Ideato un sistema differenziato per una circolazione più fluida delle merci, a seconda che l’Irlanda del Nord sia la destinazione finale o Paese di transito
Regno Unito e Unione europea hanno trovato un’intesa sul confine tra Eire e Irlanda del Nord, siglando il cosiddetto Accordo di Windsor.
Bilanciare gli accordi di pace e la Brexit
La questione è stata forse la più controversa della Brexit. Dopo l’Accordo del Venerdì Santo, che nel 1998 chiuse 30 anni di violenze, le due Irlande sarebbero rimaste separate, ma non alla dogana. La soluzione è però stata compromessa dall’uscita britannica dall”Ue, evento che indirizza automaticamente nella direzione opposta agli accordi di pace.
Il nuovo accordo sostituisce il Protocollo sull’Irlanda del Nord del 2019, ponendo le basi per una risoluzione di lungo termine. In precedenza, l’Ulster aveva ottenuto uno status speciale, ma questo ha comportato che le merci dal Regno Unito all’Irlanda del Nord fossero soggette a maggiori controlli. Di conseguenza, si è diffuso il malcontento fra i cittadini, unionisti e non, per un trattamento giudicato non paritario.
Decade il “confine marino”
Ora, la circolazione dei beni sarà resa più fluida, facendo cadere quel “confine marino” che si era creato. Si salvaguarda dunque «la posizione dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito e la sua sovranità», garantisce il premier Rishi Sunak. Grazie a un sistema di smistamento in linee rosse e verdi, le merci saranno diversificate a seconda della destinazione. Solo quelle dirette in Irlanda saranno sottoposte a controlli più stretti, mentre quelle che rimarranno a nord potranno viaggiare in regime di libera circolazione interna.
«Significa che se gli scaffali della Gran Bretagna saranno pieni, lo saranno in Irlanda del Nord», spiega Sunak in risposta alle polemiche degli ultimi anni. In aggiunta, Belfast potrà usare un meccanismo di veto sull’applicazione di leggi europee considerate inique, denominato Freno di Stormont, dal nome del Parlamento locale.
Reazioni
Dall’altro lato delle trattative, il risultato è stato accolto con soddisfazione dall’Unione europea, le frizioni con il Regno Unito potranno così essere messe da parte. «Abbiamo avuto le nostre differenze, ma siamo alleati, partner commerciali e amici», commenta la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Sul fronte interno, Sunak può tirare un sospiro di sollievo, dopo che la maggioranza dei Conservatori ha accettato i nuovi accordi. Certo, è possibile che la pratica porti qualche problema, ma ogni singolo aspetto è al vaglio dei legislatori. Se non altro, il premier ha evitato una ribellione interna al partito da parte dei brexiteers più intransigenti.
Critiche al Re
A fargli storcere il naso è stato però il coinvolgimento della corona, non a caso si parla di Accordo di Windsor. Sotto accusa, da una parte il luogo scelto per la firma, dall’altra l’incontro tra re Carlo III e la von der Leyen.
Il Governo ha però precisato come «altre occasioni importanti si siano svolte in luoghi significativi. Questa non è differente». Nell’incontro con la presidente della Commissione invece, i temi di discussione sarebbero stati altri, come clima e guerra in Ucraina. Sono le tempistiche ad aver alimentato i sospetti di una partecipazione attiva della monarchia, smentita dagli interessati.
Buckingham Palace ha precisato come Carlo abbia agito su «consiglio del Governo. Il re è felice di incontrare qualsiasi leader mondiale in visita nel Regno Unito». Anche la portavoce della Commissione europea Dana Spinant ha rassicurato che «il meeting non è stato parte del processo che ha portato all’accordo».
Raisa Ambros
Foto © Belfast Live; The Independent; Belstaf Telegraph; The World Economic Forum