Allarme ortopedia nell’Ue: mancano i chirurghi. Il futuro nella tecnica mininvasiva robot assistita
Un’Europa zoppa per mancanza di chirurghi. L’allarme arriva dai medici ortopedici riuniti fino a domani a Milano per il Congresso internazionale Caos (Associazione internazionale di
chirurgia ortopedica computer e robot assistita). Secondo le stime dell’Associazione l’Italia è ai primi posti fra i Paesi Ue per il numero di protesi d’anca impiantate, circa 100 mila all’anno. E cresce anche il numero di interventi.
Ma il dato più inquietante è che nel 2030 in tutt’Europa ci saranno centinaia di protesi da revisionare e allo stesso tempo non ci saranno chirurghi ortopedici sufficienti a gestire questa enorme domanda, in continua crescita.
La speranza è che, mettendo al meglio le componenti protesiche, l’impianto duri di più. In questo modo, in futuro ci saranno meno revisioni di protesi, con un consistente risparmio per il servizio sanitario nazionale. «Altrimenti ci troveremo di fronte a una massa gigantesca di pazienti che non potranno essere soddisfatti e che quindi gireranno zoppicando, con tutte le gravissime conseguenze in termini di costi sociali che questa condizione comporterà», sottolinea il professor Norberto Confalonieri, primo medico in Italia ad aver utilizzato la chirurgia mininvasiva computer assistita in ortopedia. Tecnica che permette di impiantare protesi all’anca e al ginocchio realizzate per durare nel tempi, scongiurando così il pericolo di arrivare fra vent’anni a una società di cittadini europei zoppicanti.
Luisa Mosello