Silvio Berlusconi, l’ultimo toccante addio

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Silvio Berlusconi

Milano diviene l’epicentro di un giorno che entrerà nella storia d’Italia

Una giornata di sole ha caratterizzato questo mercoledì di inizio estate milanese. Mentre nel resto del Belpaese il maltempo la faceva da padrone. Ma non nella sua Città natale. Un luogo frizzante, pieno di fermento, indiscutibilmente la vera Capitale economica italiana. Una Città che gli ha dato tanto e cui lui ha dato tanto. E su Milano oggi erano puntati gli occhi di tutta Italia e anche di buona parte del Mondo per l’ultimo straziante saluto al presidente Silvio Berlusconi.

Un uomo che, al di là delle legittime posizioni politiche di ognuno, ha segnato e segnerà indiscutibilmente un prima e un dopo nella storia di questo Paese. D’altronde diversamente non potrebbe essere per tutte le novità e i cambiamenti introdotti con le sue invenzioni, le sue innovazioni, le sue abilità imprenditoriali che gli hanno permesso di costruire nuove strade. Tutto questo ha poi direttamente impattato sulla vita degli italiani (su tutto si pensi alla nascita della televisione commerciale, ndr) e da ultimo indubbiamente per la sua egemonia che ha profondamente mutato il palcoscenico politico italiano nel corso degli anni.

L’affetto della gente 

Una giornata molto lunga, travolta da una inevitabile ondata emotiva. Ore frenetiche già dalla prima mattinata, dove c’è stato un continuo via vai già iniziato nella giornata precedente, dove amici, parenti e i più stretti collaboratori si sono recati in una sorta di commosso pellegrinaggio nella storica residenza di Arcore (MB) dove era stata allestita per alcune ore una camera ardente, in forma esclusivamente privata appunto. Fuori dai cancelli della villa del cavaliere, man mano affluiva in fiumane di persone, sostenitori e simpatizzanti per lo più, ma anche semplici passanti, e poi anche parte della curva sud del suo amatissimo Milan, del quale è stato proprietario e presidente per 31 anni durante i quali ha collezionato l’impressionante è ineguagliabile numero di 29 trofei. Ovviamente presenti anche le troupe di giornali e televisioni nazionali e internazionali.

Sicuramente molta emozione, persone di tutte le età con le lacrime agli occhi. Un uomo e un politico che senza ombra di dubbio era riuscito a creare una forte empatia con buona parte del Paese, anche grazie al suo universalmente riconosciuto carisma e alla forte personalità: tutto ciò lo ha portato ad essere una figura molto divisiva, molto amata o molto odiata. Niente mezze misure. D’altronde questo è un po’ il destino di tutti i personaggi di grande successo.

Mai fermo

Un uomo affamato di vita, come lo raccontano tutti. Anche in questi ultimi mesi dove le sue condizioni di salute si facevano sempre più precarie, specie dopo la diagnosi della leucemia e i frequenti ricoveri. Ma il riposo e l’inattività non erano compatibili con un instancabile lavoratore come lui. E il cavaliere si è prodigato nei suoi impegni e le sue attività fino alla sera prima della sua morte. Dalla camera dell’ospedale San Raffaele dove si trovava ci sono stati un susseguirsi di colloqui, costanti aggiornamenti con i dirigenti delle sue aziende, con i suoi familiari, la pianificazione per il Monza calcio, chiamate con i vertici di Forza Italia per la programmazione politica. Forza Italia appunto, un pezzo grande della sua vita. La creatura politica da lui fondata nel 1994 quando riuscì a vincere le elezioni sovvertendo tutti i pronostici contro la sinistra postcomunista e che che lo ha portato, con i numerosi successi elettorali, a ricoprire la carica di presidente del Consiglio italiano per 4 volte.

Il viaggio verso piazza Duomo

La dipartita da Arcore del feretro, con relativa scorta delle forze dell’ordine, c’è stata intorno alle 14:10. Da lì un lento e commovente viaggio lungo il quale persone emozionate agitavano saluti e immortalavano il momento con i propri cellulari. Le altre vetture si accostavano in segno di rispetto. Elicotteri e telecamere di molte tv a trasmettere il percorso di circa 33 km in diretta televisiva, anche internazionale. L’arrivo nella piazza principale di Milano, il suo amato Duomo con la Madonnina, alle ore 14:57. La funzione è iniziata circa alle ore 15:00, con la forma prevista per legge dei funerali di Stato per coloro che hanno ricoperto le massime cariche della Repubblica. Una cerimonia, in cui tutto è stato molto ordinato ed efficiente. La sicurezza  per un evento di questa portata garantita nei minimi particolari. Una dimostrazione di grande Paese.

Piazza gremita di persone, anche qui sostenitori con le bandiere di Forza Italia, semplici estimatori e passanti e, sempre immancabile, parte della curva sud del diavolo. Fortissima emozione. Cori riecheggiavano: ”Silvio, Silvio”! Oppure: ”C’è solo un presidente, un presidente”! Ad accogliere la bara presenti sei carabinieri in alta uniforme, come si conviene ai funerali di Stato, oltre ovviamente dall’arciprete di Milano Monsignor Borgonovo. Dietro i 5 figli con i volti segnati dalle lacrime e la sua ultima compagna, anche lei visibilmente commossa, Marta Fascina. Da lì è iniziato il tragitto molto emozionante verso la chiesa. Proprio sul sagrato picchetto d’onore delle forze dell’ordine, tutte rappresentate. All’ingresso del feretro un forte applauso di alcuni minuti che si è interrotto solo con l’ubicazione delle esequie a ridosso dell’altare e l’inizio della funzione.

Il funerale

La funzione religiosa era con rito ambrosiano, in quanto la diocesi di Milano, la più grande al Mondo, ricorrere a questo rito a differenza del classico rito della chiesa cattolica, quello romano.Silvio Berlusconi Le differenze sono minime e puramente “coreografiche”. Ad esempio il feretro è stato benedetto e incensato all’inizio della funzione, e non al termine come nella maggior parte dei riti funebri. L’omelia, condotta dell’arcivescovo di Milano Monsignor Delpini è stata breve ma estremamente forte e diretta. Il racconto che ne viene fuori è quello di un essere umano come tutti, malgrado i ruoli e il prestigio che lo hanno contraddistinto. La storia di un uomo generoso che ha messo al centro della sua vita la famiglia. Un discorso toccante quindi incentrato sul vivere.

Vivere, vivere e amare la vita. Si, perché molti hanno conosciuto l’imprenditore, il politico, l’uomo d’affari. Ma dietro tutto questo c’era appunto un uomo, che aveva un forte desiderio di amore e di gioia. Chi è l’uomo, da dove viene e dove va, quale è il desiderio che lo abita, un desiderio che trova in Dio il suo giudizio e il suo compimento. Una persona che riusciva a emanare una straordinaria simpatia. Un inguaribile sognatore, grande comunicatore, sempre positivo, gioioso, capace di sorridere anche dei tanti insulti che spesso si è visto rivolgere contro. Il suo tuttavia non era ottimismo cieco. Era un ottimismo realista, del tipo “sì ci sono i problemi e non bisogna negarlo”, ma è possibile sempre trovare una soluzione e risolverli.

Tantissimi personaggi presenti

I presenti, tra coloro che si trovavano all’interno del Duomo e le tantissime persone dietro le transenne della piazza principale, erano nell’ordine delle migliaia. Ovviamente coloro che hanno avuto la possibilità di essere all’interno e assistere alla funzione erano i familiari e gli amici più stretti, oltre che i grandi volti e colleghi delle sue aziende. A fare gli onori di casa il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.

Scontata poi la partecipazione delle massime cariche dello Stato trattandosi di funerali di Stato appunto. Naturalmente partecipe il presidente della Repubblica Sergio Mattarella come da prassi per queste occasioni, arrivato per ultimo e sedutosi in prima fila. La compagine di Governo invece era al completo con tutti gli esponenti presenti e molto emozionati, in particolare il premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani. Foltissima poi la delegazione parlamentare di Forza Italia. C’era anche il duro ex storico alleato, nonché grande amico, Umberto Bossi. Per quanto abbastanza provato fisicamente e sulla carrozzina, il “senatur” ha voluto esserci a tutti i costi. Nutrita la partecipazione dei Governi internazionali: dall’ungherese Viktor Orban al qatariota Thamim Bin Hamad Khalifa AlThani. Venuto da Bruxelles Paolo Gentiloni, commissario europeo in rappresentanza dei vertici dell’Unione.

E anche gli Stati per cui non hanno potuto partecipare le massime cariche, hanno provveduto a inviare delegati delle ambasciate e diplomatici, come Germania, Regno Unito e Francia. Di ieri il messaggio di cordoglio del presidente russo Vladimir Putin, espresso tramite la tv di Stato russa. Tutte le forze armate erano rappresentate essendo funerali di Stato. E poi non è passata inosservata la partecipazione delle grandi figure legate al Berlusconi editore, dirigente sportivo e imprenditore. Grandissimi allenatori che hanno scritto il dominio rossonero nel Mondo come Arrigo Sacchi e Fabio Capello. Le vecchie glorie del Milan anche nei suoi giocatori come Inzaghi, Boban e Costacurta.

Non solo

Molto teso e scavato in volto il dott. Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele nonché suo medico personale, che ha sempre fatto il massimo per salvarlo, curarlo e seguendolo con grande dedizione. Volti dello spettacolo, infine, come Maria De Filippi, sedutasi vicino alla nuora del cavaliere e moglie di Pier Silvio BerlusconiSilvia Toffanin. E ancora immancabili i suoi fedeli consiglieri di una vita come Gianni Letta e Fedele Confalonieri. Dirigenti di Mediaset, amici industriali. Anche avversari politici come esponenti del Partito Democratico guidato dalla segretaria Elly Schlein.

E ancora la presidente della Corte Costituzionale e tanti ex presidenti del Consiglio come Draghi, Renzi e Monti. Assente per contro Romano Prodi, che ha fatto comunque pervenire un pensiero di dolore e di dispiacere. Il due volte presidente del Consiglio italiano e suo grande avversario, è stato purtroppo colpito nella giornata di ieri da un terribile lutto a causa della improvvisa perdita della moglie (76 anni, ndr). E tanti giornalisti. Da Paolo del Debbio a Nicola Porro, da Alessandro Sallusti ad Augusto Minzolini.

Il retroscena: le ultime ore del presidente

Un curioso retroscena è emerso ieri. Il cavaliere, nella serata di venerdì, momentaneamente dimesso dall’ospedale, si era voluto far accompagnare a Milano due, dove negli anni ’70 il Berlusconi imprenditore investiva nel settore immobiliare portando alla realizzazione di moderni e eleganti quartieri. Un’ultima visita nel luogo in cui tutto era partito, forse un momento di nostalgia, forse un infausto presentimento. Milano due era uno dei risultati che lo rendevano più orgoglioso, un indiscutibile gioiello, costruito dalla sua Edilnord.

Berlusconi si è quindi recato nel bar/ristorante sito nella piazza principale del quartiere, a pochi metri dal famoso laghetto artificiale, e ha ordinato un ghiacciolo arancia. Si è scattato alcuni selfie con i vari clienti del bar, evidentemente colpiti di questa visita, e pare abbia interloquito e scherzato con un bambino. Queste le ultime ore di vita terrena del presidente Silvio Berlusconi.

 

Giulio Catalucci

Foto © Mediaset infiniti, Open, Adnkronos, Ilgiorno

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Giulio Catalucci
Giulio Catalucci, 23 anni, viterbese. Giornalista e giurista. Autore presso ventonuovo quotidiano e eurocomunicazione. Appassionato di cronaca nera e cold case. Mi piacciono i libri di diritto, di sport e i gialli.

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