Dal Congresso della Società italiana di medicina estetica le ultime novità per trattamenti e interventi anti age. Che coinvolgono sempre di più gli uomini
Gli europei contro le “zampe di gallina”. Da una recente indagine europea condotta in Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi e Spagna da Consumer Insight su oltre 2 mila persone fra i 30 e i 60 anni (di cui circa il 20% uomini), emerge che quella perioculare, ovvero il contorno occhi, è una zona del viso estremamente importante per chi si rivolge a un medico estetico. E spesso viene indicata come la prima area da considerare per un eventuale trattamento. Nella classifica delle sei aree i cui segni dell’invecchiamento preoccupano di più, infatti, le rughe cosiddette “zampe di gallina” sono quelle per cui si desidera maggiormente un aiuto specialistico, seguite dalle borse sotto gli occhi e dalle rughe glabellari. Non solo: la zona perioculare è quella di cui si è meno soddisfatti rispetto ad altre aree del viso, maggiormente nelle donne, soprattutto tra le quarantenni. Se ne è parlato durante la trentacinquesima edizione del Sime il congresso nazionale della Società italiana di medicina estetica, presieduto da Emanuele Bartoletti, che si é chiuso stasera a Roma e ha presentato le ultime novità del settore, con un’attenzione particolare all’universo maschile sempre più interessato a interventi estetici e anti age.
<<Nella mia esperienza clinica un alto numero di pazienti desidera rinfrescare lo sguardo e, allo stesso tempo, vuole che esso conservi la sua espressività e che abbia un aspetto naturale- spiega Maurizio Cavallini, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica, microchirurgia e chirurgia sperimentale-. Sono in tanti a richiedere il trattamento di una sola zona, le zampe di gallina per esempio, con iniezioni di agenti rilassanti facciali e filler per sembrare più giovani e per essere soddisfatti dell’aspetto del proprio viso. Tuttavia, un trattamento isolato può determinare un risultato non armonico e creare inoltre insoddisfazione. Una valutazione complessiva del viso consente lo sviluppo di un piano di trattamento individuale che aiuta a ottenere risultati visibili ma naturali. Il nuovo protocollo di trattamento va proprio in questa direzione e può essere determinante nell’offrire una migliore risposta alle necessità di ciascuno>>.
Come indicato dalle linee guida, infatti, il nuovo trattamento che prevede l’uso abbinato, in tempi diversi della tossina botulinica di tipo A e dei filler con una nuova tecnologia dal nome impronunciabile VycrossTM, deve essere personalizzato. Occorre considerare il sesso, il tipo di pelle, la forma del viso e anche gli ideali estetici di chi lo sceglie.
Diverse le motivazioni che portano a intervenire sui segni del viso, nei vari Paesi: per ottenere un aspetto più fresco (con punte del 27% nei Paesi Bassi), per ridurre gli effetti dell’invecchiamento (qui gli italiani sono il 24%) o apparire più attraenti (con un picco del 22% tra i tedeschi). Per tutti comunque la parola d’ordine è sicurezza. Per garantirla esiste una Federazione europea delle scuole di medicina estetica della quale fanno parte Italia, Spagna, Polonia e Belgio, che condividono un programma caratterizzato da un percorso didattico-formativo specifico di minima, al di sotto del quale non si può essere considerati medici estetici, appunto per tutelare la sicurezza del paziente.
Luisa Mosello