace processo decisionale e di trasformazione sociale. Fallire in questo approccio avrebbe un impatto negativo, che aumenterebbe instabilità e diseguaglianze.

Azioni per il 2030

La visione di un’Europa verde è evidente, ma servono azioni immediate per concretizzarla. Settore pubblico, privato e società civile dovranno, con una stretta collaborazione, concorrere per assicurare un futuro dignitoso alle prossime generazioni.

I fondi messi in campo dall’Ue per i piani di Ripresa e Resilienza, oltre 723 miliardi di euro, stabiliscono obiettivi chiari per i Paesi membri. Scopo del rapporto Connected Europe è quello di fornire una serie di raccomandazioni per politiche nazionali e continentali più efficienti.

Unire le azioni

Connected EuropePer unire il percorso di politiche tecnologiche e ambientali, si esorta una svolta green anche dell’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI).

Ad esempio, assicurando ai consumatori l’utilizzo di strumenti, come un passaporto digitale, che identifichino in termini di sostenibilità i prodotti destinati al consumo. O ancora, facilitando investimenti che colmino il dislivello ancora presente nell’ambito della transizione digitale “verde”.

Non lasciare nessuno indietro

Nei prossimi anni si dovrà sviluppare e mettere in atto una strategia inclusiva per l’educazione, coerente fra Stati, basata sul principio “ovunque, in ogni momento”.

In economia, l’invito è ad abbracciare il concetto di “Nazione startup”, che permetta alle aziende di crescere in un contesto favorevole. In questo modo si faciliterebbe la competitività delle imprese, che verrebbero incentivate a rimanere stanziate nel continente.

Sfruttare i dati e garantirne la sicurezza

Connected EuropeUn’altra necessità da affrontare è la creazione di una cornice normativa, europea e sostenibile, riguardo la condivisione dei dati. Dalla loro aggregazione e analisi, con il giusto approccio e le politiche più adatte, si potrebbe generare un’importante monetizzazione.

Governi e aziende dovranno essere aiutate nella formazione, già dalle scuole, sulla protezione e la cybersicurezza. Parallelamente, ai cittadini dovranno essere forniti i mezzi legali per ricorrere nelle sedi appropriate qualora riscontrassero violazioni dei loro diritti. In questo senso, sarebbe fondamentale lanciare campagne per la consapevolezza, che raggiungano un pubblico il più vasto possibile.

L’importanza delle infrastrutture digitali

«La ripresa e la leadership globale dell’Europa dipendono dalle infrastrutture digitali», spiega il Chief Economist e Head of Public Affair di Vodafone Ben Wreschner. «La pandemia ci ha dimostrato quanto la connettività sia essenziale. Allo stesso tempo, l’Ue ha riconosciuto i grandi vantaggi della digitalizzazione per imprese, cittadini e società. Questa è una chiamata perché tutti lavorino uniti per guidare la transizione green».

Nel corso della presentazione è intervenuta anche Lindsey Nefesh-Clarke, editor del rapporto Connected Europe e fondatrice della piattaforma di crowdfunding per l’imprenditoria femminile W4.org. La Nefesh-Clarke ha enfatizzato il ruolo della fiducia del pubblico nella digitalizzazione, sottolineando come il gap tecnologico/geografico vada ridotto, per non lasciare indietro nessuno.

Digitalizzazione ed energia

Connected EuropeDigitalizzazione che sarà fondamentale anche per la modernizzazione del settore energetico, sostiene Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). Ma bisogna anche avere cautela, stanno emergendo rischi sulla sicurezza man mano che le infrastrutture diventano sempre più dipendenti dalla tecnologia digitale.

«Da un lato la digitalizzazione renderà i sistemi energetici più moderni, puliti, flessibili. Ma dobbiamo stare attenti alle criticità collegate alla cybersicurezza. L’energia è la linfa vitale delle nostre economie e società».

Alti costi e cambiamenti climatici

L’Ue sta vivendo un periodo negativo per quanto riguarda gli alti costi delle forniture di energia. La richiesta è cresciuta esponenzialmente per via della pandemia e dei lockdown. A ciò si aggiungono le difficoltà tecniche degli impianti di produzione e i cambiamenti climatici. «L’Ue, oltre a ridurre le proprie emissioni, dovrà spendersi nella diplomazia ambientale. Se non riusciremo a farlo in tutto il Mondo, qualunque cosa accada in Europa non cambierà nulla», afferma Birol.

Conclusioni

Connected EuropeDopo la crisi sanitaria ed economica dovuta alla pandemia di Covid19, l’Europa ha l’opportunità di ricostruire un proprio sistema. Connettere persone e comunità deve essere il cuore di questa transizione verde. Dare più potere ai cittadini contribuirà al cambiamento dei vecchi paradigmi.

L’Ue può costruirsi il suo “marchio” fondato su giustizia, qualità e sostenibilità, che dia nuova linfa e competitività nello scacchiere internazionale. Il rapporto Connected Europe spera dunque di riuscire a ispirare quelle azioni coraggiose di cui c’è bisogno, per una nuova visione dell’Europa.

 

Raisa Ambros

Foto © Inventa.com; edie.net; indianexpress.com; ucl.ak.uk; stacker.com

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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