Luisa Miller al Teatro dell’Opera di Roma

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Teatro dell'Opera

Il dramma di Giuseppe Verdi nello spettacolo essenziale di Damiano Michieletto, con l’elegante bacchetta del nuovo direttore musicale Michele Mariotti

Il Teatro dell’Opera prosegue nella sua analisi capillare del repertorio verdiano.

Lo spettacolo di Michieletto

Luisa Miller di Giuseppe VerdiRiflette la dicotomia dell’animo umano l’allestimento di Luisa Miller pensato nel 2010 da Damiano Michieletto per l’Opera di Zurigo, e ora ripreso da Andrea Bernard nella Capitale. La scena è divisa in una parte superiore, impraticabile, nella quale appare un salotto borghese di un biancore abbacinante, e in una parte inferiore, dove si svolge l’azione, che rappresenta il medesimo ambiente ma stavolta degradato e oscuro. Il dramma ispirato a Schiller e incentrato sul contrasto fra padri e figli, vera rivelazione di un Verdi ormai avviato verso la maturità drammaturgica e non più mero operista, non potrebbe avere più efficace rappresentazione. Una piattaforma rotante addita i diversi ambienti nei quali si svolge il dramma, mentre un cubo centrale costruito da elementi mobili evidenzia i caratteri claustrofobici della vicenda. Non nuova l’idea di affiancare ai protagonisti i loro doppi infantili, efficace nei momenti di più scoperta poesia.

Un allestimento lineare

Giovano alla riuscita dello spettacolo le scene di Paolo Fantin, eleganti e funzionali. Nessun sovraccarico ostacola il procedere spedito della narrazione. I costumi di Carla Teti, di foggia moderna, ben si attagliano all’ambito del dramma familiare. Se in altre occasioni Michieletto mostra un horror vacui eccessivo, in questo caso l’economia di mezzi conviene alla resa drammaturgica.

L’opera di Giuseppe Verdi

Teatro dell'OperaCardine della produzione verdiana, Luisa Miller indica un mutamento di prospettiva che allontana il compositore dalla routine più trita per proiettarlo verso nuovi traguardi. Se il dettato librettistico di Cammarano appare ancora legato agli stilemi tradizionali, musicalmente si delinea una espressività in grado di modellare i tormenti più profondi. Dal punto di vista drammaturgico gli stereotipi vengono abbandonati in favore di una visione più complessa dei caratteri. Basterebbe ascoltare il terzo atto, fra le cose più belle scritte da Verdi sino a quel momento, per rendersene conto.

La trama

Abbandonati i grandi affreschi storici, Verdi si cala nel dramma familiare. L’amore fra Rodolfo e Luisa incontra l’ostacolo del padre, il Conte di Walter, il quale lo vorrebbe sposo della duchessa Federica sua nipote. Le trame del malvagio Wurm, infatuato di Luisa, costringono la protagonista a vergare una lettera nella quale rinnega il proprio amore, per salvare il genitore imprigionato ingiustamente. Credendosi ingannato, Rodolfo somministra un veleno alla sua innamorata, dopo averne assunto anch’egli. I due amanti spirano, mentre la verità diviene finalmente chiara ai loro occhi. L’agonizzante Rodolfo, prima di morire, riesce a vendicarsi trafiggendo il malvagio Wurm.

La prima volta di Mariotti

Teatro dell'OperaSubentrato a Daniele Gatti, Michele Mariotti ha diretto per la prima volta un’opera in forma scenica al Costanzi in veste di direttore musicale (aveva già presentato la Miller nell’aprile del 2021, ma in forma di concerto). Immediata la sua sintonia con il pubblico romano. La sua concertazione è improntata all’eleganza e alla nitidezza del tessuto orchestrale, della quale traggono giovamento gli interpreti vocali. Se qualcosa manca è il balenare di un fato ineluttabile, che nell’ouverture sembra additare le future ansie della Forza del destino, il progressivo sgretolarsi dell’apparente stabilità quotidiana dietro le urgenze del dramma.

Il due protagonisti

Luisa Miller di Giuseppe VerdiLa complessa vocalità di Luisa, soprano lirico al quale viene richiesta una certa agilità, ma con sprazzi di drammaticità spinta, trova in Roberta Mantegna un’interprete quasi ideale, in grado di delineare il progressivo mutamento del personaggio. La fanciulla colma d’incanto prende man mano consapevolezza della propria disperata situazione, fino al tragico epilogo. Un gradino al di sotto Antonio Poli (Rodolfo), volenteroso e sempre a proprio agio nel canto lirico, appena un poco forzato quando la scrittura lo conduce verso lidi più drammatici. Manca a volte la dovizia di sfumature propria del canto verdiano, quella varietà di accenti che un Bergonzi sapeva svelare in maniera inarrivabile. Poli risolve comunque la parte con intelligenza, offrendo un “Quando le sere al placido” soffusa di estatico languore.

Gli altri interpreti

Michele Pertusi è un Conte di Walter protervo come si conviene, ma anche roso da dissidi intestini. Il mestiere e l’esperienza gli permettono di sopperire all’inevitabile usura vocale, delineando una figura da ricordare. Duttile e robusto il Miller di Amartuvshin Enkhbat, il quale coglie un vero e proprio successo personale. Esponente di una malvagità un poco stereotipata il Wurm di Marco Spotti, costretto ad una recitazione a metà fra le tare fisiche di un Riccardo III e le abiezioni di un aguzzino nazista. Daniela Barcellona dona spessore al ruolo breve ma importante di Federica. Come di consueto il progetto “Fabbrica” del Teatro evidenzia voci di ottimo livello, in questa occasione quella di Irene Savignano nel ruolo di Laura.

I complessi del Teatro

L’Orchestra ha risposto in maniera egregia alle intenzioni del suo nuovo direttore. Buona la prova del Coro, purtroppo ancora con le mascherine, a ricordare che non siamo fuori dalla pandemia. Teatro gremito e pubblico generoso negli applausi. (https://www.operaroma.it/)

 

Riccardo Cenci

Foto © Fabrizio Sansoni, Teatro dell’Opera di Roma

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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