Terremoto Turchia-Siria, sale il bilancio dei decessi

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Terremoto Turchi Siria

Il presidente turco sta adottando la politica di tolleranza zero nei confronti dei costruttori dei palazzi e degli sciacalli

Sono circa quarantamila le persone che hanno perso la vita nel terremoto che ha colpito Turchia e Siria. Ma il numero, secondo le Nazioni Unite, continuerà a salire. Tanti i soccorritori giunti da varie parti del Mondo che, senza sosta, continuano a scavare e a cercare persone intrappolate e, magari, ancora vive. Una flebile speranza dopo tante ore ma cha ancora c’è. Nella serata di ieri (12 febbraio 2023) è giunta la notizia di una donna di 55 anni estratta dalle macerie ad Hatay dopo 159 ore. Durante la giornata altri salvataggi si sono susseguiti, tra cui un uomo di 35 anni, un neonato di sette mesi e un bambino di cui non è nota l’età anagrafica. Tutti loro sono rimasti intrappolati sotto cumoli di macerie per almeno sette giorni. Per il neonato si tratta di un vero e proprio miracolo.

Numeri che stanno facendo del sisma dello scorso lunedì il più letale della storia della Turchia, che solo nel 1939 visse una tragedia di proporzioni simili con il terremoto di Erzincan, quando i morti furono 35 mila.

Operazioni di soccorso

Le operazioni di soccorso purtroppo sono ostacolate anche dalle continue scosse che fanno tremare la terra col rischio di nuovi crolli. L’ultima, di assestamento, con magnitudo 4.6 che ha interessato la zona terremotata della Turchia più colpita, quella nei pressi della devastata città turca di Kahramanmaras. Da non sottovalutare anche il rischio di saccheggi come già segnalati in varie zone che hanno spinto le autorità turche a schierare l’esercito.

L’agenzia turca che si occupa delle emergenze ha dichiarato che più di 32.000 persone appartenenti a organizzazioni turche sono impegnate nelle operazioni di ricerca e salvataggio, insieme a 8.294 soccorritori internazionali. Nella devastata città turca di Kahramanmaras, vicino all’epicentro del terremoto, gli escavatori hanno lavorato tra montagne di macerie contorte. Ma in molte aree le squadre di soccorso hanno dichiarato di non disporre di sensori e di attrezzature di ricerca avanzate finendo a scavare tra le macerie con le pale o solo con le mani.

Aiuti dall’Italia

Intanto è rientrato all’alba in Italia il primo team di soccorritori che ha prestato soccorso alle vittime e responsabile del salvataggio di due persone. La squadra, costituita da un gruppo di 60 persone di cui 50 Vigili del Fuoco, personale sanitario e 118, ha fatto rientro con due aerei: uno atterrato all’Aeroporto di Pratica di Mare, a pochi chilometri da Roma, mentre un altro a Pisa. «Lo scenario è terribile, devastazione totale. E purtroppo abbiamo visto tanti bambini senza vita. Torniamo comunque con la soddisfazione di aver potuto prestare soccorso» hanno dichiarato i soccorritori italiani che hanno operato ad Antiochia.

Ma ovviamente l’impegno italiano non è finito. Un altro gruppo di Vigili del Fuoco è già operativo sul campo e resteranno per una settimana. Inoltre, l’Italia ha avuto incarico dall’Onu per coordinare i team usar di Serbia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Hong Kong, Sudafrica, Slovacchia, Grecia, Argentina, Bahrain, con il supporto di Cina, Gran Bretagna, Oman, per i soccorsi ad Antiochia.

Siria

La situazione in Siria è notevolmente più complicata di quella turca soprattutto perché faticano ad arrivare gli aiuti internazionali. Il massimo funzionario per le operazioni umanitarie dell’Onu nel Paese, Martin Griffiths, ha affermato: «Finora abbiamo deluso le persone nel nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonate. Alla ricerca di aiuti internazionali che non sono arrivati. Il mio dovere e il nostro obbligo è correggere questo errore il più velocemente possibile». Ma la realtà è che le zone del terremoto sono controllate dalle fazioni ribelli e non sarà facile far giungere le spedizioni. Un portavoce delle Nazioni Unite ha dichiarato che gli aiuti ai terremotati provenienti dalle Regioni controllate dal Governo siriano e diretti verso il territorio in mano all’opposizione sono stati bloccati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS). Una fonte della brigata a Idlib ha affermato che nessun carico proveniente dalle aree controllate dal Governo sarà consentito.

Il cane che ha aiutato nel salvataggio di due persone non ce l’ha fatta

TerremotoProteo non ce l’ha fatta: il bellissimo cane da soccorso è morto, esausto, dopo due giorni di lavoro ininterrotto fra le macerie del terremoto in Turchia. Il pastore tedesco era in forze ai soccorritori del Messico. L’annuncio è stato dato su Twitter da Aminollah Faisal, coordinatore Onu per Unitar (ricerca scientifica). “Secondo le testimonianze ha aiutato a salvare almeno due persone“. Il tweet è accompagnato dalla foto del cane-eroe a terra: “Un’immagine del suo ultimo riposo prima di andare in pace. Pensieri a tutti gli eroi di tutto il Mondo“.

Tolleranza zero

Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha promesso tolleranza zero verso sciacalli e costruttori negligenti. Dieci persone sono state arrestate per furti e saccheggi nella Regione dell’Hatay e altre due ad Adiyaman. In tutte e dieci le province colpite dal sisma, più di 100 costruttori edili sono stati arrestati con l’accusa di aver violato le leggi in materia di costruzioni introdotte dopo il terremoto del 1999. Al momento, ha fatto sapere il vicepresidente Fuat Oktay, su 131 sospetti identificati sono stati emessi in tutto 113 ordini di detenzione, accusati di aver utilizzato cemento di qualità scadente o aver imbottito i muri di polistirolo in proporzioni ben oltre di quelle necessarie all’isolazione. Mandati d’arresto che riguardano 10 delle province colpite dal sisma.

In tutto, in base a quanto riporta l’agenzia di stampa Anadolu, sono 122.152 i palazzi crollati o pericolanti ispezionati (29 mila sono quelli buttati giù dal terremoto, altri sono stati abbattuti o dichiarati inagibili e in attesa di abbattimento ndr) almeno in 6.400 di questi sono state riscontrate irregolarità palesi.

Gli arresti

Il governo ha istituito una unità di investigazione speciale per i crimini legati al terremoto. Costruttori, imprese edili, aziende produttrici di cemento, architetti, ingegneri, geologi e sovrintendenti sono ora nel mirino della giustizia turca. Sabato sera la polizia ha arrestato due persone responsabili della costruzione di diversi edifici crollati ad Adiyaman presso l’aeroporto di Istanbul, mentre tentavano di fuggire in Georgia.

Altri due ingegneri sono finiti in manette a Gaziantep per aver firmato un progetto che, attraverso l’eliminazione di colonne portanti, ha creato nuovi spazi abitativi in un grande palazzo collassato. La procura di Adana ha ordinato la detenzione di 62 persone, tutte coinvolte nella costruzione di edifici crollati. Stessa cosa a Diyarbakir, dove i mandati d’arresto spiccati sono 33. Altre 8 persone arrestate a Urfa e altre 4 a Osmaniye per negligenza nelle costruzioni. Lo scorso venerdì sera un costruttore è finito in manette con l’accusa di aver costruito un grande complesso residenziale con cemento di pessima qualità ad Antakya. Palazzine nuove dove ci sono stati decine di decessi. L’imprenditore arrestato all’aeroporto di Istanbul mentre cercava di fuggire in Montenegro.

 

Ginevra Larosa

Foto © Time, Stuff.co.nz, Aminollah Faisal

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