Oasi Zegna: il passato che nutre presente e futuro

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Oasi Zegna

Un dialogo aperto tra cultura, arte e natura

 

Meta ideale per tutta la famiglia, l’Oasi Zegna consente di vivere la montagna nei suoi aspetti più significativi e veri.

Si tratta di un’area montana protetta che si estende per circa 100 km2 in Piemonte, nelle Alpi Biellesi, tra Trivero e la Valle Cervo. È attraversata dalla strada panoramica Zegna, oggi statale, che l’imprenditore Ermenegildo Zegna, molto legato al suo territorio, realizzò per consentire uno sviluppo economico alla montagna e ai suoi residenti.

Il progetto Oasi Zegna, primo esempio italiano di mecenatismo ambientale e laboratorio all’aria aperta per la sensibilizzazione delle nuove generazioni, valorizza la relazione tra uomo, natura, cultura e tradizioni locali ed cellula dell’Ecomuseo del Biellese.

Un progetto unico

Oasi ZegnaL’Oasi Zegna, infatti, è l’unico progetto in Italia ad aver ricevuto il patrocinio del Fai, Fondo ambiente italiano e, grazie alla visione e alle azioni lungimiranti intraprese da Ermenegildo Zegna oltre un secolo fa e dalle generazioni successive, ha ricevuto la certificazione internazionale FSC per la gestione forestale e la conservazione dei servizi ecosistemici a favore della comunità. Un riconoscimento alla coerenza e alla determinazione del lavoro quotidiano svolto nel preservare, senza sottrarre alla fruizione, i boschi, i panorami e l’autenticità dell’intero territorio.

Un ecosistema protetto

La certificazione FSC conferma e rafforza ulteriormente quanto realizzato fino ad ora e serve come stimolo per proseguire nelle azioni intraprese guardando al futuro con la stessa passione ed energia che da sempre caratterizza il “pensiero verde”.

Risorse idriche, assorbimento di CO2, biodiversità, suolo e turismo:  questi valori ambientali che fanno di Oasi Zegna un bene da tutelare e un patrimonio sociale che ora viene riconosciuto dai rigorosi standard internazionali di FSC.

Inoltre, nel corso degli anni ‘60, sotto la direzione del paesaggista Pietro Porcinai –  considerato tra i più grandi architetti paesaggisti italiani, distintosi in ambito internazionale grazie alle collaborazioni con i grandi architetti del secolo scorso come lo studio BBPR, Franco Albini, Carlo Scarpa, Oscar Niemeyer, e tra i fondatori dell’IFLA (International Federation of Landscape Architects) – si ebbe l’intervento più massiccio di piantagioni di rododendri all’interno del territorio dell’attuale Oasi Zegna, iniziata già negli anni ’50 per volere di Zegna. Porcinai lavorò sul posto senza una progettazione precisa, semplicemente “leggendo” il terreno e reinterpretandolo con la disposizione delle essenze floreali e arboree.

Le piantagioni di rododendri

Il nome del rododendro deriva dall’unione di due parole greche: rhódon (rosa) e déndron (albero). Come se fossero degli alberi di rose. Come tutte le cose belle, non durano molto.

Oasi ZegnaLa loro fioritura è sfuggente, bisogna coglierla al volo: passerà un anno perché la si possa rivedere.

Il rododendro è un albero che cresce in un clima umido ma soleggiato, che a volte può risultare anche piuttosto duro: per questo fu scelto da Ermenegildo Zegna come protagonista dell’Oasi Zegna, a testimonianza del temperamento dei biellesi, capaci di ricavare il meglio da un ambiente non sempre favorevole. Da metà maggio a metà giugno, nella Conca dei Rododendri esplodono le tinte del rosa, del rosso, del giallo e del lilla, dipingendo una tavolozza incantevole e variegata. Poco dopo l’inizio della Panoramica Zegna, azalee, ortensie, narcisi, mirtilli, ginestre, sambuchi, e gli emblematici rododendri, accendono cime e declivi dell’Oasi Zegna di colori fiabeschi.

Serenità e armonia

Nell’Oasi Zegna, inoltre, si trova il Bosco del Sorriso: un percorso di 4,8 km, a piedi nelle stagioni verdi o con gli sci da fondo durante l’inverno, facile e per tutti. Il Bosco del Sorriso è ideato per ritrovare, camminando tra gli alberi, la serenità e l’armonia interiore avvolti dai profumi e dai suoni della natura. Lungo il percorso sono indicati i luoghi dove sostare per assimilare i benefici effetti delle piante e, ai bambini, sono state dedicate tre suggestive aree di sosta con grandi libri in legno sui quali poter leggere le Favole del Bosco, inspirate e ai tre alberi più diffusi lungo il percorso.

Il bagno di foresta

Nell’Alta Valsessera è, anche, possibile sperimentare il Forest bathing: vero e proprio bagno di foresta durante il quale beneficiare dei monoterpeni, sostanze aromatiche emesse dal fogliamo, soprattutto dei faggi, capaci di infondere un piacevole effetto rigenerante. Una delle caratteristiche dell’Oasi Zegna è anche la ricchezza di panorami. Da qui sono nati tre sentieri per effettuare il Forest Bathing nell’Oasi Zegna, unici nel loro genere per ampiezza e caratteristiche in Europa, dove semplicemente camminando è possibile inalare profondamente queste sostanze stimolando attivamente il nostro sistema immunitario.

Infatti, camminare ed esplorare un bosco che possiede particolari caratteristiche biologiche riduce più velocemente ed efficacemente stress e depressione, abbassando significativamente la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.

Il settore tessile

Non si può fare a meno di una visita al lanificio Ermenegildo Zegna fondato nel 1910 dall’industriale biellese a Trivero e porta di accesso dell’Oasi Zegna. Il Lanificio Zegna è, infatti, pioniere nella produzione di tessuti uomo sofisticati, dalle prestazioni e funzionalità eccezionali. L’arte di lavorare la lana, già ampiamente diffusa nel Medioevo, si diffuse nel Biellese grazie all’abbondanza e alla qualità dell’acqua, la più leggera d’Europa, essenziale nel ciclo di lavorazione delle fibre naturali, il segreto dell’eccellenza dei tessuti prodotti per la moda maschile.

Quattro generazioni della famiglia Zegna hanno continuato con successo a rafforzare il settore tessile grazie al raggiungimento di un meticoloso equilibrio tra scienza e natura, artigianato e tecnologia.

Infine il progetto all’aperto, promosso dalla Fondazione Zegna, che dal 2008 ha sviluppato nell’area attorno a Trivero una serie di opere permanenti “site-specific”, ha coinvolto artisti di fama internazionale come Daniel Buren, Alberto Garutti, Stefano Arienti, Roman Signer, Marcello Maloberti, Dan Graham e Liliana Moro.

La creazione delle opere d’arte ha permesso, infatti, l’interazione tra gli artisti e la comunità evidenziando temi cari al territorio, come l’ambiente, la fabbrica, le relazioni tra gli abitanti e lo spazio vissuto.

 

Francesca Sirignani

Foto © Francesca Sirignani

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Francesca Sirignani
Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza – indirizzo transnazionale e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. É il Direttore Responsabile della testata giornalistica on-line Follow Me Magazine ma collabora anche per “Montecarlo In”, "Weekly Magazine", “Area Wellness”, "Leisure & News International”, “Elaborare 4x4”,“Travel Quotidiano” e “Week – end Premium”. È docente al Master “Comunicazione per il settore enologico e il territorio” presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ha anche collaborato in diversi progetti europei e di Legislazione Turistica che le hanno permesso di accompagnare gruppi in molte destinazioni del mondo. È iscritta al GIST cioè al Gruppo Italiano Stampa Turistica. Appassionata per culture, tradizioni e paesaggi di altri popoli ha fotografato molti Paesi.

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