“Economia di Francesco” e il 27° Congresso eucaristico nazionale della Cei sono gli eventi a cui ha partecipato il Pontefice
Una due giorni veramente impegnativa quella di Papa Francesco che sabato 24 settembre, nella visita lampo di tre ore ad Assisi ha partecipato all’evento “Economia di Francesco”. Mentre domenica 25 è volato a Matera per partecipare alla messa conclusiva del 27° Congresso eucaristico nazionale della Cei (Conferenza episcopale italiana).
Nel discorso di sabato ad Assisi, rivolgendosi alle centinaia di giovani, ha parlato della finanza di oggi che è «acquosa, anzi gassosa» che ha perduto l’umanesimo e quindi, «voi dovete riprendere l’attività economica dalle radici umane come sono state fatte. Voi state vivendo la vostra giovinezza in un’epoca non facile, la crisi ambientale, la pandemia, ora la guerra in Ucraina, e altri conflitti che continuano da anni in altri Paesi. Non abbiamo saputo custodire il Pianeta e non stiamo custodendo la Pace».
I pescatori di San Benedetto del Tronto
Nel suo discorso Papa Francesco ha parlato dei pescatori della cittadina marchigiana, «hanno tirato fuori dal mare in un anno 12 tonnellate di sporcizie e plastiche e così non sappiamo custodire l’ambiente. Voi» – incita il Papa – «siete chiamati a diventare artigiani e costruttori della casa comune». Ricorda poi Francesco d’Assisi che fu amico della terra e si ispirò sempre a un’economia di pace intesa come economia della vita. Prosegue ricordando che «alla comunità civile e alle imprese mancano le capacità dei giovani. Tutta la società appassisce e si spegne la vita di tutti. Le società e le economie senza giovani, sono tristi e pessimiste. Non basta fare il maquillage, bisogna mettere in discussione il modello di sviluppo. Dobbiamo andare in armonia con l’ambiente, con la terra. Bisogna andare avanti su questa strada e fare di più».
Il Santo Padre continua ricordando a tutti: «la situazione è tale che non possiamo aspettare il prossimo summit internazionale. La Terra brucia oggi ed è oggi che dobbiamo cambiare a tutti i livelli». Poi ricorda che: «siamo cresciuti abusando del Pianeta e dell’atmosfera. Oggi dobbiamo imparare a fare i sacrifici negli stili di vita, altrimenti saranno i nostri figli e i nostri nipoti a pagare il conto che sarà troppo alto e troppo ingiusto».
Papa Francesco ha raccontato ai presenti di un suo incontro, sei mei fa, con uno scienziato importante a livello mondiale il quale gli ha detto: «Santità mi è nata una nipotina. Se continuiamo così, poveretta, entro trent’anni dovrà vivere in un Mondo inabitabile. Saranno i figli e i nipoti a pagare il conto. Occorre un cambiamento rapido e deciso. Dateci voi giovani l’esempio, non lasciateci tranquilli, ci vuole coraggio e qualche volta ci vuole un pizzico di eroicità».
Il tema della famiglia
Papa Francesco ha parlato dell’inverno demografico, infatti, in tutti i Paesi stanno diminuendo le persone. Non si fanno più figli ma «conta avere un rapporto affettivo con i cagnolini, con i gatti e andare avanti così. Bisogna riprendere a procreare».
In un suo passaggio il Santo Padre parla della schiavitù della donna a non avere figli e spiega: «perché appena incomincia a salire la pancia, la licenziano. Alle donne incinte non è sempre consentito lavorare».
San Francesco e i poveri
Trovandosi nella città di San Francesco non poteva non affrontare il tema della povertà. «Fare economia» – afferma Bergoglio – «significa mettere al centro i poveri. San Francesco ha amato non solo i poveri ma anche la povertà. Andava dai lebbrosi non tanto per aiutarli ma perché voleva diventare povero come loro. Il Cristo si spogliò di tutto per essere povero con i poveri». Ed ha raccontato: «Quando io parlo con la gente o confesso, domando sempre “Lei dà l’elemosina ai poveri?” mi rispondono “si, si, si!” “Eh quando tu dai l’elemosina butti la moneta o tocchi la mano del povero?” mi rispondono “Eh, non so”. Non guardano gli occhi e non toccano, questo è un segno di allontanarsi dallo spirito di povertà, l’umanità deve avere un rapporto umano con i simili».
Al termine del lungo colloquio Papa Francesco ha invitato studenti, studiosi e imprenditori a non dimenticarsi di creare lavoro «che sia un buon lavoro, ma per tutti e dignitoso».
Matera
Domenica 25 settembre, il Papa si è recato a Matera “città del pane” per chiudere il 27° Congresso eucaristico nazionale. Accolto con entusiasmo da oltre 12.000 fedeli raccolti nello stadio cittadino, ha concelebrato con gli 80 vescovi presenti provenienti da tutta Italia e centinaia di sacerdoti.
Nella sua omelia Bergoglio ha parlato della volontà di avere una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia, che sa piegarsi dinanzi alle ferite di chi soffre, di chi aiuta i poveri, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. E ha ricordato che: «il nostro futuro eterno dipende da questa vita presente, se scaviamo adesso un abisso con i fratelli ci scaviamo la fossa per il dopo, se alziamo i muri contro i nostri fratelli restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte. Se adoriamo le ricchezze di questo Mondo, esse si impossesseranno di noi e ci renderanno schiavi. Prima o dopo la vita stessa ci chiederà il conto».
Al termine della visita nella Città della Basilicata c’è stato un fuoriprogramma. Papa Francesco, sempre in carrozzina e nonostante la faticosa giornata, ha voluto far visita alla “Casa della Fraternità don Giovanni Mele” con la nuova mensa per i poveri, situata nel quartiere Piccianello. Qui ha benedetto e di fatto inaugurato il complesso. Ha colto tutti di sorpresa in primis gli ospiti. Un gesto assolutamente in linea con il suo pensiero sempre rivolto ai più poveri.
Giancarlo Cocco
Foto © Vatican Media