Meloni soddisfatta dal Consiglio europeo

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Meloni

Immigrazione, Ucraina, transizione energetica, sono alcuni esempi degli importanti temi che i leader europei si troveranno a discutere anche oggi nella seconda e ultima giornata di meeting

Giornata intensa per il premier italiano, Giorgia Meloni, a Bruxelles per partecipare al Consiglio europeo.
Dai migranti alla guerra in Ucraina, dalla transizione ai motori elettrici fino al patto di stabilità, sono state numerose e rilevanti le materie oggetto di discussione in un’Europa che cerca di rispondere in modo unitario e efficace alle grandi questioni del nostro tempo.

Immigrazione

É stata proprio Meloni a introdurre il dossier migranti, chiedendo un maggiore coinvolgimento dell’Ue. Tema ormai di conflitto e controverso da anni, la crisi migranti continua ad essere pesante. I Paesi dell’area del Mediterraneo, Italia, Grecia e Malta su tutti, chiedono una reazione e una politica europea da tempo. Una risposta che miri alla condivisione dei flussi e al contempo a una politica di forte contenimento delle partenze: «prima del diritto a migrare, dovremmo offrire a queste persone un diritto a non migrare», aveva affermato pochi giorni fa – suscitando non poche polemiche – il presidente del Consiglio. «Dall’Europa mi aspetto passi in avanti».

Meloni si dice soddisfatta perché «il tema è tornato centrale», ma è altresì vero che sul piano concreto ci sarà da aspettare ancora un po’ perché lo spazio dedicato a tale materia durante il vertice è stato abbastanza scarno e soprattutto per il fatto che solo nel vertice di giugno arriveranno le prime iniziative più incisive. Per ora c’è l’impegno espresso anche da Ursula Von der Leyen per ottenere più risorse per controlli e rimpatri. Nel frattempo si cerca un’intesa anche con altri Stati: dopo la Germania anche la Francia con un bilaterale Macron-Meloni.

Ucraina

MeloniAltra sfida cruciale è quella sul fronte Ucraina. Il conflitto con la Russia continua a rappresentare una minaccia per la stabilità politica ed economica dell’Unione. In video collegamento con il vertice, Zelensky è tornato a chiedere aiuti in tempi stretti per evitare di compromettere la situazione già difficile sul campo. L’Ue conferma ancora una volta il sostegno a Kiev con l’invio di armi e fondi per arsenali e munizioni. Meloni rassicura sulla posizione del Governo italiano, sposando l’idea per cui questo sia l’unico modo per garantire equilibrio tra le forze. Il premier afferma: «questo è l’unico modo per costringere a una negoziazione che però deve essere giusta, non si può prescindere da chi è l’aggressore e da chi è l’aggredito». Totale fedeltà alla linea occidentale e filoatlantica dunque.

La transizione nel comparto auto

Dalla missione belga del premier però emergono anche alcune crepe sui temi economici e industriali. Palazzo Chigi infatti respinge il compromesso sullo stop ai motori endotermici. L’Italia vuole puntare forte sui biocarburanti, per evitare la transizione totale all’elettrico. Un muro contro muro in sostanza. Preoccupazione anche sulle regole di bilancio europee, e Meloni senza fronzoli avverte: «per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, si deve continuare con una governance più attenta alla crescita e non solo attenta alla stabilità. Ci sono dei passi in avanti, ma su questo dobbiamo lavorare ancora molto».

Sulla politica interna 

MeloniScontro a distanza con Elly Schlein, curiosamente anche lei presente oggi a Bruxelles. La neosegretaria Dem è infatti volata nella Capitale belga per alcuni incontri, in particolare con i membri del suo partito presenti in Europarlamento e soprattutto i commissari europei socialisti: nello specifico Frans Timmermans e Paolo Gentiloni. E qualche scintilla è arrivata proprio nella mattinata, con il premier che ha esordito ribadendo tutte le sue perplessità sullo stop ai combustibili fossili dal 2035. «Ci sono tecnologie su cui l’Italia e l’Europa sono potenzialmente all’avanguardia, decidere di legarsi a tecnologie che invece di fatto sono detenute come avanguardia da Nazioni esterne all’Unione (come l’elettrico dalla Cina, ndr) è una scelta che non favorisce la competitività del nostro sistema».

Di segno opposto le posizioni di Schlein, che ha ribadito il «pieno supporto» del Pd al percorso di transizione ecologica tracciato dalla Commissione. Semmai, sottolinea, servono più risorse per «accompagnare» la riconversione green.

 

Giulio Catalucci

Foto © Open, Sociologicamente, Financial Time, Itmotor1.com, Bologna Today

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Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

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