Cultura, rientrano in Italia opere d’arte trafugate

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Cultura

Pezzi pregiati che nell’arco degli ultimi decenni erano finiti negli Stati Uniti, smerciati dai grandi trafficanti internazionali, acquisiti da musei, gallerie antiquarie e collezionisti privati

Il ministero della Cultura finisce l’anno 2021 in grande splendore. Giovedì 30 dicembre presso la caserma la Marmora in Trastevere, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il comandante dei Carabinieri tutela patrimonio (TPC), il generale Roberto Riccardi, hanno presentato una parte dei reperti archeologici rimpatriati e provenienti da Oltreoceano.

Un’operazione frutto della stretta cooperazione tra i Carabinieri del TPC, i colleghi del F.B.I. e dell’Homeland Security Investigations che ha consentito l’individuazione e la restituzione di 201 reperti di grande pregio.

Pezzi rintracciati negli Usa

Si tratta di 201 pezzi pregiati che negli ultimi decenni erano finiti negli Usa smerciati da grandi trafficanti internazionali. E acquisiti, dopo vari passaggi da importanti musei, case d’asta internazionali, gallerie d’arte antiquarie e collezionisti privati. Dei 201 reperti 161 sono stati rimpatriati e 40 resteranno in mostra fino al marzo 2022 presso il Consolato Generale d’Italia a New York e l’attiguo Istituto italiano di Cultura.

I reperti recuperati

Si tratta di un vero e proprio tesoro, oggi custodito nei caveau di via Anicia a Roma, che comprende sculture in marmo, teste di terracotta, antefisse e crateri, anfore e vasi di  pregevole fattura, coppe e brocche monete in argento. Opere d’arte e oggetti di grande interesse storico risalenti alle civiltà romana, etrusca, apula e della Magnagrecia. La datazione dei reperti si colloca tra l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C. Il valore complessivo può essere stimato in oltre 10 milioni di euro.

Intervista al generale Roberto Riccardi

Cultura«Si tratta di pezzi che riaffiorano da gallerie private e musei. Sono pezzi di storia, della nostra identità culturale, pezzi di straordinario valore», afferma il comandante Riccardi ai numerosi giornalisti presenti. «I musei e le case d’asta sono ora molto più attente. La certificazione prodotta in passato e accolta con leggerezza, è ora guardata con una lente di ingrandimento. Come tutti i mercati, se diminuisce la domanda anche l’offerta di conseguenza diminuisce» conclude il generale.

Il commento del ministro Franceschini

«Il lavoro del comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale è eccellente e stimato in tutto il Mondo. Inoltre, è motivo di orgoglio per l’intero Paese che è ormai riconosciuto come leader nella lotta al traffico illecito di beni culturali. Questa operazione – aggiunge il ministro – «rientra in quella che abbiamo portato al centro della Dichiarazione di Roma, documento finale del G20 Cultura per sensibilizzare la comunità internazionale nel contrasto al traffico illecito di opere d’arte». 

Dario Franceschini ha poi proseguito: «Come per il progetto “100 opere tornano a casa”, anche questi reperti archeologici torneranno, grazie a un grande lavoro scientifico, nei musei territorialmente più affini a ciascuno di essi. Sarà una grande operazione che valorizzerà il nostro Paese come Museo diffuso».

Contrasto traffici illeciti

Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati dal ministro Franceschini i dati dell’attività operativa dell’anno. Vi sono state, fino a oggi, 261 verifiche sulla sicurezza nei musei, biblioteche e archivi, 549 perquisizioni, 1.182 persone denunciate, 23.363 beni archeologici recuperati e 1.693 opere false sequestrate. Quindi, un valore, se fossero state immesse sul mercato come autentiche, di oltre 427 milioni di euro.

I 334 furti di beni culturali sono così ripartiti: 12 nei musei, 83 nei luoghi espositivi, 122 nei luoghi di culto, 11 negli archivi, 16 nelle biblioteche, 90 in luoghi privati e pertinenze.

CulturaSono stati ben 38.716 i beni d’arte controllati nellaBanca dati Leonardoe 1.700 nelle aree archeologiche terrestri e marine. Grazie alla collaborazione del raggruppamento Aeromobili e del Nucleo subacqueo dei Carabinieri. 57 le persone denunciate per scavi clandestini. I Carabinieri del Tpc hanno effettuato 1.811 controlli a siti monumentali e paesaggistici, rilevando attività illecite con il deferimento di 225 persone, Inoltre hanno sequestrato 10 immobili e 25 aree paesaggistiche per strutture edificate in aree soggette a vincolo.

Reperti rimpatriati

Tra i reperti rientrati in Italia spicca un interessante pithoi che rappresenta l’accecamento di Polifemo da parte di Ulisse. Si aggiungono poi vasi in impasto con decorazione tra cui un’anforetta ad anse cuspidate di tipica produzione laziale presente nel sito archeologico Crustumerium in passato diffusamente interessato da scavi clandestini.

Ubicazione del Crustumerium

Era una antica città affacciata sul Tevere tra Ceretum e Fidenae lungo la via Salaria. Il sito nacque tra il X e il IX secolo a.C. e la sua storia si collega alla nascita e allo sviluppo di Roma. Qui potrebbe essere avvenuto l’episodio storico riguardante il “Ratto delle sabine”. La città raggiunse l’apice nei secoli VII e VI a.C. poi la sua fine verso il V secolo a.C.

La Soprintendenza Archeologica di Roma fin dal 1985 ha svolto scavi in questo sito. E ha scoperto oltre 200 sepolture con il recupero di corredi funerari costituiti da ceramiche e bronzi. Qui gli scavatori clandestini, negli scorsi decenni, sono riusciti a depredare centinaia di sepolture. Quindi, numerosi oggetti di notevole valore sono poi comparsi nei mercati antiquari esteri causando ingenti danni al patrimonio culturale.

Nuovo regime sanzionatorio annunciato da Franceschini

Il ministro della Cultura nel suo intervento, fa riferimento al nuovo regime sanzionatorio dei reati al patrimonio culturale. Si tratta di un provvedimento da poco approvato all’unanimità dal Senato e ora all’esame della Camera dei deputati. In proposito il Franceschini dichiara: «Sono sicuro che in un tempo breve il nuovo regime sanzionatorio diventerà legge. Questo aiuterà a contrastare i traffici illeciti, e a far capire quanto è grave danneggiare o rubare il patrimonio culturale del nostro Paese, che è la base di tutta la nostra storia».

 

Giancarlo Cocco

Foto © Tpc, Giancarlo Cocco          

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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