La storia del “contributore netto” è finita

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Contributore netto

Europa non più percepita come un “carrozzone che i cittadini devono mantenere” anche grazie alla Relazione annuale 2022 della Corte dei Conti

A metterlo nero su bianco è la Corte dei Conti, nella Relazione annuale 2022: l’Italia, grazie ai fondi del Pnrr, passa da contributore a percettore netto nell’Ue. In parole povere, i soldi che riceviamo dall’Europa sono più di quelli che versiamo per farne parte:

“Ammontano a 18,1 miliardi di euro i versamenti 2021 con cui l’Italia ha partecipato, a titolo di risorse proprie, al bilancio dell’Unione europea che, sul versante opposto, ha destinato alla Penisola risorse per 26,724 miliardi, di cui 10,198 legati al Pnrr. Un aumento complessivo del 129,2% che ha invertito la posizione italiana da quella di contributore a quella di percettore netto sul versante dei fondi europei” (dal comunicato stampa ufficiale).

Una rivoluzione copernicana annunciata

Tralasciando le cifre, la relazione della Corte dei Conti sancisce de facto la fine della narrazione che per anni la politica nazionale ha utilizzato per fare la voce grossa con Bruxelles quando serviva: l’Italia per anni (dal 2001 in avanti) ha versato all’Ue di più di quanto ha ricevuto.

Alcuni esempi recenti: fece scalpore la minaccia del “veto” che il Governo Renzi avrebbe posto sul bilancio dell’Ue e sulle modifiche al regolamento di Dublino, in materia di accoglienza per i richiedenti asilo. Il premier sosteneva infatti: «i Governi europei riempiono di soldi i Paesi che non soltanto non accettano un accordo che loro hanno firmato, ma con i nostri soldi alzano i muri», riferendosi all’Ungheria che nel corso del 2015 ha costruito barriere lungo i loro confini per impedire l’accesso ai migranti. In quel dibattito si sottolineava come Ungheria e Paesi dell’est fossero dei ricevitori netti di fondi europei, al contrario dell’Italia, appunto, contributore netto.

Già nel 2019

A Giugno 2019 Matteo Salvini, all’epoca vicepremier e ministro dell’Interno del Governo gialloverde pubblica un tweet riferendosi al dibattito sui vincoli di bilancio imposti dall’Ue: “L’Italia è contributore netto dell’Unione europea, quindi è inutile che vengano a farci la morale. Agiremo con buonsenso: ridurremo le tasse a tante famiglie e imprese, spingendo la crescita economica che farà abbassare il debito”.

A un anno di distanza, giugno 2020, intervenendo nella trasmissione “Fuori dal Coro” su Rete4 sempre Salvini: «I soldi che ci arrivano dall’Europa? Sono quelli dati dagli italiani, visto che il nostro Paese è un contributore netto dell’Unione europea. Non è difficile da capire». 

A giugno 2018, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando alla Camera in vista del Consiglio europeo del 28-29, in cui si sarebbe discusso anche della riforma del bilancio, affermava: «Ci opporremo a ogni misura che danneggi le Regioni e i Territori in difficoltà, equità è anche questo. L’Italia è un contributore netto al bilancio dell’Unione europea meritiamo un attenzione maggiore ai nostri bisogni, come l’agricoltura e la coesione e una risposta comune al fenomeno migratorio».

Col Pnrr si cambia

La notizia ha una eco mediatica rilevante. Tra gli esponenti politici, non manca chi la commenta rinfacciando al partito di Giorgia Meloni il voto di astensione al Parlamento europeo in occasione delle decisioni chiave che hanno dato il via al #NextGenerationEU.

Cambio di paradigma annunciato, si diceva, perché di Pnrr si parla ormai da oltre un anno e la narrazione dell’Europa che elargisce fondi è ormai innegabilmente condivisa a vari livelli, opinione pubblica compresa.

L’ultimo sondaggio dell’Eurobarometro pubblicato la scorsa settimana conferma infatti che oltre 7 cittadini Ue su 10 sostengono il principio di solidarietà alla base di NextGenerationEU, con cui gli Stati membri hanno deciso di aiutarsi finanziariamente per emergere dalla pandemia. La principale fonte di informazione è ancora una volta la televisione, più di un intervistato su tre ne è venuto a conoscenza attraverso la stampa. Circa tre su dieci attraverso i social media e circa uno su cinque attraverso la radio (21%). Circa uno su dieci tramite amici, familiari e colleghi (11%).

“Salute”, “energia”, “questioni ambientali” e “cambiamenti climatici” e “occupazione e migliori condizioni di lavoro” sono le tre aree in cui i cittadini italiani si aspettano il maggior sostegno nell’ambito del Pnrr.

Impatto positivo

Oltre un terzo degli intervistati ritiene che il NextGenerationEU avrà un impatto positivo sulle generazioni future mentre una percentuale leggermente inferiore risponde che porterà a una crescita economica e a un aumento dei posti di lavoro (12% “sì – molto” e 50% “sì – un po'”). Un numero molto minore, tuttavia, pensa che avrà anche un impatto positivo sulla propria situazione personale o professionale (8% “sì – molto” e 28% “sì – un po'”), mentre la maggioranza non si aspetta alcun impatto in questo settore (23% “no – per niente” e 33% “no – non proprio”).

Insomma, pare che l’Europa non venga più percepita da qualche tempo come uncarrozzone che i cittadini devono mantenere”. Serviva però mettere la pietra sopra alla storiella del contributore netto. Ci ha pensato la Corte dei Conti.

 

Giacomo Baiocchi

Foto © Primato nazionale, The Italian Times, European Commission

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Si occupa di comunicazione istituzionale e affari europei. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi di Parma. Ha studiato presso l’University of Bath nel Regno Unito e presso l’University of Lapland in Finlandia, grazie al programma Erasmus +. Specializzato in Governo e Politiche - Comunicazione e nuovi media, presso l’Università “LUISS” Guido Carli di Roma, con una tesi intitolata “Prospettive di governance per l’intelligenza artificiale”. Ha conseguito l’Executive Master in “Politiche e tecnologie digitali” presso la School of Government della stessa università, con un approfondimento sul Digital Services Act europeo. Dal 2018 al 2020 si è occupato di relazioni istituzionali, in consulenza, con un focus sulle politiche del digitale. Da ottobre 2020 è Digital leader della Commissione europea in Italia. Nel 2022 ha ricevuto il Premio nazionale Digital News di AIDR – Associazione Italian Digital Revolution. È inoltre Junior Fellow del Centro Studi Americani e membro della Global Shapers Community del World Economic Forum.

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