Arabia Saudita e Unesco insieme per un grande futuro

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Arabia Saudita

L’accordo prevede un programma in 10 step, imprescindibili per preservare e promuovere il paesaggio naturale e culturale di AlUla

L’Arabia Saudita riapre al turismo concedendo i primi visti, e lo fa con il lancio in grande stile (e grandi investimenti) di “Vision 2030”, programma di sviluppo del vasto potenziale economico, culturale, turistico. Fulcro di questa svolta è una destinazione ricca di 200.000 anni di storia dell’uomo, AlUla, nel nord ovest del Paese. Si tratta di un’area di 22.561km², con il primo sito Unesco dell’Arabia Saudita dal 2008, che include una valle di oasi lussureggianti, imponenti montagne e canyon fra arditi pinnacoli di arenaria rossa, antichi siti risalenti a migliaia di anni fa, ai regni di Lihyan e dei Nabatei.

Partnership a lungo termine con l’Unesco

Del 10 novembre scorso, poi, la notizia che la Royal Commission for AlUla (RCU, fondata nel 2017 a tutela della regione) con chairman Principe Ereditario Mohammed bin Salman e governatore il Principe Badr bin Abdullah Al-Saud ministro della Cultura, ha firmato a Parigi una partnership a lungo termine con l’Unesco, rappresentato dal suo direttore generale Audrey Azoulay.Arabia Saudita L’accordo prevede un programma in 10 step, imprescindibili per preservare e promuovere il paesaggio naturale e culturale di AlUla. I fondamentali sono: il coinvolgimento delle comunità locali come principali beneficiari dello sviluppo dell’area; l’elenco di nuovi siti naturali e culturali secondo la tassonomia dell’Unesco per proteggere il patrimonio locale, il paesaggio naturale e gli ecosistemi; la definizione di un parametro di riferimento nella conservazione del patrimonio culturale e nello sviluppo delle competenze.

Esperti globali ad AlUla

«Un accordo unico nel suo genere», ha commentato il Principe Badr bin Abdullah Al-Saud, «e un momento significativo nel nostro viaggio per trasformare AlUla in una destinazione globale. Vision 2030 e la partnership con Unesco collegheranno il passato, il presente e il futuro di AlUla sfruttando il potere dell’istruzione, della scienza e della cultura come catalizzatori per un modello di sviluppo sostenibile e un cambiamento duraturo». In quest’ottica, i principali accademici da tutto il Mondo verranno invitati a esplorare AlUla con progetti volti a svelare i segreti di antiche lingue e società che sono racchiuse nel tempo. Gli esperti globali saranno chiamati a lavorare su due programmi chiave, “Memory of the World”, incentrato sulla conservazione del patrimonio documentale e “Unesco-Kingdoms Institute Fellowships Programme” (programma di borse di studio) per la ricerca, la conservazione, la promozione e la trasmissione del patrimonio culturale.

Team scientifici internazionali e sauditi

Per quanto concerne lo sviluppo turistico di AlUla, RCU nell’aprile 2021 ha annunciato un Masterplan dal nome evocativo di “Journey Through Time”.
Si tratta di un progetto quindicennale molto ambizioso in tre fasi fino al 2035, con la prima da completare entro il 2023, che trasformerà uno uadi (valle scavata da un fiume stagionale), in un vero e proprio museo a cielo aperto; includerà 15 nuovi punti di riferimento culturali, musei e gallerie, un’oasi estesa per 9 Km, 10 milioni di metri quadri di verde e spazi aperti.
Il progetto è supportato da team scientifici internazionali e sauditi, che da anni studiano il patrimonio archeologico e la situazione geologica/ambientale al fine di trovare soluzioni sostenibili.

Esperienze di visita totalmente inedite

Cinque i poli evidenziati, riferiti all’esistente, che si estendono per 20 km nel cuore dell’antica oasi, veri punti di snodo per un viaggio nel tempo. I poli, o quartieri, hanno caratteristiche peculiari dal punto di vista storico e naturalistico e offrono esperienze di visita totalmente inedite e di grande impatto.

1) la Old Town di AlUla, abitata dal 1.100 a.C. agli anni ’80 del secolo scorso è stata oggetto di un restauro conservativo. Michael Jones, Cultural Heritage Conservation Manager di RCU, ha lavorato al fianco della comunità locale: «È una vera macchina del tempo. Camminando per le strade si possono letteralmente vedere gli strati della storia, un edificio costruito all’interno di un altro, il tessuto della città che viene rivitalizzato al passaggio di ogni generazione. Stiamo anche scoprendo gli stili di vita delle persone che hanno abbandonato la città negli anni ‘80 grazie agli oggetti che hanno lasciato: macchine da cucire, teiere e monete, ecc.».

2) Dadan (IX e l’inizio dell’VIII secolo a.C.), antico regno che insieme a quello di Lihyan (V-II secolo a.C. ) fu un crocevia lungo le rotte commerciali dell’incenso. Dadan è menzionato nella Bibbia e un’iscrizione aramaica ne attesta un potere pari a quello del regno di Saba; Lihyan era uno dei più grandi regni del suo tempo e si estendeva da Medina fino ad Aqaba, nell’odierna Giordania. Oggi, gli archeologi stanno scavando in un’area residenziale di Dadan, all’ombra delle spettacolari sepolture sulla parete della montagna sormontate da bassorilievi di leoni, con la speranza di avere risposte su questi due regni misteriosi, sul loro rapporto, sulla loro improvvisa scomparsa (un terremoto o una vicenda politica?).

3) Jabal Ikmah, uno spettacolare canyon di arenaria che vanta la più alta concentrazione di iscrizioni dadanitiche – oltre 500 – tanto da meritare la denominazione “biblioteca a cielo aperto”. D’altro canto in tutta la vallata si trovano migliaia di iscrizioni in dadanitico, tamudico, minaico, nabateo, fondamentali per lo studio dell’arabo antico.

Arabia Saudita4) Nabataean Horizon, straordinaria catena montuosa dalle forme ardite che delimita la vallata verso Hegra.

5) la Città storica di Hegra, oggi Mada’in Saleh o Al-Hijr, perla dell’intero progetto di bellezza assoluta, città nabatea Patrimonio Unesco. Il sito, con le sue 111 tombe monumentali è una testimonianza straordinaria della civiltà nabatea.

Altri progetti in cantiere

I collegamenti saranno all’insegna della sostenibilità. Una linea di tram a basse emissioni di carbonio lunga 46 km collegherà l’Aeroporto Internazionale di AlUla ai cinque poli. Una strada panoramica, piste ciclabili, equestri e pedonali attraverseranno come un’arteria verde la Regione favorendo spostamenti green lungo un percorso utilizzato per molti secoli dai pellegrini sulla ferrovia Hijaz, prima grande opera del Medioriente che da Damasco portava a Medina e alla Mecca; la stessa che durante la Grande Guerra venne più volte attaccata dalla “rivolta Araba” capeggiata da Thomas Edward Lawrence, ovvero Lawrence d’Arabia.

Ad oggi sono inoltre state completate 5.000 delle 9.400 camere d’albergo previste entro il 2035 che regaleranno ai fortunati ospiti un’atmosfera peculiare in ciascuno dei 5 poli, tutti all’insegna dell’ecoturismo e del lusso (attesissimo Sharaan, resort letteralmente scavato nelle montagne di arenaria da Jean Nouvel, ma anche Habitas, Banian Tree, Aman).

L’aeroporto internazionale di AlUla aumenterà la sua capacità del 300% e nuove opere stanno già testimoniando la grandiosità del progetto e la bellezza della Regione. Una per tutte Maraya, concert hall e centro polifunzionale (ristorante, sala congressi, teatro, ecc) all’imbocco del wadi Ashaar, è l’edificio a specchi più grande al Mondo (9.740 mq di specchi). Il suo nome significa in arabo specchio o riflesso ed è nato da un’idea geniale del progettista Florian Boje dello studio milanese Giò Forma Designer Artists Architects. Un fantasmagorico miraggio nel deserto, che riflette e amplifica il meraviglioso paesaggio circostante di montagne cangianti, dal giallo oro al rosso fuoco, quasi ne fosse l’estensione (vincitore dell’Architizer A+ Awards 2020, Popular Choice Winner).
In grande anche le previsioni di ritorno da questo colossale investimento: si stima un aumento del Pil nazionale pari a 32 miliardi di dollari entro il 2035.

 

Elena Bianco

Foto © Elena Bianco

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