Medio Oriente, a Gaza 165 morti nelle ultime 24 ore

0
912
Medio Oriente

Con il rifiuto di Netanyahu alla soluzione proposta di creare due Stati si innalzano i livelli di preoccupazione

 

Si innalzano i livelli di preoccupazione per la guerra tra Israele e Hamas dato che ormai ad essere coinvolte sono anche altre Nazioni. Infatti stanno continuando gli attacchi aerei sulla Siria e il Libano. Da non sottovalutare è anche la rapida escalation in Yemen, dove gli Houthi giurano di continuare a interdire la navigazione nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden nonostante gli attacchi quotidiani di Usa e alleati.

Biden delinea piani per una campagna prolungata

L’amministrazione della Casa Bianca sta delineando piani per un campagna militare prolungata contro gli Houthi in Yemen dopo che 10 giorni di raid non sono riusciti a fermare gli attacchi del gruppo. In questo caso la strategia americana punta a erodere le capacità militari di alto livello degli Houthi in modo da fermare o ridurre al minimo gli attacchi nel Mar Rosso. Al momento non ci sono certezze sul perpetuarsi di questi attacchi dato che non si possono identificare le capacità militari del gruppo.

Netanyahu non vuole i “due Stati”

Il premier israeliano smentisce l’apertura sulla sovranità palestinese a Gaza, ipotizzata ieri dal presidente americano e in una conversazione telefonica Netanyahu afferma: «Israele deve mantenere il pieno controllo della sicurezza della Striscia per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per gli israeliani».

Inoltre scrive sui social: “Israele ha bisogno di ottenere il controllo della sicurezza su tutto il territorio, dal fiume Giordano al Mediterraneo, che è fondamentale per la sicurezza della Nazione”. Netanyahu ammette che tale concetto è contrario all’esistenza di uno Stato palestinese.

Nello stesso Paese, le proteste antigovernative non si sono mai fermate dall’inizio della guerra. Nei primi giorni, gli oppositori hanno incolpato il Gabinetto del fallimento dei servizi di intelligence che hanno reso possibile un attacco a sorpresa da parte di Hamas. Ora chiedono elezioni anticipate per sostituire Netanyahu, dato che la sua politica di “spinta” sembra essere sempre meno efficace nel raggiungere l’obiettivo chiave di Israele: la liberazione degli ostaggi. Questa settimana, uno dei ministri del Gabinetto di Guerra, Gadi Eisenkot, ha espresso un’aperta critica a Netanyahu, sostenendo che il cessate il fuoco e i colloqui sono l’unico modo possibile per riportare gli ostaggi a casa vivi.

Immediate le reazioni degli altri Stati

«L’opposizione del premier israeliano Netanyahu alla costituzione di uno Stato palestinese è deludente», ha affermato il ministro della Difesa del Regno Unito, Shapps. «È deludente sentire Netanyahu dire che non crede in questa soluzione. L’ha detto per tutta la sua carriera politica. Non penso che arriveremo a una soluzione se non avremo 2 Stati». Ha poi aggiunto che il Regno unito continua a sposare quella soluzione, e che «non esiste altra opzione».

Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, afferma che: «Bisognerà lavorare duro per convincere le parti, ma i due popoli e due Stati sono l’unica soluzione per la pace. Non è un compito facile, Netanyahu non vuole, Hamas non vuole. Herzog mi è sembrato più disponibile a far nascere uno Stato palestinese». Inoltre propone «un interregno vigilato dall’Onu, sotto la guida di un Paese arabo. L’Italia disponibile eventualmente a mandare dei soldati. Si tratta della proposta italiana di cui parlerò mercoledì e giovedì in Libano, Israele e Palestina».

I palestinesi hanno diritto alla sovranità e a uno Stato“, ha scritto Stephane Sejourné, ministro degli Esteri francese su X. “La Francia resterà fedele al suo impegno per raggiungere questo obiettivo”.

Guterres

Il segretario generale dell’Onu ha denunciato Israele per le uccisioni “strazianti” di civili palestinesi a Gaza. «Le operazioni militari di Israele hanno disseminato distruzione di massa e ucciso civili su una scala senza precedenti durante il mio mandato di segretario generale», ha affermato Guterres all’apertura di un vertice del G7+Cina nella Capitale ugandese Kampala. «È straziante e assolutamente inaccettabile. Il Medio Oriente è una polveriera, dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che il conflitto si accenda in tutta la Regione». Il segretario generale delle Nazioni unite ha, inoltre, aggiunto che il rifiuto di accettare la soluzione dei due Stati per israeliani e palestinesi è totalmente inaccettabile, affermando che negare ai palestinesi il diritto a un Paesi «prolungherebbe indefinitamente un conflitto che è diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globale».

Inoltre, ha sottolineato, ancora una volta, la necessità di un cessate il fuoco umanitario a Gaza il prima possibile, non solo per porre fine alle sofferenze dei civili e per restituire gli ostaggi israeliani, ma per evitare che il conflitto diventi totalmente incontrollabile.

A Khan Yunis estese operazioni sopra e sotto il terreno

Israele prosegue anche oggi una vasta operazione nell’area di Khan Yunis, la principale Città nel sud della Striscia di Gaza, dove, come riferito dal portavoce militare, «diversi terroristi sono stati eliminati, con l’aiuto dell’aviazione. In questa operazione i militari hanno scoperto ingenti quantità di armi immagazzinate in una struttura di Hamas».

A Khan Yunis l’esercito opera sia sopra sia sotto il terreno, all’interno di una vasta rete di tunnel e di bunker estesa sotto il tessuto urbano della Città. A Daraj Tufach, nel nord della Striscia, i militari hanno eliminato ieri “15 terroristi” durante un’incursione in una base di Hamas dove erano nascoste armi e uniformi. Ai combattimenti, ha precisato il portavoce militare, prende parte attiva anche la marina che ha colpito un edificio di Gaza da dove Hamas cercava di tendere un agguato a forze di terra. «In quel modo la minaccia è stata rimossa», ha concluso il portavoce.

“Oltre 25.000 morti a Gaza dall’inizio della guerra”

Medio orienteIl ministero della Salute di Gaza, governata da Hamas, ha aggiornato ad almeno 25.105 il bilancio delle vittime uccise nella Striscia da quando è scoppiata la guerra con Israele il 7 ottobre. Una nota del ministero afferma che circa 62.681 persone sono rimaste ferite negli scontri. Solo nelle ultime 24 ore almeno 165 persone sono state uccise più del doppio del bilancio di venerdì. Ciò di conseguenza a spari, attacchi aerei e bombardamenti di carri armati particolarmente pesanti proprio a Khan Younis.

Testimoni hanno anche riferito che le imbarcazioni israeliane stavano bombardando Gaza City e altre aree del nord nelle prime ore di oggi, 21 Gennaio 2024. A Rafah, vicino al confine con l’Egitto, almeno cinque persone sono state uccise in un attacco che ha colpito quella che, secondo il ministero della Sanità di Gaza, era un’auto civile. L’esercito israeliano ha inoltre dichiarato che i suoi soldati hanno ucciso 15 uomini armati palestinesi durante i combattimenti nel nord della Striscia di Gaza.

 

Ginevra Larosa

Foto © Med-Or, Haretz, Lumsanews

Articolo precedenteIl vino in fondo al mare
Articolo successivoSabrina Corbo, dal Gruppo Green Network ad Allegrio

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui