Dal successo delle canzoni in gara alle emozioni della musica di Cremonini, dalle riflessioni di Saviano alla sublimazione dell’unicità di Drusilla
Sono solo canzonette, un tempo si diceva. Ma lo spettacolo di Sanremo è molto di più. Va oltre il festival della musica italiana, è una finestra sul Paese per diffondere messaggi.
Il successo di quest’edizione è la selezione musicale, un vero e proprio caleidoscopio di talenti che fanno la differenza. Finalmente ieri sera si sono esibite tutte le 25 canzoni in gara e hanno ricevuto il giudizio da parte del televoto e della giuria demoscopica che si è aggiunto a quello delle precedenti serate, fornito dalla sala stampa.
A primeggiare in classifica ci sono Mahmood & Blanco, seguiti dalla delicatezza di Elisa e dal sound divertente di Gianni Morandi.
La terza serata si è aperta con un omaggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una vera rivelazione è stata la co-conduttrice, Drusilla Foer che, con estrema eleganza, ha tenuto la scena con la sua professionalità, il carisma e l’ironia. Michele Bravi prima di esibirsi le ha detto «Sono felicissimo che tu sia qui, la tua presenza racconta la meritocrazia». E Drusilla incanta e conquista tutti. Con estrema nonchalance, oltre agli abiti eleganti, si è presentata a un certo punto vestita da Zorro per giocare con il personaggio. «Ho pensato di fare qualcosa di eccentrico per tranquillizzare tutti quelli che avevano paura di un uomo en travesti, così mi sono travestita».
Boom di ascolti
La 72esima edizione del Festival di Sanremo è la più seguita dal 1997. La terza serata è stata seguita da 9milioni e 360mila spettatori, pari al 54,1% di share. Dopo 25 anni un’ottima risposta collettiva, con un target tra i 15 e i 24 anni.
La musica di Cremonini
«Vorrei portarvi dentro una storia iniziata 20 anni fa in una notte come questa, camminando lungo i portici di una piccola grande città dove i segreti, stanchi di rimanere nascosti, si sono trasformati in musica. Le canzoni sono opere d’arte che non si possono toccare ma che possono cambiare per sempre un istante o una vita intera. Solo alcune sanno superare il tempo e lo spazio, diventando patrimonio di tutti in un viaggio di sola andata verso il futuro perché sono fatte di talento e fragilità», ha detto Amadeus introducendo il super ospite.
In una scenografia splendida, teatrale, unica, un gioco di luci e immagini, Cesare Cremonini, per la prima volta, in oltre 20 anni di carriera, è arrivato al Festival di Sanremo. Accolto da una vera e propria standing ovation, Cremonini ha proposto un medley di successi con Nessuno vuole essere Robin, Marmellata 25, Logico, La nuova stella di Broadway e Poetica; ha poi cantato il suo nuovo singolo La ragazza del futuro e ha raggiunto il culmine dello show con la celebre 50 Special, tutti in piedi si balla e si canta a squarciagola.
Una tragedia che non si dimentica
Quest’anno ricorre un anniversario doveroso da celebrare anche sul palco dell’Ariston perché ha segnato tragicamente il nostro Paese. Sono passati 30 anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio in cui, per mano della mafia, persero la vita tra gli altri, il giudice Giovanni Falcone e il giudice Paolo Borsellino. «Era il 1992 e quegli attentati fecero scoprire al Mondo intero la ferocia di Cosa Nostra», ha precisato Amadeus, presentando Roberto Saviano, chiamato all’Ariston per portare il suo personale ricordo di quel momento buio della nostra storia.
«Ricordare viene da re-cordari, ovvero rimettere nel cuore e per gli antichi il cuore era la sede della memoria. Ricordando Falcone e Borsellino, riportarli al cuore significa rimetterli in vita. La loro storia è parte della nostra memoria collettiva. Sono simboli di coraggio e il coraggio è sempre una scelta. Di fronte alla possibilità di cambiare le cose si ha la possibilità di scegliere se cambiare le cose. Loro hanno scelto, pur sapendo di rischiare».
Saviano ha ricordato tanti uomini e donne di giustizia vittime dei criminali e precisa come i giudici Falcone e Borsellino quando erano in vita non sono stati visti coraggiosi nel loro talento. «Falcone e i colleghi del pool venivano accusati di spettacolarizzare, di far parte di una messa in scena». Poi ha ricordato Rita Atria, una ragazza di diciassette anni, figlia di un piccolo boss. «Lei aveva compiuto una scelta coraggiosa, denunciare, è diventata testimone di giustizia e ad accompagnare Rita in quel percorso c’era Borsellino. Dopo la strage di via D’Amelio Rita cadde nello sconforto nella disperazione e si tolse la vita. Trovò la forza di raccontare i meccanismi criminali che aveva visto davanti ai suoi occhi. Ogni volta che noi non scegliamo è perché temiamo di essere attaccati e abbiamo paura. Ma significa rinunciare alla nostra libertà. Il seme del loro coraggio può diventare radice».
L’ascolto dell’unicità
Poco prima della classifica finale Drusilla saluta il pubblico con un toccate monologo, incisivo e raffinato. «Ci sono tanti temi che affollano la mia mente e la società in cui viviamo. Non mi piace la parola diversità che ha qualcosa di comparativo, quando la verbalizzo sento che tradisco qualcosa che sento o penso. Ho cercato un termine che potesse sostituire questa parola così incompleta e ne ho trovato uno molto convincente ed è unicità».
«È una parola che mi piace perché tutti noi siamo capaci di notare l’unicità dell’altro e tutti noi pensiamo di essere unici. Ma non è facile perché per comprendere e accettare la nostra unicità bisogna capirla. Di cosa siamo fatti noi? Ambizioni, valori, convinzioni, talenti. Si prendono per mano tutte le cose, belle e brutte, e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, alla luce del sole in un grande abbraccio. Sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità e a quel punto sarà più probabile aprirsi all’unicità dell’altro. Vi chiedo di dare un senso alla mia presenza su questo palco, tentiamo l’atto rivoluzionario che è l’ascolto di se stessi, degli altri, delle unicità».
Semifinale e cover
Tra qualche ora andrà in onda la semifinale, la serata delle cover dove tutti gli artisti si esibiranno accompagnati da tanti ospiti sulle note di celebri canzoni del panorama italiano e internazionale. Di seguito la scaletta delle esibizioni dei duetti di questa sera.
Noemi, You make me feel (like a natural woman), di Aretha Franklin
Giovanni Truppi, Nella mia ora di libertà, di Fabrizio De André, con Vinicio Capossela e Mauro Pagani
Yuman, My Way, di Frank Sinatra, con Rita Marcotulli
Le Vibrazioni, Live and Let Die di Paul McCartney, con Sophie and the Giants e il maestro Peppe Vessicchio
Sangiovanni, A muso duro, di Pierangelo Bertoli, con Fiorella Mannoia
Emma, Baby One More Time, di Britney Spears, con Francesca Michielin
Gianni Morandi, un medley con Mousse T
Elisa, What a feeling, di Irene Cara (da Flashdance)
Achille Lauro, Sei bellissima, di Loredana Bertè, con Loredana Bertè
Matteo Romano, Your Song, di Elton John, con Malika Ayane
Irama, La mia storia tra le dita, con Gianluca Grignani
Ditonellapiaga e Rettore, Nessuno mi può giudicare, di Caterina Caselli
Iva Zanicchi, Canzone, di Don Backy e Detto Mariano, nella versione di Milva
Ana Mena, un medley con Rocco Hunt
La Rappresentante di Lista, Be My Baby, di The Ronettes, con Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra
Massimo Ranieri, Anna verrà, di Pino Daniele, con Nek
Michele Bravi, Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi, di Lucio Battisti
Mahmood & Blanco, Il cielo in una stanza, di Gino Paoli
Rkomi, medley di Vasco Rossi, con i Calibro 35
Aka 7ven, Cambiare, di Alex Baroni, con Arisa
Highsnob e Hu, Mi sono innamorato di te, di Luigi Tenco, con MrRain
Dargen D’Amico, La bambola, di Patty Pravo
Giusy Ferreri, Io vivrò senza te, di Lucio Battisti, con Andy dei Bluvertigo
Fabrizio Moro, Uomini soli, dei Pooh
Tananai, A far l’amore comincia tu, di Raffaella Carrà, con Rosa Chemical
Alessandra Caputo
Foto © Agi per Ufficio Stampa Rai