Sit-in di fronte al Pantheon contro la guerra in Ucraina

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La comunità ucraina romana si mobilita e chiede aiuto all’Europa per fermare il conflitto

Proclamano a gran voce il diritto all’autodeterminazione del proprio Paese i manifestanti che ieri hanno tenuto un sit-in di protesta contro la politica di Vladimir Putin di fronte al Pantheon di Roma. Una iniziativa che si ripete ormai da diversi mesi, volta a sensibilizzare le coscienze nei confronti di un conflitto come quello che sta infiammando l’est dell’Ucraina, che rischia di destabilizzare l’intera area con conseguenze difficilmente prevedibili.

“Quando eravamo nell’U.R.S.S. non potevamo uscire dal nostro Paese, eravamo costretti a subire una propaganda incessante” ci dice Oksana, il cui abbigliamento giallo e blu rivendica con orgoglio la propria appartenenza nazionale. “Siamo stanchi di essere subordinati alla Russia”, continua, ribadendo la volontà di sottrarre l’Ucraina ad ogni influenza esterna.

I manifestanti impugnano cartelli con il volto di Putin abbigliato come un novello Hitler, distribuiscono volantini ai passanti dove paragonano i metodi con i quali la Russia è giunta all’annessione della Crimea a quelli con cui i nazisti arrivarono a fagocitare l’Austria.

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Mariana Tril, attivista impegnata nella raccolta di generi di prima necessità per i profughi e per i soldati al fronte, si dice molto preoccupata per la situazione venutasi a creare in Crimea. Secondo le sue informazioni, gli stipendi e le pensioni convertite in rubli hanno perso gran parte del proprio potere d’acquisto, mentre i prezzi crescono ogni giorno di più.

Un turista americano si ferma per esprimere solidarietà. “Good luck”, dice ai manifestanti che sventolano orgogliosamente le loro bandiere. In maniera analoga uno dei tanti turisti russi che affollano Roma si stacca dal suo gruppo per mostrare il proprio disappunto. Lui è orgoglioso della politica russa e del suo Presidente. Pensa che Putin voglia solo proteggere i suoi connazionali.

Al di là delle diverse valutazioni riguardo la crisi in Ucraina, una cosa è certa: il solco fra i due popoli si sta allargando, l’odio serpeggia in una maniera che potrebbe rivelarsi estremamente pericolosa. Compito della comunità internazionale esercitare pressioni affinché cessino immediatamente le ostilità, riaprendo un negoziato da troppo tempo in fase di stallo.

Oksana Tumanova

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Oksana Tumanova
Oksana Tumanova. Nata nell’ex Unione Sovietica, ha vissuto in prima persona il disintegrarsi delle utopie socialiste. Da allora l’interesse per le complesse dinamiche dell’est Europa la spinge ad impegnarsi in prima persona, scrivendo di questi argomenti in particolar modo sul web.

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