L’accordo della Cop28 controllabile da osservazioni satellitari

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Cop28

Sulla Terraferma li possiamo usare per studiare le foreste, i ghiacci e la neve senza dimenticare i gas in atmosfera

 

I Paesi partecipanti alla conferenza hanno trovato l’intesa nell’avviare una transizione dai combustibili fossili al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050. Un percorso equo, che tiene conto delle diverse posizioni espresse che però si impegna a garantire e non superare il limite di un grado e mezzo della temperatura media rispetto ai livelli preindustriali.

Buoni propositi o impegni vincolanti? Come possiamo controllare?

Come Al-Jaber stesso ha sottolineato, «siamo ciò che facciamo non quello che diciamo; quindi, sono importanti le azioni che metteremo in campo». E non c’è più tempo per prolungare la fine dei combustibili fossili. Questo «richiede riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni globali di gas serra pari al 43% entro il 2030 e al 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, raggiungendo zero emissioni nette entro il 2050».

Il picco massimo di emissioni di carbonio dovrà essere raggiunto entro il 2025, ma si lascia un margine di manovra a singoli Paesi, come la Cina, per raggiungere il picco più tardi. Al paragrafo 28, si abbandona il linguaggio delle pure opzioni da suggerire ai Paesi che aveva caratterizzato l’ultima bozza e si riconosce, invece, “la necessità di riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni di gas serra”.

Un deciso passo avanti e un compromesso storico

È la prima volta che in un testo della conferenza delle parti sul clima è incluso il termine combustibili fossili, ma non si menziona il phase-out (uscita), richiesto da 127 Paesi su 198, compresa l’Ue. Due i passaggi chiave, “transitare fuori dai combustibili fossili” e accelerare “l’azione in questo decennio critico”. Per alcuni un “accordo storico”, per altri un “compromesso storico” che, su diversi punti fondamentali, non riesce ad andare oltre gli ostacoli.

Osservare i cambiamenti climatici dallo spazio

I satelliti per l’osservazione della Terra sono lo strumento migliore per avere contemporaneamente un’immagine globale e locale dei cambiamenti in atto sul Pianeta. Sugli oceani ci permettono per esempio di monitorare i venti, le onde, le temperature, l’attività biologica e i livelli marini. Sulla Terraferma li possiamo usare per studiare le foreste, i ghiacci e la neve, lo sviluppo urbano e agricolo, le alluvioni e gli incendi boschivi. Senza dimenticare, ovviamente, la misura delle concentrazioni di gas in atmosfera, tra i quali anche i gas serra.

Riforestazione negli accordi Cop28 ai paragrafi 33 e 34

È fondamentale introdurre quante più attività possibili per togliere diossido di carbonio dall’atmosfera nonché ovviamente incrementare le attività di rimboschimento. E in effetti già da anni si punta molto sui progetti di riforestazione anche se i tempi non sono sempre adeguati ai bisogni. Diversi Paesi hanno già avviato delle attività su larga scala per piantare alberi in grandissime quantità. Un esempio arriva per esempi dagli Stati Uniti, dove nel 2021 è stato firmato un decreto per piantare mille miliardi di alberi entro il 2030.

Anche in Italia si sta lavorando per la riforestazione. Nel 2022 per esempio il target annuale era stato fissato a 1 milione 650 mila alberi, obiettivo che è stato raggiunto, soddisfacendo così quanto previsto nell’ambito del finanziamento del Pnrr per quanto riguarda la riforestazione urbana. Insomma, in questo campo le azioni sono in atto in diversi angoli del Pianeta. Non è però scontato che risultino sufficienti, anzi. Al di là dei processi di deforestazione che sono ancora in atto, come per esempio nella foresta Amazzonica, sono da mettere in conto tutti gli ettari di foreste che vengono distrutti da incendi.

Comunicazione e posizionamento

Tuttavia, il legame tra spazio e ambiente non si ferma alla sola osservazione della Terra. Anche i satelliti per le comunicazioni o di posizionamento e navigazione giocano una parte considerevole nella tutela dell’ambiente e nella gestione delle emergenze legate ai cambiamenti climatici.

Il posizionamento sulla superficie terrestre, oltre a fornirci sul nostro smartphone la strada di casa, è fondamentale nella tutela degli ecosistemi. Può a prima vista sembrare marginale, ma è grazie ai satelliti di posizionamento che si riescono a monitorare gli spostamenti della fauna selvatica e ne apprendono i comportamenti e l’impatto dell’uomo sulle loro vite.

Il legame tra spazio e ambiente

Lo stretto legame tra spazio e ambiente è stato più volte ribadito anche dalle Nazioni Cop28Unite, che hanno sottolineato come le infrastrutture e le tecnologie spaziali siano un fattore chiave per il raggiungimento di ciascuno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030. Lo spazio, infatti, è un vero e proprio abilitatore di nuovi servizi e applicazioni in grado di aiutare l’uomo a proseguire sulla strada della sostenibilità e a comprendere e combattere il cambiamento climatico.

Importanza del monitoraggio e del controllo satellitare

Nell’ultimo report IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che costituisce la base tecnica e scientifica dell’azione mondiale contro i cambiamenti climatici, la parola “satellitecompare quasi mille volte. Nella quasi totalità dei casi indica una delle sorgenti primarie dei dati su cui il report è basato, sottolineando l’importanza dei satelliti come strumento per comprendere la crisi climatica in atto. Allo stesso modo sono utili anche per controllare l’efficacia degli accordi internazionali fatti al di là delle autocertificazioni di ciascuno Stato.

 

Nicola Sparvieri

Foto © Greenreport, Nycredit Invest, Euronews, Fede e Religione

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Laureato in Fisica, si è occupato di superconduttività e spazio. Ha insegnato Fisica Generale alla Sapienza ed è membro dell'Accademia Internazionale di Astronautica. Giornalista pubblicista, è titolare di un blog. Scrive di scienza, società, ambiente e sostenibilità. Cofondatore di RISE, associazione noprofit che promuove la nascita di startup sostenibili. Ama i suoi nove figli e i numerosi nipoti il cui numero è destinato ad aumentare.

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