Le dimissioni a sorpresa del ct Mancini dalla Nazionale di calcio

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Mancini

L’avventura è durata 1918 giorni, 5 anni e tre mesi. È il terzo commissario tecnico più longevo della storia, dopo Pozzo e Bearzot

La Figc, Federazione italiana giuoco calcio, comunica di aver preso atto delle dimissioni di Roberto Mancini dalla carica di commissario tecnico (ct) della Nazionale italiana, ricevute ieri nella tarda serata. Un fulmine a ciel sereno, una decisione maturata apparentemente in pochi giorni secondo le ricostruzioni che, con il passare dei minuti, cercano di fare luce su retroscena e motivazioni. Perché Roberto Mancini si è dimesso? Solo il 4 agosto scorso la Figc annunciava la ristrutturazione azzurra con la definizione del nuovo progetto tecnico del Club Italia: al ct Mancini, campione d’Europa in carica, era affidato il coordinamento generale dalla Nazionale “A” fino all’Under 20. Contemporaneamente si definiva il nuovo assetto delle Nazionali maschili, dalla “A” all’Under 15, come spiegava la Federcalcio, “sulla base di una proposta tecnica” dello stesso Mancini con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio calcistico italiano. Nella sua gestione sono stati 104 i convocati, molti gli esordienti.

Il taglio dei fedelissimi

Un movimento di pedine e un effetto domino possibili cause di qualche malumore, riletti con il senno di poi. I responsabili incaricati potrebbero non aver trovato la condivisione di Mancini che, soprattutto, non avrebbe digerito alcuni cambiamenti in particolare l’addio di Alberico Evani al Club Italia, lo stop al ruolo sul campo di Giulio Nuciari (passato a comporre con Venturin il team degli osservatori), lo spostamento di Attilio Lombardo all’Under 20.

Dei 4 assistenti del ct era stato confermato soltanto Fausto Salsano, al quale erano stati affiancati Alberto Bollini (vice), Andrea Barzagli e Antonio Gagliardi.Mancini La rivoluzione si era poi compiuta con l’arrivo di Gianluigi Buffon come capodelegazione della Nazionale, ruolo che fu di Gianluca Vialli. Quello che sembrava un totale affidamento di strutture – con carta bianca – evidentemente non è bastato. In mezzo a tutti questi movimenti qualcosa deve essersi rotto e non ha trovato soluzione, verosimilmente costringendo Mancini a comunicare le sue dimissioni al presidente Figc, Gabriele Gravina.

Il terzo ct più longevo dopo Pozzo e Bearzot

Di certo si chiude una storia lunga oltre 5 anni, iniziata il 14 maggio del 2018, dopo le vittorie da allenatore dell’Inter, del Manchester City e dello Zenit San Pietroburgo. Abbandono di colpo non nuovo in realtà per il mister, dopo la fine simile per le esperienze con Fiorentina, Inter (due volte) e Zenit, che lasciò per l’Italia. Mancini fu chiamato sulla panchina azzurra dopo la gestione di Gian Piero Ventura per risollevare le sorti della Nazionale dopo la clamorosa mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Sotto la guida del “Mancio” gli Azzurri hanno infatti ottenuto la qualificazione agli Europei del 2020 (poi rinviati al 2021 per effetto della pandemia), fino al trionfo continentale nella notte di Wembley, l’11 luglio di due anni fa. I rigori decisivi, l’Inghilterra sconfitta in casa, l’abbraccio fraterno e le lacrime con Vialli, sul prato dove avevano perso insieme una finale di Coppa Campioni.

Fino ad allora 32 risultati utili consecutivi lo rendono il ct meno sconfitto della storia del calcio mondiale. Ma come in tutte le cose della vita la parabola della gestione Mancini inizia poi lentamente la discesa.Mancini Il 6 ottobre 2021 arriva la sconfitta contro la Spagna nelle semifinali di Nations League (dove si piazzerà al terzo posto sia quell’anno che nella successiva competizione), fino al punto più basso: i pareggi contro Svizzera (col doppio rigore sbagliato tra andata e ritorno da Jorginho) e Irlanda del Nord nel cammino di qualificazione ai Mondiali 2022, l’incubo dei playoff, la sconfitta contro la Macedonia del Nord che costa il biglietto per il Qatar. Seconda mancata qualificazione consecutiva a un Mondiale. La Nazionale ammirata da tutta Europa per la vittoria del 2021 e ancor più per la volontà di imporre il gioco non c’è più.

La smentita della Figc due mesi fa e i papabili

Da allora nessun altro scossone, a parte un piccato comunicato della Figc che nel giugno scorso smentiva i contatti tra Mancini e il Napoli campione d’Italia. “Nessuna telefonata di De Laurentiis, abbiamo sentito in proposito il commissario tecnico che ha un contratto in azzurro fino al 2026“, fece sapere la Federcalcio. Appena due mesi dopo, ecco il vero addio di Mancini, che si compie quando la Nazionale in chiave Europei 2024 è attesa da due match fondamentali: chi ci sarà in panchina il 10 e il 12 settembre contro la Macedonia del Nord e l’Ucraina? La Federcalcio ha assicurato un nuovo commissario tecnico nei prossimi giorni, proprio in considerazione dei tempi stretti.

Luciano Spalletti, Antonio Conte (già selezionatore tra il 2014 e il 2016) e Massimiliano Allegri i nomi più accreditati. Più defilati quelli di Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e Gennaro Gattuso, campioni del Mondo nel 2006. Certo dalla Figc la comunicazione di poche righe, per confermare una indiscrezione che si era diffusa rapidamente, fa capire quanto fosse inaspettata la scelta. “Si conclude, quindi, una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023; in mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra”, scrive e chiude (per ora) la Federazione.

Le reazioni

«Sorpreso, dispiaciuto, perplesso. Il tempo aiuterà a comprendere le ragioni di questa scelta e della tempistica. Un ringraziamento a Roberto Mancini per quello che ha fatto e dato da ct della nostra Nazionale in questi anni». Questo il commento del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, sul social X (Twitter). «Tra l’altro» – ha aggiunto il ministro all’Agenzia Ansa – «mi viene da pensare: le nomine dello staff tecnico azzurro annunciate recentemente erano state concordate con lui o no?».

«Quando l’ho saputo non credevo fosse vero, sono dispiaciuto, è l’unica cosa che posso dire», risponde l’ex ct azzurro Arrigo Sacchi, che lasciò anche lui a sorpresa il suo incarico dopo l’Europeo ’96. «C’è un po’ di sorpresa, nessuno se lo aspettava. Non si può dire nulla fino a che non si conoscono le motivazioni delle dimissioni. Senza saperle è inopportuno parlare. Mi dispiace che abbia lasciato, aveva fatto un buon lavoro al di là delle ultime cose», dichiara all’Agenzia LaPresse il presidente dell’Assoallenatori Renzo Ulivieri.

 

Ludovico Stella

Foto © The Guardian, New Straits Times, Football Italia, Terzo Binario

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