Apparizioni della Madonna, da Trevignano a Marta

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Trevignano

L’ultima vicenda è venuta alla luce nella trasmissione televisiva condotta da Barbara D’Urso

Sta assumendo connotazioni tra il soprannaturale e l’imbroglio il fatto che nel piccolo borgo di Trevignano Romano sul lago di Bracciano, vicino Roma, una certa Maria Giuseppa Scarpulla, nota come Gisella Cardia di 53 anni, nata in Sicilia, il 3 di ogni mese sarebbe in grado di comunicare con la Madonna. Questa storia è al centro di numerose cronache, dai giornali alla televisione e al web.

Gisella Cardia, la veggente, è una ex imprenditrice che anni fa a Patti in Sicilia, possedeva una piccola azienda che produceva ceramica. L’impresa è fallita e nel 2013 la donna condannata a 2 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. La pena sospesa in quanto non aveva precedenti. Questa azienda è stata poi ricostituita dagli ex dipendenti, 29 dei quali vantano un credito di quasi 30.000 euro ciascuno per retribuzioni non pagate. Nel 2016 la Scarpulla avrebbe fatto un viaggio a Medjugorje ove avrebbe acquistato una statuina della Vergine che, secondo quanto raccontato dalla donna, avrebbe lacrimato sangue. Una copia della statua sanguinante si trova su una collina del lago di Bracciano dove, come detto, ogni 3 del mese da cinque anni molti fedeli si riuniscono per recitare il rosario e assistere alla presunta apparizione della Madonna.

Il certificato delle stimmate

La Giuseppa Scarpulla, ovvero Gisella Cardia, asserisce di vedere e parlare con la Madonna, ne raccoglie i messaggi e li trasmette ai fedeli. Nel periodo della Settimana Santa, durante le apparizioni, si formerebbero sulle mani della veggente le stimmate che scomparirebbero al termine della visione. In proposito una neurologa nel 2022, esattamente il 3 e il 4 aprile, avrebbe rilasciato un certificato alla Cardia di “aver personalmente riscontrato in data 3/4/2022 e 4/4/2022 la presenza di lesioni localizzate ai palmi di entrambe le mani caratterizzate da ferite sanguinanti di forma circolare a margine netti, della misura di 1 cm circa di diametro emananti un profumo di rose”. Intorno a questa veggente gravitano decine di fedeli ed è stata fondata una Onlus “La Madonna di Trevignano Romano” alla quale i credenti possono fare donazioni.

Le lacrime della statuetta della Madonna

Un investigatore privato ha presentato un esposto alla Procura di Civitavecchia secondo cui le lacrime della statuetta della Madonna, non sarebbero umane, bensì di maiale. Si sa che nel 2016, riguardo la lacrimazione, furono effettuati alcuni esami scientifici ma l’esito non è mai stato reso pubblico come confermato dalla Cardia in una intervista dell’11 aprile di quest’anno, al giornalista Bruno Vespa nel programma “Cinque Minuti” su Rai1. La donna avrebbe raccontato che: «il fatto delle lacrime di sangue di maiale è un pensiero che ha avuto un giornalista di Mediaset. È stato analizzato dai Carabinieri del Ris in presenza del vescovo, e ci hanno chiesto, a me e a mio marito, un campione di dna. Le analisi sono state fatte nel 2016 ma i risultati non sono stati ancora divulgati». La diocesi di Trevignano ha comunque aperto una inchiesta sui fatti.

La fuga

A seguito delle numerose attenzioni mediatiche ricevute ma anche di presunte aggressioni denunciate dai coniugi, questi sarebbero fuggiti dal borgo non prima, riferiscono i giornali, di aver effettuato ingenti prelievi in banca e dalle casse della Onlus. L’avvocato della donna, Anna Orlando, ha spiegato che Gisella Cardia non è all’estero ma in Italia e: «vive asserragliata con la paura di essere attaccata». Sempre nel programma “Cinque Minuti” di Bruno Vespa dell’11 aprile la veggente aveva dichiarato che: «non è vero che la statua piange il 3 di ogni mese. La Madonna ha pianto lacrime di sangue una sola volta e non lacrimerebbe sangue da circa due anni».

Nella intervista si è parlato anche di un ex funzionario statale che avrebbe donato 123mila euro alla associazione. Questi ha poi spiegato a La Stampa che «nessuno dei due» – Gisella Cardia e il marito Gianni – «mi ha mai chiesto soldi ma sapevo che ne avevano bisogno». Il funzionario è ora scettico sui poteri della veggente, e attende il verdetto della Chiesa. Il frate Padre Scozzaro e Gisella avrebbero veduto insieme la Madonna e Padre Pio.

In televisione

L’ultima vicenda della Madonna di Trevignano è venuta alla luce nella trasmissione televisiva condotta da Barbara D’Urso. I fatti risalgono al 16 ottobre del 2022 ma se ne è parlato anche nella trasmissione pomeridiana in onda oggi 2 maggio.Trevignano La sedicente veggente avrebbe visto la Madonna e San Padre Pio assieme al frate Padre Giulio Scozzaro che ella definisce «uno dei sacerdoti che mi guida spiritualmente». Durante la visione, Padre Pio sarebbe apparso accanto e a sinistra di Giulio Scozzaro che celebrava la Messa e Padre Pio avrebbe detto a Gisella «sto preparando mio figlio alla santità». Padre Giulio Scozzaro gestisce un convento “La casa Mariana” situata a Collesano in provincia di Palermo. Nei pressi del quale è stata costruita una piccola grotta simile a quella di Lourdes, ove i fedeli recitano il rosario davanti una statua della Madonna.

Le apparizioni di Marta (Vt)

Esattamente a distanza di 70 chilometri da Trevignano, c’è un piccolo paese, Marta, sulle rive del Lago di Bolsena a 28 km dal capoluogo Viterbo e a 120 da Roma. La storia che scriverò è poco conosciuta ma ha a che fare con la apparizione della Madonna perché anche qui la Vergine apparve alcuni anni or sono, esattamente il 19 maggio del 1948.

Era un mercoledì e tre bambine, Maria Antonietta, di 10 anni, Ivana e Brunilde, ambedue di nove, avevano raccolto fasci di fiori che dovevano servire per la processione del Corpus Domini che credevano, dovesse aver luogo il giorno seguente. Vennero a conoscenza però che la festa non era all’indomani ma il giovedì della settimana seguente. Per non avvizzire i fiori decisero di portarli in una grotta scavata nel tufo che era di proprietà della famiglia di una delle bambine. Mentre si accingevano a posare i fiori nel fondo della grotta, ebbero una apparizione. Una donna celestiale apparve loro. Impaurite fuggirono e raccontarono la visione ai familiari.

La voce si sparse in paese e il giorno seguente un giovane di 30 anni, Orlando Maurizi, tra i più increduli, sghignazzando entrò nella grotta. Appena sulla soglia cadde in terra come folgorato. Lo soccorsero e appena rinvenne raccontò di aver veduto in fondo alla grotta una signora ammantata di luce che volgeva a lui i suoi occhi paradisiaci. Orlando cominciò a piangere e chiedendo perdono per non aver mai creduto si convertì. La voce si sparse in tutti i paesi circostanti e tanti accorsero alla grotta. Narrano i giornali dell’epoca che ben 78 persone la videro e caddero in estasi. Non solo paesani di Marta ma anche di Capodimonte, Gradoli, Bagnaia, Montefiascone, Tuscania e Roma.

Non era il luogo ma le persone

Richiamato dalla eccezionalità dei fatti, il 17 giugno del 1948 arrivò a Marta Monsignor Tommaso De Dominicis docente all’Ateneo Lateranense, il quale studiò i fatti da vicino e ne trasse una relazione. Dapprima scettico e diffidente, si rese conto poi, di trovarsi davanti a una dimensione preternaturale. Mons. De Dominicis si trattenne a Marta per 61 giorni nel 1948 e 50 giorni nel 1949. Dalla sua relazione emerge che: “il dono della visione non è legata al luogo (la grotta) ma alcuni veggenti hanno veduto l’apparizione in casa o in campagna. Così la Vergine apparve a Tuscania alla veggente Carla Franzin in casa dei Biagiotti dei quali era domestica, mentre il 30 agosto apparve a otto persone nei sotterranei della Chiesa Parrocchiale”. Sempre secondo la relazione i veggenti videro la Vergine come persona viva e parlante, spesso appariva con il Bambino in braccio.

De Dominicis descrisse anche l’inizio dell’estasi: ”il veggente cade di colpo sulle ginocchia (similitudine con i veggenti di Medjugorje, ndr) e questo eseguito anche da persone di 80 anni che però al risveglio non hanno nocumento. Nel buio appare la Vergine luminosa, una luce tranquilla e riposante, altre volte cominciano a vedere una lunga via luminosa e fiorita al cui estremo c’è una piccola figura della Vergine che si ingrandisce avvicinandosi. «Il soggetto» – dichiarano i veggenti – «si trova avvolto in un oceano di luce azzurra. All’apparire della Visione i giovani si tolgono i calzini gli anziani no». Ho domandato il perché e mi rispondono «perché la Vergine è scalza»“.

I veggenti

Nell’estasi il veggente perde il contatto con il mondo esterno, se punzecchiato ferito o bruciato non reagisce (è quello che fu fatto a Bernadette da un medico nel momento delle visioni a Lourdes). Quando abbracciano la Vergine e il Bambino che Ella porge loro che manifestano gioia. Sempre secondo De Dominicis, se si trovano più veggenti insieme essi agiscono in comune e in sincronismo, sono guidati dalla visione che si muove e avanza nella grotta, salgono e scendono le scale all’indietro senza fallire il passo. Secondo quanto raccontato la Vergine ha una età compresa tra i 16 e i 20 anni, una veste bianca, il manto celeste con una cinta azzurra, una corona di dodici stelle, volto ovale, abbronzato, capelli lunghi e biondi, occhi celesti. Il Cristo apparve ai veggenti con la veste bianca splendente capelli lunghi e biondi, barba al mento e circondato spesso da gigli.

Tema delle apparizioni sono l’espiazione dei peccati, la preghiera la penitenza e la passione di Gesù. ”Mons. De Dominicis nella sua relazione scriveva che talvolta ai veggenti era imposta la Passione e il viaggio al calvario della Crocifissione come se al veggente fosse imposto di portare la croce, e lasciò scritto che aveva veduto su un veggente al termine dell’estasi della Crocifissione, lividure e graffi sulle spalle. Il 22 maggio del 1948 una folla di circa 40mila persone, dicono le cronache locali, assistette a Marta, davanti la grotta, al fenomeno del sole che roteava come a Fatima, alle Tre Fontane a Roma e come talvolta a Medjugorje – chi scrive ne è stato testimone oculare – il 15 agosto del 2012. Degli eventi accaduti a Marta la Chiesa non si è mai pronunciata, nonostante la dettagliata relazione di Monsignor De Dominicis.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Holyart, Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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