Sanremo 2022, i Brividi della vittoria

0
1113
Brividi

Mahmood & Blanco stravincono il 72º festival della canzone italiana

Primi in classifica dalla prima serata, Mahmood & Blanco vincono il Festival di Sanremo con il bellissimo brano Brividi nell’edizione più giovane e di maggior successo che la Rai abbia raggiunto da anni.

Dopo aver esordito come canzone più ascoltata di sempre in un giorno su Spotify Italia, Brividi ha conquistato la prima posizione della classifica Fimi/Gfk dei singoli più venduti in Italia. La canzone è al #1 su tutte le piattaforme digitali.

Brividi

La canzone, scritta da Mahmood e Blanco e composta insieme a Michelangelo, che ne è anche produttore, è una ballad romantica dove si percepisce l’intensità del pianoforte e la delicatezza degli archi che richiamano l’arrangiamento d’orchestra. Sublimata da una nota moderna in cui primeggiano le voci e i punti di vista dei due artisti. Nonostante i dieci anni di differenza, si intrecciano in un’armonia perfetta per raccontare come la paura di essere inadeguati, quando si parla d’amore appartenga a tutte le generazioni.

Due mondi apparentemente distanti ma legati dalla versatilità e dalla forza emotiva della loro scrittura. Due diversi sguardi che si completano: da una parte una visione più disillusa, cantata con maggior consapevolezza da Mahmood e dall’altra l’impulsività e la genuinità di Blanco. Brividi rappresenta un racconto fatto con intensità del mondo dei sentimenti senza banalizzarlo.

Dopo una settimana adrenalinica

I due cantanti sono sotto shock per l’intera settimana vissuta a un ritmo veloce, ricca di emozioni e culminata con la vittoria. Entrambi hanno mantenuto un profilo basso anche di fronte ai complimenti ricevuti da Gino Paoli dopo l’esibizione de Il Cielo in una Stanza nella serata delle cover.

«Speriamo di non deludere chi sta sostenendo il pezzo con tanto amore», avevano dichiarato in conferenza stampa sabato mattina.Brividi Sono gli stessi che quando qualcuno polemizzava sulla vittoria di Morandi perché aveva avuto la spalla di Jovanotti hanno detto candidamente «A Gianni Morandi non serve una mano, hanno spaccato lui e Jova!».

Come sostiene Mahmood non si sono snaturati, restano sempre gli stessi. Ma cos’hanno imparato l’uno dall’altro dopo quest’esperienza?

«Da Ricky ho imparato a uscire dagli schemi, ha 18 anni e vive tutto in maniera libera; io penso un po’ troppo e ho imparato a pensare meno», ha spiegato Mahmood.

«Ho imparato tante cose, le piccole cose», ha precisato Riccardo Fabbriconi, in arte Blanco.

Un successo tradotto in numeri

La finale del Festival ha ottenuto 13milioni 205mila spettatori con il 65% di share. La prima parte (21.22-23.54) è stata vista da 15milioni 660mila spettatori, con uno share del 62,1%, mentre la seconda parte (23.58-1.48) ha avuto 10milioni 153mila spettatori, con uno share del 72.1%. La proclamazione del vincitore all’1.49 è stata vista da 6milioni 422mila persone con uno share del 73.4%. Il picco dello share si è raggiunto all’1.47 con l’81.2%.

Podio e premi

Si è conclusa così, nel migliore dei modi la 72esima edizione del Festival di Sanremo che sarà ricordata per i numeri importanti, per i giovani che sono tornati protagonisti non solo sul palco ma anche a casa, sui social e nelle strade della cittadina ligure.

Sul podio, insieme a Mahmood & Blanco anche l’eleganza e la classe di Elisa che conquista il secondo posto con le mille tonalità di O Forse Sei Tu e Gianni Morandi con Apri Tutte Le Porte, una canzone perfetta cucita addosso a lui, proprio come un bel vestito.

Assegnati anche gli altri premi importanti di Sanremo. Massimo Ranieri vince il premio della Critica Mia Martini, Gianni Morandi il premio della Sala Stampa Lucio Dalla. A Fabrizio Moro va il premio Sergio Bardotti assegnato dalla Commissione Musicale del festival mentre Elisa vince il premio Giancarlo Bigazzi dall’Orchestra del festival per la miglior composizione musicale.

L’elogio dell’elegante leggerezza

L’ultima serata di Sanremo solitamente è il momento in cui l’attenzione, i riflettori, gli occhi di tutti sono puntati più che altro soltanto sulle canzoni protagoniste. E così è stato.

Sabrina Ferilli, co-conduttrice della serata accanto ad Amadeus, ha riportato sul palco di Sanremo la sua simpatia, la sua professionalità e la sua indiscussa verve.

«Lei è luce ed è straordinaria, sono felice che condivida il palco con me», ha dichiarato Amadeus presentando la prima uscita della Ferilli all’Ariston. E lei ha portato a Sanremo se stessa senza banalità ma, anzi, la sua genuinità e spontaneità mista all’eleganza.

«Sono molto rispettosa delle competenze altrui. Ognuno deve parlare di quello che sa. Ma perché devo dare un senso alla mia presenza stasera? Perché deve per forza essere associata a un problema? Perché devo dare un senso oltre a quello che sono? Io sto qui per il mio lavoro, per le mie amicizie, per le mie scelte», ha precisato l’attrice romana nel suo monologonon monologo, in una chiacchierata seduta sulle scale accanto ad Amadeus, perché «la cosa migliore da portare sul palco penso sia la nostra storia».

E così, anziché scegliere di affrontare tematiche di un certo tipo, Sabrina Ferilli ha voluto citare Italo Calvino «In tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore, perché la leggerezza non è superficialità».

Da una canzone all’altra

Archiviata l’edizione 72 del Festival di Sanremo cosa resterà adesso? I tanti i sound e i ritornelli che suonano in testa.

Dal ritmo di Rkomi che si descrive come un cantante atipico ma che, nonostante questo, ringrazia il pubblico che lo sostiene da 11 mesi con il suo Taxi Driver, disco più venduto del 2021. Resterà anche Aka7even, con un incipit della chitarra interessante e identificabile in tutto il brano che gli conferisce la giusta verve. Ti amo non lo so dire di Noemi è orecchiabile e la sua voce sempre inconfondibile.

Fabrizio Moro è tornato a Sanremo portando su quel palco che tanto l’ha premiato il suo stile sempre discreto e incisivo. «Una delle persone che più hanno dato qualcosa al Festival», ha detto di lui Amadeus.

Sound da ballare, energia e vibrazioni

Festaiola Dove si Balla di Dargen D’Amico, hit da ballare e infatti sia in platea che in galleria tutti in piedi si scatenano. È sempre bello quando il pubblico risponde alla musica. Ritmata anche Farfalle di Sangiovanni, un sound molto divertente, giovane come Sesso Occasionale di Tananai.

Achille Lauro ha portato in scena un altro show studiano nei dettagli con la sua Domenica accompagnato da Harlem Gospel Choir. Virale di Matteo Romano è un altro brano particolare con un’evoluzione musicale e vocale incisiva.

Sicuramente ascolteremo il sound caliente di Ana Mena e Duecentomila Ore ma anche l’energia di Tantissimo de Le Vibrazioni così come la dirompente musicalità di Ditonellapiaga e Rettore con Chimica e l’irriverenza de La Rappresentante di Lista con Ciao Ciao.

Melodie e lettere d’amore tradotte in musica

Intensa Emma nella sua esibizione di Ogni Volta è Così. La delicatezza di Ora e Qui di Yuman, la musicalità di Giovanni Truppi con Tuo Padre Mia Madre, Lucia e la particolarità di Abbi cura di Te di Highsnob Hu.

La storica bravura e la poesia di Massimo Ranieri con Lettera di là dal Mare e la vitalità di Iva Zanicchi nella sua Voglio Amarti.

La melodia dell’amore cantata da Michele Bravi in Inverno dei Fiori, la ballata ricca di emozione Ovunque Sarai di Irama e la passione retrò trasmetta da Giusy Ferreri con Miele.

L’eleganza delle Farfalle

Splendida l’esibizione delle nostre Farfalle, le incantevoli ragazze della Nazionale di ginnastica ritmica che, con la loro eleganza, hanno conquistato tutti. Premiate dagli ascolti che hanno raggiunto il picco alle 22,38 con 16milioni 894mila spettatori inorgogliti di fronte la splendida performance delle ragazze.

Marco Mengoni e Filippo Scotti contro il cyberbullismo

Uno dei momenti top è stato il discorso di Marco Mengoni e Filippo Scotti, protagonista di È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino. I due hanno letto i messaggi raccolti sui social in un intervento contro gli haters e l’odio che riempie tanto il web. Hanno letto l’articolo 3 e l’articolo 21 della Costituzione «Una tastiera può essere un’arma. Va usata con umanità, sempre. Dobbiamo provare a essere gentili». Sì perché la libertà di parola non deve violare la dignità altrui.

Anche Amadeus sottolinea quanto questo sia un argomento centrale di cui parlare. «Il problema degli haters è un problema dei ragazzi che devono subire pressioni insostenibili da parte di chi scrive». Marco Mengoni durante la serata ha cantato L’Essenziale, brano con cui vinse Sanremo 2013 e poi si è esibito con il suo nuovo singolo Mi Fiderò.

Gli indimenticabili Lucio Dalla e Raffaella Carrà

Sabrina Ferilli e Amadeus omaggiano Lucio Dalla. «Era il 2012 e l’ultimo applauso Dalla l’ha ricevuto qui», ha precisato Amadeus. «Un artista unico e raro. Lucio andava oltre la musica», ha ricordato Sabrina Ferilli.

Raffaella Carrà è stata la più grande di tutte, una cantante straordinaria, con oltre 60milioni di dischi venduti in tutto il Mondo. Il palco dell’Ariston ha reso omaggio alla Carrà con l’anteprima mondiale di Ballo Ballo, il musical costruito sulle sue canzoni. «Non dimenticheremo mai la meravigliosa Raffaella Carrà», ha evidenziato il conduttore. In platea un commosso Sergio Japino, che cura la direzione artistica del musical, ha assistito all’esibizione.

Festival della gioia e della ripartenza

La qualità ha premiato i risultati ottenuti da questo festival che si è rinnovato nella sua identità.

«Questa settimana credo sia accaduto qualcosa che poi studieremo meglio, perché il dato è straordinario e penso sia avvenuto qualcosa fuori dallo schermo. Un avvenimento molto più grande di noi, davvero una cosa enorme, un’aggregazione non solo in tv ma virale, recuperando quel che avveniva in passato, quando la televisione ce l’avevano in pochi e tutti si riunivano per guardarla. C’è stata un’attenzione trasversale. A vincere è stata la direzione artistica di Amadeus e il lavoro preparatorio», ha sottolineato durante la conferenza stampa finale Stefano Coletta direttore di Rai Uno.

I giovani traghettati davanti alla tv attratti dalla musica

«Emerge la perizia di tutti i linguaggi che devono esserci in uno show, a partire dai contenuti e dalla parte visual che è entrata nei nostri sguardi e quando c’è la cura del dettaglio il totale fa bang!».

Il direttore di Rai Uno ha precisato come Amadeus abbia vinto portando sul palco la sua autenticità, senza retorica e filtri. «Ha veicolato messaggi di inclusione e verso tutti gli aspetti della vita. Ha vinto la sua filosofia di vita. È bello che i giovani siano tornati a vedere l’evento degli eventi e starà a noi trasformare questo in una consuetudine. Siamo contenti anche della vittoria di Mahmood e Blanco che rappresenteranno il nostro Paese all’Eurovision, credo che la loro cifra sia il manifesto culturale di questa kermesse», ha concluso Coletta.

I giovani, motore del Paese

Amadeus soddisfatto, con poche ore di sonno in conferenza stampa ha commentato gli anni precedenti e quest’edizione. «Il 70esimo è stato il festival dell’assembramento, l’anno dopo siamo piombati nel dramma. Questo Sanremo è il figlio di quello dello scorso anno. L’anno scorso è stato molto importante, avevo pensato a qualcosa che poteva sembrare una follia, volevo trasformare il festival, avevo deciso che volevo dare il festival al pubblico, soprattutto ai giovani, che avevano vissuto la difficoltà dello stare in casa. I giovani sono la forza di questo Paese».

Il Festival dell’amicizia

Il direttore artistico ha raccontato di come abbia ascoltato 300 canzoni a tutto volume per scegliere le 25 protagoniste di quest’anno. «Devo ringraziare Rosario Fiorello, Checco Zalone e Lorenzo, i miei amici. Ringrazio tanto Ciuri che mi ha aiutato a partire bene la prima sera, ha fatto qualcosa di sensazionale e spettacolare ma tutti conosciamo la sua generosità. Vittorio Salvetti mi diceva ricordate che noi non ci occupiamo di cose serie in modo leggero ma di cose leggere in modo serio, perché la musica è seria e porta felicità, emozione e gioia. E che gioia sia per tutti! Gioia è una parola semplice e molto bella».

Dal Rumore a Zitti e Buoni fino a raggiungere i Brividi

Le premesse per proseguire il prossimo anno ci sono tutte, anche da parte dell’amministratore delegato Carlo Fuortes perché «squadra che vince non si cambia, avremo modo di parlarne» ma intanto Amadeus descrive così le sue 3 edizioni: «Il primo festival ha fatto Rumore, il secondo ha fatto stare Zitti e Buoni ma il terzo è da Brividi».

 

Alessandra Caputo

Foto © Bogdan Chilldays Plakov, RaiPlay

Articolo precedenteSanremo, conclusa l’edizione del 2022. Mahmood e Blanco verso l’Eurovision song Contest
Articolo successivoSul clima in Italia l’aria si fa pesante
Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui