Villa Torlonia, il bunker di Benito Mussolini

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Villa Torlonia

Dal 5 aprile si possono visitare il rifugio antiaereo e il bunker situati sotto il Casino Nobile. A Villa Torlonia Rachele ricevette al telefono la notizia dell’arresto del marito

 

Villa Torlonia ha vissuto il suo periodo più fulgido tra il 1925 e il 1943, non perché fosse una delle tante proprietà del principe Carlo Torlonia, dopo il palazzo storico di Via della Conciliazione e quello alla Lungara, ma per essere stata la residenza privata di Benito Mussolini e della sua famiglia (la moglie Rachele e i figli Edda, Vittorio, Bruno, Romano, Anna Maria) sino al 25 luglio 1943. Villa sorta su una tenuta agricola della famiglia Pamphilj Villa Torloniaprima, dei Colonna poi per essere acquistata alla fine del Settecento dal banchiere Giovanni Torlonia, che commissionò all’architetto Giuseppe Valadier il progetto di trasformazione della tenuta agricola nella propria residenza.

Diciotto anni durante i quali l’Italia vide l’instaurarsi della dittatura che governò il Paese con il pugno di ferro e l’entrata in guerra sino a quella notte tra il 24 e 25 luglio che determinò la caduta di Mussolini a seguito dell’ordine di Dino Grandi che esautorava Mussolini dalle funzioni di capo del Governo. A Villa Torlonia Rachele ricevette al telefono la notizia dell’arresto del marito da una voce anonima: «Signora, in questo momento hanno arrestato Mussolini. Non posso dirvi altro».

In 18 anni Villa Torlonia, con Palazzo Venezia, diventò una sorta di Casa Bianca

Villa TorloniaDopo l’entrata in guerra nel giugno del 1940, nella Villa furono realizzate due strutture blindate per proteggere il capo del Governo da possibili attacchi aerei.

Rifugio Cantina sotto il laghetto del Fucino nel 1940, rifugio Cantina Nobile nel 1941 nel seminterrato del palazzo e utilizzato nel 1942 e 1943 più funzionale del rifugio Cantina, e successivi interventi con cemento armato, porte antigas, un sistema di depurazione e ricambio dell’aria.

Villa Torlonia fu occupata dalle forze anglo-americane dal 1944 al 1947, quando ritornò al legittimo proprietario Alessandro Torlonia che la cedette al Comune di Roma nel 1977

Oggi quel bunker e il rifugio antiaereo che pochi conoscevano, ma soprattutto non avevano potuto visitare quando vi risiedeva Benito Mussolini, torna alla luce dopo tre anni di restauro conservativo per essere portato a conoscenza di un pubblico più vasto sempre più interessato alle vicende storiche del nostro Paese. Grazie all’impegno di Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali torna fruibile ai romani e turisti un periodo della storia di Roma, che rievoca una delle pagine più buie e drammatiche della città colpita da 51 bombardamenti aerei tra il luglio 1943 e maggio 1944.

«Un lavoro ottimo, un luogo impegnativo che era giusto fosse accessibile, un altro tassello del recupero dei luoghi della storia della nostra città» ha spiegato il sindaco, Roberto Gualtieri, intervenendo alla presentazione della riapertura del percorso museale di Villa Torlonia. La residenza concessa gratuitamente a Mussolini, e poi il bunker e il rifugio: un’occasione non solo di visitarlo, ma di parlare della dimensione della Roma colpita dai bombardamenti. «L’allestimento punta non solo a rendere conoscibile “filologicamente” questo luogo, ma a conoscere quelle pagine drammatiche della guerra, del fascismo e del suo capo che è stato deposto e ci ha lasciato questo luogo e che ha portato l’Italia nella più grande tragedia» ha concluso Gualtieri.

La mostra

La memoria storica del bunker è stata ricostruita attraverso un allestimento fotografico e audiovisivo privilegiando il racconto e la rievocazione del passato. Il nuovo allestimento multimediale oltre a mettere in risalto le caratteristiche architettoniche del complesso, è stato concepito per fornire informazioni storiche-documentaristiche su Roma durante la seconda guerra mondiale e sulla scelta di Mussolini di fare di Villa Torlonia la sua residenza, ma offrire anche ai visitatori un percorso immersivo che li porterà a percepire l’esperienza di un attacco aereo all’interno di un rifugio sotterraneo.

Dalle sale del Casino Nobile si scendono le scale che portano nei sotterranei dell’edificio a oltre 6 metri di profondità e si oltrepassa in un istante una cesura che non è solo di tipo architettonico: da un lato aria, luce, bellezza; dall’altro buio, umidità e una sensazione di costrizione. Ha una planimetria a forma di croce con gallerie di 15 metri di lunghezza con diametro di 2,50 metri, protette da muratura in cemento armato spessa 4 metri.

La visita inizia con un video che racconta, attraverso foto storiche, la vita di Mussolini e della sua famiglia a Villa Torlonia: feste, cerimonie ufficiali, partite a tennis, esercizi di equitazione.

Le tre sale che seguono sono collegate tra loro da una serie di proiezioni sincronizzate che ricostruiscono in modo immersivo e coinvolgente episodi di quella che doveva essere la vita all’interno di un rifugio antiaereo durante un bombardamento.

 

Enzo Di Giacomo

Foto © Eurocomunicazione, Enzo Di Giacomo

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Enzo Di Giacomo
Svolge attività giornalistica da molti anni. Ha lavorato presso Ufficio Stampa Alitalia e si è occupato anche di turismo. Collabora a diverse testate italiane di settore. E’ iscritto al GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica) ed è specializzato in turismo, enogastronomia, cultura, trasporto aereo. E’ stato Consigliere dell’Ordine Giornalisti Lazio e Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Revisore dei Conti Ordine Giornalisti Lazio, Consiglio Disciplina Ordine Giornalisti Lazio

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