Al Colosseo, “Incontro internazionale per la pace”

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Pace

L’appello delle comunità religiose ai leader mondiali affinché perseguano la pace per il bene di ogni Nazione e ogni popolo

Un pomeriggio gradevole a Roma con una temperatura di 22 gradi ha visto al Colosseo, la presenza di Papa Francesco e di numerosi rappresentanti di altre religioni. L’incontro internazionale era promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “Spirito di Assisi” del 1986 sul tema “Il grido della Pace” ed era iniziato il 23 ottobre con i discorsi dei presidenti francese e italiano Macron e Mattarella presso il complesso “La nuvola” dell’Eur ed è terminato nel pomeriggio di martedì 25 con il discorso del Papa nell’anfiteatro Flavio.

Un Mondo ancora pieno di conflitti

Ancora una volta ci si trova ad affrontare conflitti, disordini e gravi sfide. Milioni di persone sono in sofferenza, per il cambiamento climatico, per le difficoltà economiche e ora per una guerra combattuta in “modo frammentario”. Milioni di esseri umani sono stati costretti a fuggire dalle case, le famiglie sono separate, padri, madri, figli vivono nella paura senza poter perseguire i propri sogni di una vita serena o migliore. Questa tragedia umana arriva mentre il Mondo non si sta ancora riprendendo da una pandemia globale, che ha ricordato a tutti noi, quanto gli esseri umani possano essere vulnerabili.

La prima storica convocazione sul tema della pace, con tutti i leader religiosi, fu voluta da San Giovanni Paolo II e si tenne ad Assisi nel 1986. Il discorso di Bergoglio tenuto al Colosseo è veramente un accorato “grido” a fermare l’escalation di un conflitto che non avrebbe né vinti né vincitori. «La pace» – ha affermato Papa Francesco – «è soffocata in tante Regioni del Mondo, umiliata da troppe violenze, negata ai bambini e agli anziani cui non sono risparmiate le atroci asprezze della guerra. Il grido della pace è zittito oltre che dalla retorica bellica anche dalla indifferenza. È tacitato dall’odio che cresce mentre si combatte».

«L’invocazione della pace non può essere soppressa, sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. È questo il grande grido silenzioso che sale al cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto. Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà».

Il ricordo di Hiroshima e Nagasaki

Nel suo discorso Bergoglio ha ricordato come «ogni guerra lascia il Mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa e una sconfitta di fronte alle forze del male. Oggi, ventunesimo secolo, si sta verificando quello che si temeva e che mai avremmo voluto ascoltare: cioè l’uso delle armi atomiche che, colpevolmente, dopo Hiroshima e Nagasaki si è continuato a produrre e sperimentare e viene ora apertamente minacciato. Non lasciamoci contagiare dalla logica perversa della guerra, non cadiamo nella trappola dell’odio per il nemico, rimettiamo la pace al cuore della visione del futuro come obiettivo centrale del nostro agire sociale, personale e politico a tutti i livelli. Disinneschiamo i conflitti con l’arma del dialogo».

Questa è la via che Papa Francesco continua a perseguire sullo sfondo della guerra tra Russia e Ucraina, ogni volta che si affaccia dal balcone di Piazza San Pietro, questo il suo accorato invito. Concludendo al Colosseo la tre giorni organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, intitolata “Il grido della pace”, Papa Francesco ha fatto proprio l’appello che sessanta anni fa, nel 1962, Papa Giovanni XXIII fece per scongiurare la crisi dei missili a Cuba.

2.000 persone

PaceLa cerimonia conclusiva ha visto la partecipazione di oltre duemila persone, ogni comunità ha avuto un momento di preghiera proprio e i cristiani in particolare con il Papa all’interno del Colosseo. Erano presenti i neo-ministri Gennaro Sangiuliano e Matteo Piantadosi oltre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Il presidente della comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, nel suo intervento ha sottolineato come «dall’Ucraina bombardata, dalle trincee del Donbass si alza il grido dei feriti e dei morenti. Le stesse urla di dolore e le stesse implorazioni di pace si alzano dalla Siria, dal Caucaso, dall’Afghanistan, dallo Yemen, dalla Libia, dall’Etiopia, dal Sahel, dal Nord del Mozambico e da decine di altri luoghi conosciuti o sconosciuti».

La scrittrice ebrea Edith Bruck, sopravvissuta ai lager nazisti, che era sul palco, ha consegnato l’appello alla pace a un gruppo di giovani che lo hanno poi distribuito ai leader religiosi.

Secondo quanto riferito dal presidente francese Macron al giornale Le Point, nel suo breve soggiorno romano, egli avrebbe suggerito al pontefice di chiamare sia il presidente americano Biden sia il patriarca russo Kirill per favorire un negoziato di pace, “un intreccio tra religione e diplomazia”. All’incontro interreligioso di Roma hanno partecipato rappresentanti della chiesa greco-cattolica ucraina, della Chiesa ortodossa affiliata al patriarcato di Mosca e, in rappresentanza del patriarca russo il suo “ministro degli Esteri” il metropolita Antonio, che per l’occasione ha incontrato l’ambasciatore russo presso la Santa Sede.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Focolari Italia, Vatican News, Faro di Roma

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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