Fitfor55, il pacchetto normativo europeo che segna una svolta nella transizione ecologica e la lotta alle emissioni di CO2

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Europa Fitfor 55

Addio ai motori termici entro il 2035, ma siamo realmente pronti a un cambiamento radicale?

L’Unione europea con il nuovo pacchetto normativo, già passato in prima istanza a giugno dello scorso anno, si prepara a dire addio ai veicoli termici. Il 55% entro il 2030.

L’ambiente e la sua tutela è un argomento molto caro all’Europa che cerca costantemente di attuare delle regolamentazioni per abbassare il livello di inquinamento e promuovere l’adozione di misure più ecosostenibili.

Tante le misure poste all’attenzione dell’Europarlamento che dovrà votare un pacchetto che dovrebbe segnare la chiave di Volta della futura politica europea.

Fitfor55

Il Fitfor55, così è stato rinominato il pacchetto, prevede una serie di norme come la riforma dell’ETS, un sistema che prevede la riduzione nel corso del tempo, delle emissioni di gas a effetto serra emesse dalle industrie ad alta intensità energetica, produttori di energia e linee aeree.Europa Fitfor 55 Green deal

Inoltre l’istituzione di un Fondo sociale per il clima, proposta voluta dalla Commissione per l’ambiente (ENVI) e da quella per l’occupazione e gli Affari sociali (EMPL).

Il Fondo destina 72 miliardi di euro per il periodo dal 2025 al 2032 in aiuto delle famiglie vulnerabili e le piccole imprese, per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.

Un occhio particolare poi ai problemi riguardanti le Isole, le Regioni montane, le aree remote e meno sviluppate. Cioè, quelle che in genere hanno maggiori difficoltà di accesso all’energia data la conformità del territorio.

Effort Sharing Regulation e LULUFC

l’Effort Sharing Regulation pone degli obiettivi per ogni Stato membro inerenti la riduzione delle emissioni derivanti dai gas serra provenienti dall’edilizia, agricoltura, gestione rifiutitrasporti e piccola industria.

Il LULUFC, riduzione delle emissioni derivanti dall’uso del suolo ad alto consumo di energia è la norma più dibattuta e controversa: quella riguardante l’abbandono dei mezzi a benzina o diesel entro il 2035.

Il pacchetto infatti prevede lo stop alla vendita lasciando spazio esclusivamente ai motori elettrici seguendo una tabella di marcia in base alla quale le industrie automobilistiche dovranno progressivamente produrre mezzi che abbattano le emissioni del 25% entro il 2025 e del 55% entro il 2035.Europa Fitfor 55 auto elettriche

Questa proposta, segna un punto di svolta decisamente radicale in merito alle politiche ambientali, ha fatto storcere il naso a molti trovando delle forti opposizioni.

In primis da parte delle industrie automobilistiche già duramente colpite dalla pandemia e dalla crisi dei chip. Oltretutto il pacchetto coinvolge anche le vetture ibride, mild hybrid e plug-in compresi veicolo commerciali leggeri. 

La norma non riguarda ovviamente i veicoli già messi su strada. Non è passato l’emendamento che permetteva al 10% dei veicoli messi in commercio di funzionare con motore termico.

Le reazioni

Anche il PPE, il partito di centrocentro destra più numeroso e antico del Parlamento europeo e che sostiene la Commissione, ha presentato un emendamento per chiedere il rinvio di questo punto ritenendolo un argomento particolarmente spinoso e forse demandabile a un altro momento.

Frans Timmermans

L’emendamento però è stato prontamente bloccato dal vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans. Il quale durante il dibattito conclusivo sul pacchetto clima ha sostenuto che: «L’industria  automobilistica ha fatto la sua scelta e non bisogna rendere le cose difficili». Ha poi sottolineato che dopo il voto dell’Europarlamento i Governi dei vari Stati membri potranno riunirsi al tavolo delle trattative.Frans Timmermans

Le reazioni degli Eurodeputati

L’eurodeputato verde Michael Bloss si schiera a favore della Fitfor55 contrariamente ai deputati più conservatori e di destra, che sembrano ignorare la tax. Una proposta che sebbene fosse stata presa in considerazione dalla Commissione lo scorso anno, non verrà riesaminata.

Un problema Italiano

La proposta non è stata accolta particolarmente bene da molti rappresentanti del Belpaese, considerando che l’indotto rischia grosso. Per questo l’Associazione nazionale filiera automobilistica (Anfia) si è schierata nettamente contro.

Marco Camponesi, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo si dice preoccupato perché «in assenza di alternative a impatto zero disponibili per le imprese, è una follia che si tradurrebbe in un aumento di costi insostenibile per le aziende». Accusando il leader PD Enrico Letta di sostenere gli affari di Bruxelles al posto degli italiani.

C’è da chiedersi come si potrebbe risolverere la questione delle colonnine di ricarica ad oggi piuttosto carenti soprattutto nel nostro Paese. Per non parlare delle misure per lo smaltimenti delle batterie che, seppur di durata decennale, sono comunque altamente inquinanti e non tutte le parti sono riciclabili.

 

Gianfranco Cannarozzo

Foto© Culturemedia, Adnkronos, Wikipedia

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Gianfranco Cannarozzo
Lettore appassionato si avvicina al mondo del giornalismo mentre lavora presso uno studio legale che si occupa di ADR (Alternative dispute resolution). Nei suoi pezzi ama parlare di varie tematiche spaziando dall'attualità alla storia, alla politica.

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