The Batman, il vigilante mascherato come non l’avete mai visto

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Robert Pattinson vi stupirà, vi coinvolgerà in un detective movie dai tratti noir

Il 3 marzo esce finalmente al cinema The Batman, il film che più di tutti ha subito la pandemia con una lavorazione lunga e travagliata.

Basato sui personaggi DC, Batman, creato da Bob Kane e Bill Finger 80 anni fa e portato al cinema in diverse rappresentazioni, rivive sotto una nuova veste, del tutto esclusiva e mai banale.

The Batman

The Batman, distribuito da Warner Bros. Pictures, con la regia di Matt Reeves che firma anche la sceneggiatura insieme a Peter Craig, è un film sorprendentemente incomparabile, scandito da un ritmo incalzante che raggiunge apici apocalittici per poi riportarti a terra alla ricerca di soluzioni al crimine.

The BatmanA tratti disarmante e stratificato in una complessa scrittura creativa, avvolge lo spettatore in una visione melodrammatica e al tempo stesso inquietante. Una ricerca di giustizia travestiva da vendetta. Una vendetta che si trasforma in speranza, la speranza di una Gotham migliore, governata da gente non corrotta.

The Batman è una detective story, a tratti noir, un thriller che lascia col fiato sospeso dal primo frame all’ultimo in un’escalation di azione, introspezione e ricerca di un io perso o forse provvisoriamente lasciato andare.

«Io sono Vendetta»

«Fear is a tool and when that light hits the sky it’s not just a call. It’s a warning». È questo il claim del film: la paura è uno strumento e quando quella luce colpisce il cielo non è solo una chiamata, è un avvertimento.

La paura intesa come un’arma, più forte di una pistola o di un pugno. Ma qual è la paura più grande per Bruce Wayne/The Batman? Quella che ancora non avevamo conosciuto, che si cela dietro a una maschera di dolore e repressione, di malinconia autodistruttiva, di irreprensibile ricerca del pericolo vissuto come una catarsi in una città da ripulire.

Tre ore di film hanno un impatto vigoroso sullo spettatore, lo travolgono e lo lasciano emotivamente scosso.

La storia

Bruce Wayne, vestendo ogni notte i panni di Batman, ha trascorso due anni a pattugliare le strade, incutendo terrore nei criminali. Questo viaggio nelle ombre più profonde e marce di Gotham City l’hanno portato a interfacciarsi con personaggi loschi, una rete corrotta di funzionari e figure di spicco della città.

Un vigilante solitario che vuole affermarsi come unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini. Al suo fianco ha solo due fedeli alleati, Alfred Pennyworth e il tenente James Gordon.

Un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di malvagi stratagemmi e lasciando di volta in volta una scia di indizi criptici che porteranno il più grande detective del mondo a indagare per stanare il male. Incontrerà così personaggi come Selina Kyle/Catwoman, Oswald Cobblepot/alias il Pinguino, Carmine Falcone e Edward Nashton/l’Enigmista.

Batman dovrà stringere nuove alleanze per smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che affligge Gotham City.

Justice. The answer’s justice, l’eroe antieroe

The Batman è un film d’azione che ci introduce in un’esplorazione cruda, tagliente ma allo stesso tempo profondamente emotiva del contorto funzionamento della mente sullo scenario di una città iconica sull’orlo del baratro.

È un uomo o un mito? Un investigatore che indossa una maschera per mostrarsi al mondo in maniera terrificante. Batman è l’ombra e da quell’oscurità appare ogni qual volta c’è necessità dei suoi pugni per fermare i malintenzionati o spingere i timorosi ad agire. Lui non uccide, utilizza la sua rabbia e la sua forza per fermare il male e consegnarlo alla giustizia.

Il suo passo è lento ma inesorabile, possente e dal ritmo opprimente, fende la pioggia e, prepotentemente, ne avvertiamo l’impatto. Lo sguardo è vitreo, freddo, dilaniato da un dolore intrinseco che scorgiamo ma che mai si esplica realmente.

Come on Vengeance

«Non volevo iniziare con una storia delle origini, ma con quella di un giovane Batman, per mostrare la sua evoluzione. Abbiamo così chiesto a quel Batman di risolvere un mistero legato alle sue origini ma senza raccontarle, lo tocca nel profondo», spiega Matt Reeves.

The Batman

E la scelta di un attore come Robert Pattinson non è stata casuale. Un attore che si è distinto negli anni per la sua costante ricerca impavida di ruoli impegnativi e performance quanto più trasformative. «Volevo mostrare un lato diverso del personaggio, volevo avesse un’aurea rock solitaria, un incrocio tra Kurt Cobain e Howard Hughes. Mi ha colpito l’intensità con la quale Pattinson ha dato vita a Bruce», sottolinea Reeves.

Il risultato è un’interpretazione identificabile come un mix di mistero, emozione, angoscia e rabbia.

Il regista ha iniziato a considerare Pattinson per il ruolo mentre lui e il co-sceneggiatore Peter Craig stavano sviluppando la sceneggiatura. «Sono sempre stato un fan di Rob. Le sue interpretazioni sono interessanti, è un camaleonte, come ha dimostrato in Civiltà perduta. In Good Time ho colto una connessione con Batman. Lì emergono la sua disperazione, la sua motivazione, così come la sua vulnerabilità. Volevo che questa versione di Batman fosse spaventosa e allo stesso tempo mostrare la sua vulnerabilità; quando ho visto tutti i diversi aspetti che Rob ha portato nei suoi ruoli, ho capito che poteva essere l’interprete giusto, e ho iniziato a scrivere pensando a lui», rivela Matt Reeves.

Una scelta fuori dagli schemi

«Non sono mai stato attratto dall’idea di fare un film di supereroi ma per qualche ragione Batman si è sempre distinto come un’entità speciale e separata. L’idea di Matt, fin dal primo storyboard, era strabiliante. La caratterizzazione di Bruce sembrava diversa. È solo e isolato e c’è una specie di disperazione senza speranza, e questa è stata un’interpretazione interessante», precisa l’attore britannico.

Approfondendo il personaggio Pattinson si è domandato “Chi è Bruce Wayne?” piuttosto che chiedersi “Chi è Batman?”. È la definizione di follia, forse per un uomo al limite.

«Penso si tratti di alter ego e identità. Se si mette il vestito, e ci crede tanto, lo eleva come creatura; non è Bruce, è Batman. Volevo che fosse meno umano quando indossa la tuta. Bruce sta ancora cercando di capire chi sia esattamente Batman, e questo rende una versione molto reattiva di Batman, ed è una novità», riflette Pattinson.

La speranza in fondo al tunnel nichilista

«Nella storia di Matt, Batman è impegnato nell’oscurità e nel nichilismo, non pensa che Gotham City sia in grado di guarire sé stessa, ma è piuttosto su una spirale discendente e che sta combattendo una battaglia senza speranza che si concluderà con una sconfitta. Mi è sempre piaciuta l’idea che Batman abbia un filo di speranza alla fine, che è la cosa più dolorosa che deve fare, perché si è chiuso dal provare qualsiasi cosa. Quindi in realtà è Gotham stessa che gli lascia una possibilità di speranza» conclude il protagonista.

Il cast

Accanto a Robert Pattinson in un altro ruolo iconico troviamo Zoë Kravitz che interpreta la femme fatale d’acciaio, Catwoman. Enigmatica al punto giusto, misteriosa, audace e perfetta come partner di Batman nella lotta al crimine.

Quello che si innesca tra i due sin dalla prima scena è visibilmente tangibile. «C’è una profonda connessione di anime, anche se vedono le cose in maniera diversa e provengono da contesti diversi, entrambi credono nella giustizia», sostiene Kravitz.

The Batman

«C’era qualcosa di speciale e magico nel modo in cui Rob e Zoë si sono relazionati fin dall’inizio. Sono amici e hanno un’ottima intesa, sono una grande coppia e per un regista è davvero fantastico», aggiunge Reeves.

The Batman

Compongono il ricco cast un bravissimo Paul Dano nei panni dell’Enigmista, Jeffrey Wright che interpreta il tenente James Gordon, John Turturro che è lo spietato Carmine Falcone, un irriconoscibile Colin Farrell alias il Pinguino e Andy Serkis nel ruolo del fedele Alfred Pennyworth.

Il Vagabondo

Il film si apre nella notte di Halloween. Bruce Wayne sta pattugliando le strade non come sé stesso, né con il costume di Batman, ma come una persona tra Bruce e la sua maschera, un personaggio oscuro che il regista ha soprannominato il Vagabondo.

Vestito di scuro, pesante trucco nero intorno agli occhi, il portamento minaccioso e nichilista del Vagabondo pende pesantemente dal suo corpo e dalla sua anima. È un uomo sull’orlo della disperazione, il solitario rampollo della famiglia più ricca di Gotham che mette in discussione il retaggio della sua famiglia, guidato dalle emozioni. «C’è una tale rabbia in lui che lo rende difficile da battere e i combattimenti che svolge sembrano molto personali», osserva Pattinson.

Who are you under there?

Il costume di Batman è da sempre prerogativa di forza. Disegnato dal capo concept artist del Batsuit Glyn Dillon e dal supervisore dei costumi Dave Crossman, è un’armatura protettiva realizzata da Bruce Wayne che ha combinato tessuti tecnici e placche antiproiettile per dare al suo alter ego vigilante una formidabile difesa tattica contro i criminali.

Indossare l’iconico abito, costruito su misura per l’attore, ha avuto un effetto immediatamente trasformativo su Pattinson.

The Batman

«Fin dalla prima volta che indossi quel vestito ti senti immediatamente potente. Senti il peso e la responsabilità ma ti rendi conto che, anche solo un piccolo sforzo, ti fa sudare mentre cerchi di capire come offrire una performance attraverso una maschera. Dipendi dalle luci e dal regista, fondamentalmente hai un nuovo volto e l’iconografia del cappuccio può essere molto più d’impatto di qualsiasi espressione tu possa fare con il viso», racconta Robert.

Batmobile, come un’arma sulle vie di Gotham

L’ingresso in scena di uno dei simboli distintivi di Batman è rombante e fuori dagli schemi, è come la detonazione di una bomba che nel silenzio e nell’oscurità trova forza per emergere.

La Batmobile è il maestoso veicolo distintivo di Batman. Combinando la forza bruta con la ferocia ad alta velocità, questa sbalorditiva impresa di ingegneria fornisce a Batman il mezzo su strada per inseguire i suoi nemici più agguerriti. Bruce/Batman sfreccia su strada a velocità vertiginosa anche sulla Bat moto.

«La macchina è nera opaca, con un design che si rifà alla Batmobile originale del programma tv degli anni Sessanta, con luci rosse e ali sul retro. Il massiccio motore che alimenta l’auto si sente quando si accende e le feritoie si aprono come le branchie di un pesce. Come la Batsuit ha lo scopo di intimidire, deve essere come un mostro», descrive il regista.

Le note distintive di una colonna sonora evocativa

Capitolo a parte meritano le note che accompagnano le tre ore di film, intrise di una sensibilità musicale profondamente incisiva, melodica e allo stesso tempo scandita da percussioni echeggianti e distintive di singole scene che restano impresse alla fine della proiezione.

Dall’Ave Maria di Schubert a Something In The Way dei Nirvana ripercorriamo una colonna sonora unica. Sin dal primo ascolto Matt Reeves è rimasto affascinato dalla musica composta da Michael Giacchino.

«Sul set ho detto a Rob che prima di girare le scene, volevo si guardasse allo specchio, in costume, senza cappuccio e che si truccasse. Il tutto mentre suonava la musica scritta da Michael. Da lì è iniziata la scena: la musica ha aiutato Rob a entrare nei panni di Batman», riferisce il regista.

 

Alessandra Caputo

Foto © 2021 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

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Alessandra Caputo
Classe 78, giornalista pubblicista, laureata in Lettere Moderne, scrittrice, mamma orgogliosa. Ha scritto di cronaca, spettacolo e cultura in quotidiani, riviste settimanali, mensili e sul web. Per diversi anni si è dedicata al settore viaggi e turismo dove la sua creatività si è integrata alla descrizione della realtà. Oltre al turismo oggi si dedica anche al settore cinematografico e agli amati libri. Appassionata della vita, della lettura, dell’arte e della cucina, senza seguire un ordine preciso delle cose ama ritagliare un piccolo spazio per tutto.

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