Ita alla ricerca del partner industriale

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Il 5 luglio si chiude la data room. Due le cordate interessate all’acquisto: Msc-Lufthansa e Certares Management-Air France-Delta

L’esame per la vendita di Ita Airways si chiuderà il 5 luglio. Lo ha annunciato il presidente esecutivo Alfredo Altavilla nel corso del suo intervento a Rapallo davanti alla platea di Giovani Imprenditori della Confindustria. Le due cordate che hanno manifestato interesse all’acquisto (Msc-Lufthansa e Certares Management-Air France-Delta) hanno lamentato l’insufficienza di informazioni a disposizione per consegnare le offerte vincolanti.

La conclusione della data room (stanza delle informazioni) era prevista per il 30 giugno, ma le lamentele espresse dalle due cordate di acquisto sui dati messi a disposizione hanno indotto il ministero dell’Economia e delle Finanze (azionista di Ita) a fare pressione sul management.

L’Ita(lia) ha fretta

«La data room la chiudiamo il 5 luglio: era previsto per il 30 giugno, sostanzialmente siamo nei tempi» ha spiegato Altavilla. Ma se l’operazione non si chiudesse prima dell’estate «sarebbe un gravissimo problema. Non è Altavilla che ha fretta, non è la compagnia che ha fretta: qui è l’Italia che deve avere fretta perché ne vale del futuro della compagnia».

Ita Airways è la compagnia aerea nata il 15 ottobre 2021 per sostituire Alitalia con l’obiettivo di “creare un vettore aereo efficiente, innovativo, che diventi il punto di riferimento nel garantire all’Italia una connettività di qualità sia con destinazioni internazionali, così da incentivare il turismo e il commercio con l’estero, sia all’interno del Paese, sfruttando anche la mobilità integrata”.

Garantire una solidità finanziaria alla nuova compagnia

Dopo 8 mesi e mezzo di voli, di accordi commerciali, di aerei dedicati ai calciatori italiani più famosi, di acquisto di nuovi aerei da inserire nella flotta, di assunzione di 150 persone a tempo indeterminato provenienti da Covisian (l’azienda che svolgeva il servizio di call center per la compagnia), Ita ha il bisogno di trovare un partner industriale solido. «È importante trovare uno che ci consenta di espandere la nostra flotta, di poter avere accesso a un network di destinazioni molto più ampio e redditizio; e questa è l’unica condizione per garantire non solo la sopravvivenza alle persone che sono passate a lavorare da noi ma, soprattutto, una solidità finanziaria alla nuova compagnia» ha continuato Altavilla.

Sono trascorsi 259 giorni (al 30 giugno) dall’inizio delle attività commerciali di Ita e il presidente esecutivo vuole un partner che possa garantire “la sopravvivenza alle persone che sono passate a lavorare da noi e solidità finanziaria alla nuova compagnia».

Se non si chiude?

Ora viene da domandarsi: se la vendita non andasse in porto dopo il 5 luglio, quali saranno le conseguenze per la nuova compagnia nata per sostituire Alitalia?

Si capiscono le difficoltà incontrate in questi 8 mesi e mezzo, cominciate con la partenza in un periodo di bassa stagione, la pandemia che ha cancellato i viaggiatori, la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica che ha fatto schizzare in alto il costo del carburante. «È un mondo che cambia in continuazione, eppure questo è il momento di cercare una discontinuità e creare una compagnia che sia la meno rischiosa possibile e che abbia un futuro industriale molto più solido, con un portafoglio allargato anche al cargo e al charter» ha concluso Altavilla.

 

Enzo Di Giacomo

Foto @ Ita Airways

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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