Crisi energetica: come saranno le bollette degli italiani

0
391
Crisi energetica

Le trattative a Bruxelles e l’insediamento del nuovo Governo. Le manovre per arginare la recessione e l’inflazione

Sono giorni fondamentali quelli che stanno vivendo gli Stati europei nel cercare una risposta comune e il più efficace possibile per fronteggiare la crisi energetica più grave di sempre.

Lo scorso 20 e 21 ottobre si è tenuto a tal proposito un cruciale Consiglio europeo straordinario. I leader di tutti i Paese Ue si sono riuniti per definire una agenda politica ed economica da attuare in tempi rapidi per far fronte alle urgenze più impellenti che attanagliano il Vecchio Continente.

Era l’ultimo Consiglio europeo per Draghi da presidente del Consiglio italiano e infatti tutti i capi di Stato e di Governo, oltre alle autorità dell’Unione, gli hanno tributato un caloroso commiato.

L’ultimo, ma sicuramente il più importante

L’obiettivo prefissato era quello del raggiungimento del cosiddetto Price Cap, cioè il tetto al prezzo del gas. Come prevedibile non si è raggiunto l’obiettivo. Troppo forti gli ostruzionismi messi in campo da alcuni Paesi come Germania, Paesi Bassi e Austria. Berlino in particolare è quello che più si sta opponendo al tetto massimo uguale per tutti per il prezzo delle importazioni di gas. La ragione di questa indisponibilità risiede nel fatto che la Germania ha scelto difare da sola”, percorrendo la strada di un piano nazionale da 200 miliardi di euro contro il caro-energia.

La posizione tedesca

Piano che, per ovvie ragioni l’Italia non potrebbe mai attuare, a causa dell’imparagonabilità di debito pubblico che sussiste tra il nostro Paese e quello tedesco. La posizione del Governo Scholz è inflessibile: la contrarietà, ha indicato una fonte diplomatica, non è dovuta a “ragioni ideologiche”, ma alle preoccupazioni sulla sicurezza degli approvvigionamenti e all’eventualità che il Continente venga tagliato fuori dalle forniture e il gnl (gas naturale liquefatto, ndr) fugga verso l’Asia e oltre. Berlino sostiene che il rischio più grande, per uno Stato che, ricordiamo, è tendenzialmente molto più al freddo dell’Italia, nonché sicuramente anche molto più dipendente energicamente dal gas russo, è che non si riescano a garantire le forniture di gas necessarie per affrontare l’inverno, in quanto con un tetto ai prezzi i fornitori potrebbero rivolgersi ad altro Paese, fuori dall’Europa.

In ogni caso un accordo ritenuto soddisfacente dal premier uscente è stato comunque raggiunto

La bozza dell’intesa in questione prevede diverse misure che sono ritenute particolarmente valide per alleviare l’impatto economico derivante dalla crisi energetica e per contrastare anche la speculazione che caratterizza sempre le varie depressioni economiche. Segnatamente verrà introdotto un meccanismo di correzione del prezzo del gas sul mercato, da usare in situazioni di emergenza e in via temporanea. L’accordo comprende anche un sistema di acquisto in comune di idrocarburi e la creazione entro Marzo 2023 di un nuovo indice di riferimento per fissare il prezzo del gnl, alternativo al TTF di Amsterdam (mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale). Piazza che prezza quello naturale che arriva dalla Russia, e quindi soggetto alla speculazione finanziaria; e infine un limite al prezzo del gas usato per produrre elettricità.

Non è stato facile perché la fumata bianca è arrivata dopo una trattativa a oltranza durata nove ore. Alla fine del negoziato i ventisette Paesi si sono accordati nel dare mandato alla Commissione europea affinché “sottometta loro urgentemente concrete decisioni”. Quindi, adesso, tocca all’esecutivo comunitario e ai ministri dell’energia in particolare, i quali, dovranno mettere in atto un difficile negoziato tecnico.

Subito visibili gli effetti sul mercato

Il presidente Draghi come scritto, congedandosi, ha esternato la sua soddisfazione per il compromesso finale che è riuscito a portare a casa per l’Italia «È andata bene» ha dichiarato.

Crisi energeticaIn effetti almeno sui mercati gli effetti sono stati subito visibili. Infatti il prezzo del gas cala ancora, scendendo sotto i 100 dollari al megawattora sul TTF di Amsterdam (97,7) e riportando le quotazioni ai livelli di giugno 2022, dopo aver raggiunto un picco di quasi 340 dollari/Mwh (circa € 300) ad agosto. A onor del vero ieri mattina abbiamo avuto un lievissimo rialzo di circa il 2%, ma al di là di queste deboli variazioni l’andazzo che si protrae da giorni vede una continua diminuzione del prezzo del gas.

Ma cerchiamo di delineare in concreto cosa significhi tutto questo e proviamo ad analizzare quanto queste misure mitigheranno i costi che dovranno sostenere famiglie e imprese.

La risposta a un interrogativo così probante potrebbe essere considerata tanto insoddisfacente quanto, ironia della sorte, “inflazionata”: Dipende! È chiaro che ancor non si può asserire con certezza quale sia lo scenario che attende nei prossimi mesi i cittadini, anche se è inevitabile constatare che saranno molto difficili. I motivi da cui origina questa contrazione dei prezzi sono molteplici e non si limitano alle misure prese dagli Stati con leggi interne e quelle sopracitate in fase di adozione a livello europeo. In primis ha impattato sul calo anche la diminuzione dei consumi energetici da parte delle imprese, che non è detto sia legata a una migliorata efficienza, ma può darsi sia dovuta anche a una diminuzione della produzione per mancanza di commesse o costi troppo alti. Rilevante sicuramente è anche la stagione autunnale estremamente calda. E quanto freddo sarà l’inverno sarà indubbiamente una variabile determinante.

Le temperature miti giovano

Stando alle proiezioni stagionali, solitamente molto attendibili, del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts) l’inverno 2022/2023 si preannuncia molto mite, sulla falsa riga delle ultime stagioni anche se con anomalie che dovrebbero essere ancor più marcatamente positive. È previsto solamente nel mese di Marzo una fase che potrebbe essere più rigida rispetto alle normali medie del periodo. È opportuno sottolineare che il prezzo attuale è sì il più basso da giugno 2022, ma se si prende come riferimento la media del TTF di tutti gli anni antecedenti al 2020 siamo oltre tre volte quello che si pagava prima.

Qualche elemento positivo però si può scorgere con il rincaro che è finalmente arrestato. Chiaramente si tratta di utenze comunque più gravose economicamente rispetto a soli pochi anni fa per le tasche delle famiglie, ma con questa tendenza, specie se dovesse confermarsi nel tempo, le bollette smetteranno di aumentare e dovrebbe iniziare una riduzione a partire dai prossimi mesi.

 

Giulio Catalucci

Foto © Energia oltre, Il Foglio, La Stampa, Meteo live

Articolo precedenteRegno Unito, chi è Rishi Sunak, il nuovo primo ministro
Articolo successivoAl Colosseo, “Incontro internazionale per la pace”
Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui