Non dall’Ue ma dal G7 Draghi ottiene sul price cap

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Biden: «il G7 continuerà a colpire Putin». Johnson chiede agli scienziati di disertare. E il premier di imporre un tetto al prezzo del gas

«Dobbiamo continuare a lavorare su come imporre un tetto anche al prezzo del gas. Non smettere di cercare il “modo” giusto per rispettare le diverse sensibilità emerse già tra i 27 dell’Unione europea. E insieme superare le perplessità sugli strumenti di price cap riscontrate anche tra i 7 Grandi». Sulle Alpi bavaresi Mario Draghi continua la sua battaglia – morale, geopolitica ed economica – sul fronte energetico. E insiste sulla necessità di agire sui prodotti importati dalla Russia. Tutti, non solo il petrolio su cui a Elmau, sede del vertice, è maturato il consenso sulla spinta del presidente Usa Joe Biden.

Biden: «Privare Putin delle risorse»

«Serve ad affamare Mosca», ha sottolineato Washington. Registrando in mattinata “progressi” che alla fine della seconda giornata del vertice hanno portato a uno schema d’intesa.G7 «Il G7 continuerà a colpire Putin dove fa più male. Per privarlo delle risorse di cui ha bisogno per la sua guerra illegittima» in Ucraina, afferma il presidente americano Joe Biden. La formula, trovata dagli sherpa, contemplerebbe il mandatocon urgenzaai ministri dell’Energia del G7 di “studiare l’applicazione del price cap”.

Un’urgenza che, filtra dalla delegazione italiana, rappresenta unpasso avantirispetto a Bruxelles, che aveva indicato il mese di ottobre per riprendere la discussione. Anche sul petrolio la discussione è stata aperta fino all’ultimo, in parte per alcune obiezioni sollevate da alcune delegazioni. Oppure per le diverse proposte arrivate sul tavolo. Ma alla fine un passaggio sul price cap ci sarà. Si è discusso in questi giorni se indicare la necessità di studiare meccanismi per contenere i prezzi “dell’energia”. E mettere in atto azioni per ridurre i proventi che ogni mese incassa Vladimir Putin dagli “idrocarburi”.

Il gas non viene mai citato esplicitamente, ma è ricompreso in queste diciture, abbinate così a un riferimento al percorso intrapreso dall’ultimo Consiglio europeo. Si tratta in ogni caso, come sul petrolio, di una “dichiarazione politica”. Perché non è il G7 la sede per entrare nel dettaglio tecnico delle misure. E all’Italia quello che preme è che a muoversi insieme su questo fronte sia soprattutto l’Ue. Che, come ha ricordato il ministro Roberto Cingolani, «acquista i tre quarti del gas mondiale che entra nei gasdotti. E si può anche permettere di fare un po’ il mercato». E che per questa via, non si stanca di ripetere il premier, continua a finanziare la guerra di Putin.

Incredibile sostegno a Kiev e sanzioni a Mosca

Di energia e di equilibri internazionali Draghi parla anche, in due incontri bilaterali, con il primo ministro britannico, Boris Johnson e con il presidente argentino, Alberto Ángel Fernandez, presidente di turno della Celac, Comunità di Stati latinoamericani e dei Caraibi. Draghi è tornato poi a insistere sul gas prendendo la parola dopo l’intervento-appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai leader riuniti in Baviera. «Putin non deve vincere. Noi restiamo uniti a sostegno dell’Ucraina», ha dichiarato il presidente del Consiglio, sottolineando che «se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono». E che se dovesse succedere diventerebbe «più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace”.

Draghi ha ringraziato Zelensky per «il benvenuto eccezionale» ricevuto a Kiev, poco più di una settimana fa, insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz.G7 Nel corso di quella visita i tre avevano assicurato il sostegno alla candidatura dell’Ucraina per l’ingresso nella Ue, una decisione, ha sottolineato il capo del Governo italiano, che «è importante per l’Ucraina ma anche per l’Unione europea. L’Ue ha mutato in modo profondo il suo atteggiamento verso i Paesi vicini», cambiando «la sua strategia di lungo periodo».

A Kremenchuk ennesimo “crimine di guerra”

Per il presidente Usa Joe Biden è emerso dal G7 un incrollabile sostegno a Kiev e sanzioni a Mosca. Quest’ultime «non faranno che aumentare nel tempo per isolare ulteriormente la Russia dall’economia mondiale». Insieme, «il G7 produrrà un incrollabile e un unito impegno al sostegno dell’Ucraina e continuerà a costruire sanzioni senza precedenti per rendere Putin responsabile». Dall’America il commento dopo l’ennesimo attacco ai civili da parte dei russi, con un attacco missilistico a un centro commerciale della cittadina ucraina di Kremenchuk, è sempre di totale condanna.

«Come dimostrato al vertice del G7, gli Stati Uniti, insieme ai nostri alleati e partner, continueranno a ritenere la Russia responsabile di tali atrocità e a sostenere la difesa dell’Ucraina». Infatti i capi di Stato e di Governo hanno condannano “solennemente l’abominevole attacco russo contro un centro commerciale di Kremenchuk” attraverso un comunicato. I leader del gruppo, riuniti al vertice di Elmau in Baviera, aggiungono di unirsi nel “lutto per le vittime innocenti di questo attacco brutale”. Definito “un crimine di guerra” in quanto “attacco indiscriminato contro civili”.

Johnson invita scienziati russi a disertare in Gb

Come risposta all’essere l’obiettivo numero uno di un attacco russo all’Occidente, dei giorni scorsi, Londra risponde invitando gli scienziati russi ad abbandonare il Paese e trasferirsi nel Regno Unito. Parlando al vertice G7 di Elmau in Germania il premier britannico Boris Johnson ha affermato che i ricercatori “che non si sentono più al sicuro in Russia dovrebbero far domanda per trasferirsi in un Paese che dà valore all’apertura, alla libertà e alla ricerca della conoscenza”. Il primo ministro ha anche annunciato ulteriori stanziamenti e accordi di partenariato che permettano a ricercatori ucraini – il cui lavoro è stato colpito dalla guerra – di continuare la propria attività in Gran Bretagna. Le misure potrebbero portare circa 130 scienziati ucraini in UK.

Per il cancelliere tedesco Olaf Scholz, padrone di casa del summit e sempre ascoltato con attenzione per le relazioni considerate ambigue (fino al 24 febbraio inizio dell’invasione, ndr) della Germania con la Russia, “non si potrà più tornare come prima“. Nel corso della conferenza stampa al G7 in Baviera ha dichiarato che «la guerra porta cambiamenti a lungo termine che daranno forma ai rapporti internazionali per un tempo molto, molto lungo. Nei nostri rapporti con Mosca non potremo tornare al tempo precedente all’invasione russa dell’Ucraina».

I “risultati” del summit

Armi pesanti, sistemi anti-aereo, nuove sanzioni, tetto al prezzo del petrolio ed embargo dell’oro. I leader del G7, riuniti nella war room a vetri del castello di Elmau che dà sulle Alpi bavaresi, in collegamento video con Volodymyr Zelensky, assicurano al presidente ucraino il loro sostegno “per tutto il tempo necessario”. L’uomo al vertice del potere a Kiev assicura che non saranno gli ucraini “ad essere sconfitti. Li sconfiggeremo”, dice, sottolineando come “nessun missile russo” potrà “spezzare il morale” di chi resiste. Chiedendo il sostegno del G7 su 5 punti: sistemi antiaereo di difesa, sicurezza, esportazioni di grano, sanzioni e ricostruzione. L’impegno dei grandi c’è su tutti i fronti, compresa la volontà di “continuare a coordinare gli sforzi” per soddisfare le richieste “urgenti” dell’Ucraina in termini di attrezzature militari e di difesa.

C’è poi la crisi del grano sul tavolo. “La Russia ha un’enorme responsabilità per le crescenti minacce alla sicurezza alimentare globale a seguito del conflitto.G7 Chiediamo urgentemente a Mosca” – mettono nero su bianco i 7 Grandi – “di cessare, senza condizioni, i suoi attacchi alle infrastrutture agricole e di trasporto. E di consentire il libero passaggio delle spedizioni agricole dai porti ucraini nel Mar Nero”. Draghi da tempo insiste per una soluzione sotto l’elgida dell’Onu e ora, dopo l’intervento al summit, fonti italiane definiscono “ottimista” il segretario generale, Antonio Guterres.

Domani la sessione su ordine multilaterale e digitale, che sarà anticipata da un incontro Biden-Scholz-Johnson-Macron, chiuderà il summit e poi i leader – ad eccezione del primo ministro del Giappone, Fumio Kishida – voleranno a Madrid per il vertice Nato, che sarà decisivo per coordinare a livello pratico le armi e il know how con cui aiutare Kiev.

 

Giovanni De Negri

Foto © Mediaoneonline, Reuters, Today Times, Newsfirst, Breitbart, Xinhua, Artsakh.news

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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